Giornata della Memoria corta: furono russi a scoprire Auschwitz, ma non si può dire

Giornata della Memoria corta: furono russi a scoprire Auschwitz, ma non si può dire

Oggi, 27 gennaio, si celebra la giornata della memoria per ricordare tutte le vittime dell’Olocausto. Ebrei, zingari, omosessuali, diversamente abili e quanti venivano ritenuti dalla follia nazista persone non funzionali alla società e quindi meritevoli di essere soppresse.

Gli ebrei, in particolare, furono bollati dal Nazismo quali causa principale dei problemi di allora della Germania (recessione e disoccupazione). Uscita anche essa devastata dalla Grande depressione del 1929, che ebbe ripercussioni anche in Europa agli inizi degli anni ’30.

Il che va poi aggiunto alla instabilità politica e alla debolezza delle istituzioni, che fornirono terreno fertile per l’ascesa di Adolf Hitler. Imbianchino austriaco, con grandi capacità oratorie e persuasive, ispirato anche dal Duce d’Italia Benito Mussolini. Visto come l’uomo nuovo che poteva risolvere i problemi teutonici.

Un po’ quanto accaduto in Italia il decennio precedente insomma, che portò all’ascesa del Fascismo e di Benito Mussolini.

Se queste cose oggi saranno probabilmente dette, quello che non si può dire è che il campo di concentramento più importante e rinomato, quello di Auschwitz, fu svelato dall’Armata rossa sovietica. Dunque, dai russi.

Il motivo è semplice: dobbiamo seguire la linea americana contro la Russia, la stessa che sta utilizzando il sangue degli ucraini per provare la spallata a Vladimir Putin.

Giornata della Memoria: la censura contro la Russia

Come ben ricorda Contropiano, la censura di oggi rientra in un percorso anti-russo avviato dall’Unione europea da tempo. Ma la distorsione della storia è in corso da tempo, si pensi a La vita è bella di Benigni, che finisce con gli americani, e non i russi, che giungono ad Auschwitz per liberare gli ebrei (a proposito, sapevi che questo fil, vincitore di un Oscar, è stato anche accusato di plagio?).

A ciò va aggiunto che l’attuale Ministro dell’istruzione, Valditara, abbia fatto diffondere una circolare nelle scuole pronunciatamente revisionista.

Le cose invece andarono diversamente: furono le truppe dell’Armata Rossa che per prime, il 27 gennaio 1945 arrivarono nel campo di concentramento di Auschwitz, liberarono i prigionieri e raccolsero le testimonianze dei sopravvissuti.

I russi diedero la spallata principale e decisiva ai tedeschi: respinsero i nazisti giunti alle porte di Stalingrado fino a Berlino.

Peccato che oggi i rappresentanti del museo di Auschwitz escludono la Russia dalle celebrazioni nel giorno della memoria, un evidente mossa di scontro geopolitico ma che con sé porta anche un pericoloso attacco storico e ideologico.

Va anche detto che il prezzo pagato dal popolo sovietico fu il più alto di tutti: oltre 20 milioni di morti.

In Ucraina aizzati miti nazisti

A peggiorare la situazione, il fatto che proprio l’Ucraina stia rinverdendo miti nazisti, si pensi al battaglione Azov in Ucraina o la celebrazione di poco tempo fa da parte del parlamento ucraino del nazista Bandera (finito perfino su un presepe).

Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla“, diceva il politico e filosofo britannico Edmund Burke, già nella seconda metà del ‘700. Ma anche chi tende a riscriverla

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