I rapporti tra Stati Uniti e Cina sono in tensione da anni. Una tensione acuitasi soprattutto durante l’amministrazione Trump, che ha impostato la sua politica estera incentrata in una guerra commerciale contro i cinesi.
Una guerra commerciale che ha avuto diverse conseguenze, come il boicottaggio di un colosso della telefonia come Huawei, che ormai aveva superato Apple e Samsung nelle vendite globali con i suoi prodotti di alta qualità a fronte di prezzi accessibili.
Biden non ha stemperato i toni, anzi, la guerra commerciale rischia di trascinarsi verso un conflitto armato. Utilizzando un terzo paese, in pieno stile americano. Si pensi al Vietnam e alla Cambogia contro l’URSS e, in tempi più recenti, l’Ucraina sempre contro la Russia.
Una guerra tra Usa e Cina che sembra avere anche una data: il 2025. E’ la previsione contenuta in un memorandum inviato alle truppe dal generale americano Michael A. Minihan. Ma perché proprio il 2025?
Perché guerra tra Usa e Cina nel 2025
Come riporta ADNKronos, Michael A. Minihan è a capo del Comando della mobilità aerea, che supervisiona la flotta di aerei da trasporto e da rifornimento del servizio. Nel suo memorandum il generale ha avvertito i suoi uomini di accelerare i preparativi per un potenziale conflitto, citando le aspirazioni del presidente cinese Xi Jinping e la possibilità che gli americani si accorgano del rischio quando sarà troppo tardi.
In pratica, Minihan ha giustificato così la sua previsione per il 2025:
- il presidente Xi si è assicurato il terzo mandato e ha creato il consiglio di guerra nell’ottobre 2022
- le elezioni presidenziali di Taiwan sono nel 2024 e offriranno a Xi una ragione se il risultato elettorale non dovesse essere a lui gradito
- le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono nel 2024 e offriranno a Xi un’America distratta
Il generale invoglia i suoi militari a prepararsi per quella evenienza. Riguardi ai dubbi sull’autenticità del memorandum, è stato confermata da una portavoce dell’Aeronautica militare: il maggiore Hope Cronin.
E noi abbiamo la “hope” che ciò non si verifichi davvero. Non abbiamo bisogno di un nuovo, ennesimo, conflitto.