L’ergastolo non esiste più
I recenti casi di cronaca hanno però dimostrato come, anche in casi di omicidi di una certa violenza e premeditati, l’ergastolo non venga più inflitto. Neppure, in sostituzione di esso, la pena massima a 30 anni. Bensì, in primo grado, si opta al massimo per i 26 anni, che poi in condanna definitiva spesso vengono ridotti sotto i vent’anni. Poi c’è la cosiddetta ”buona condotta”, che premia quei detenuti che si comportano in modo esemplare in carcere, concedendo loro ulteriori sconti di pena e pure la semilibertà. Insomma, tra una cosa e l’altra, una condanna per omicidio si sta riducendo a pene irrisorie.
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Marcire in carcere per anni meglio che pena di morte
Per il nostro ordinamento giuridico, tra attenuanti, premi e quant’altro, la vita non vale più nulla. Certo, non si vuole far ricorso alla pena di morte. Ma bisogna mettersi anche nei panni di quanti hanno perso propri cari per la mano assassina di qualcuno. E dopo devono vederli pure presto in libertà per famigerata buona condotta. Come non fosse già nel loro dovere. Marcire in carcere per anni, se non per tutta la vita, è una pena molto più giusta che liberarli dalle proprie pene con un’iniezione o una scossa elettrica (in alcuni Paesi vige ancora l’impiccagione o la fucilazione). Che in carcere ci stiano allora e pure per moltissimo tempo.