Ilva Taranto ha mietuto morti e malati di tumore, come tante altre fabbriche sparse per l’Italia. Tra loro anche molti minorenni, tanto che i ricoveri di bambini e ragazzi fino a 14 anni nei quartieri più vicini all’impianto siderurgico fanno registrare un +26%. Il Governo Renzi aveva promesso 50 milioni di euro, destinati a finanziare l’assunzione di medici, l’acquisto di attrezzature sanitarie, le riconversioni ospedaliere in deroga al decreto ministeriale 70. Una risposta all’emergenza di una zona devastata. L’impegno era giunto anche da parte del sottosegretario Claudio De Vincenti e del ministro Beatrice Lorenzin. Particolarmente impegnata in questi giorni tra ospedali e Asl al fine di convincere che la vittoria del Sì al Referendum porterà più salute per tutti. E invece, niente. Si scopre che quei soldi sono andati per altro. Anche a torneo di golf: la Ryder cup.
Quei 60 milioni alla Ryder Cup invece che Ilva Taranto
Il Fatto quotidiano ha sgamato i 60 milioni che il Governo Renzi darà in beneficio alla Ryder Cup di golf. 59,4 milioni di soldi veri, presenti in un codicillo nascosto a dovere all’interno della finanziaria, alla voce “Giovani e sport”. Ma nel dettaglio delle tabelle previsionali del Ministero dell’Economia, una piccola nota di appena quattro righe prevede la “variazione di 5,4 milioni dal 2017 al 2027 per lo svolgimento della Ryder Cup“. Tradotto: il governo Renzi ha sborsato quasi 60 milioni per il torneo di golf più importante al mondo, che Roma ospiterà nel 2022 al Marco Simone Golf & Country Club di proprietà della famiglia Biagiotti. A beneficiare della ricca prebenda è la Federazione Italiana Golf del quasi ottuagenario presidente Franco Chimenti (appena rieletto per il suo quinto mandato), che è anche il numero uno della Coni Servizi, società partecipata al 100% dal ministero del Tesoro e cassaforte di tutto lo sport italiano.
Già dal prossimo anno, quindi, la FIG potrà utilizzare l’obolo di Stato per rendere assai ghiotto il montepremi dell’Open d’Italia di golf (da 1,7 a 7 milioni), una delle clausole propedeutiche all’assegnazione della Ryder Cup. Tanti, tantissimi soldi pubblici, specie se paragonati ad altri stanziamenti. Anche per i Mondiali di sci di Cortina, ad esempio, sono previsti 91 milioni di euro, ma per costruire strade e impianti sciistici. Nel caso del golf, invece, a guadagnarci saranno i campioni (già milionari), chi ospiterà il torneo (nel 2017 si sposterà da Torino all’Olgiata Golf club a Roma) e soprattutto la FederGolf. Mentre la Ryder Cup italiana del 2022 diventerà l’edizione più cara di sempre: complessivamente il conto delle risorse stanziate direttamente o indirettamente (la garanzia statale) a favore del torneo supera i 150 milioni di euro. Più di quanto il governo investirà per la ristrutturazione di palestre e campi sportivi di tutto il Paese nei prossimi tre anni.
La rabbia di Boccia ed Emiliano
Una mancata promessa che ha fatto arrabbiare, sempre come racconta il giornale diretto da Marco Travaglio, due esponenti di spicco del Pd pugliese: Francesco Bocca e Michele Emiliano. Come noto non certo renziano, e Governatore della Puglia. Come ha raccontato Boccia al Corriere della Sera “senza alcuna spiegazione” non c’è stato “più il via libera di Palazzo Chigi. “Ne chiederò conto e non farò sconti a nessuno”, ha detto il presidente della commissione Bilancio, pugliese e particolarmente sensibile al tema. Come i colleghi di partito provenienti dalla stessa regione. Il primo emendamento era stato presentato infatti dal deputato tarantino Ludovico Vico assieme a tutti gli onorevoli pugliesi. E rassicurazioni ufficiali erano arrivate anche dal capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato. Poi è saltato tutto.
“Eravamo d’accordo che tra le spese più importanti, oltre al centro meteo di Bologna o alla coppa del mondo di sci, ci fosse questa. L’impegno era stato sbandierato, soprattutto dal sottosegretario Claudio De Vincenti, e poi dal ministro Lorenzin. Non c’è tarantino che non lo sapesse”. E infatti proprio a Taranto la notizia ha lasciato di stucco gli stessi esponenti del Partito Democratico, amareggiati come anche i parlamentari pugliesi degli altri schieramenti. Per il segretario regionale Marco Lacarra il no alla deroga è “sconcertante”, mentre il segretario dem del capoluogo jonico, Costanzo Carrieri, ci è andato giù durissimo: “Sospendo le iniziative a sostegno del Sì al referendum. Riflettano hanno ancora tempo per cambiare idea nel passaggio al Senato”.
Michele Emiliano su Facebook ha invece scritto: “Tutta la Puglia deve mobilitarsi al fianco dei tarantini per pretendere dal Governo ciò che loro spetta. Da anni la città subisce un inquinamento di Stato che ha spaventosamente aumentato ogni sorta di malattie – ha scritto il presidente della Regione – Occorre curare i malati e disinnescare la fonte di inquinamento. Due cose che passano entrambe, purtroppo, da decisioni del Governo centrale e non dall’autogoverno dei pugliesi. Il Governo può cambiare idea solo se ognuno di noi si impegnerà a sostenere questa battaglia”. Chi è vicino al presidente lo definisce su tutte le furie e alcuni parlamentari pugliesi fanno risalire la mancata deroga ai contrasti tra Emiliano e Renzi. “Temo che qualcuno abbia confuso le vicende politiche con gli interessi di una comunità. Non si fa”, è il commento sibillino e amaro di Boccia sulla vicenda dell’emendamento governativo ‘saltato’.
Cari amici di Taranto e non solo: ricordatevene il prossimo 4 dicembre.