Ancora oggi permane il mistero sulla sorte del buco nero supermassiccio di M33, ma si ipotizza una correlazione col suo bulge
Anche chi non è appassionata/o di astronomia probabilmente ricorderà quando qualche anno fa sono state rese pubbliche le prime e finora uniche immagini di due buchi neri supermassicci (cioè, come minimo centinaia di migliaia di volte più massicci del Sole): quello al centro della galassia M87 nel 2019 e quello al centro della nostra Via Lattea nel 2022.
Il motivo di questa scarsità è presto detto: fotografare direttamente un buco nero (o, meglio, la sua ombra) e il suo disco di accrescimento è un compito estremamente difficile, che richiede vicinanza della galassia ospite e numerose osservazioni coordinate da parte di vari telescopi, che vanno poi certosinamente messe assieme a comporre un’immagine unica.
Leggermente migliore è la situazione riguardo le osservazioni indirette, per le quali si deduce la presenza di un buco nero supermassiccio al centro di una galassia grazie all’effetto che la sua spaventosa attrazione gravitazionale ha sulla velocità di rotazione delle stelle vicine: in quel caso, abbiamo finora circa 200 casi documentati.
Pur essendo quindi ancora agli inizi della ricerca nel settore, dai dati si evince una caratteristica comune: tutte le galassie di grande dimensione hanno (o hanno avuto, prima che fosse espulso o decentrato a causa di collisioni) un buco nero supermassiccio al centro.
Tutte tranne M33, la Galassia del Triangolo. Ecco di cosa si tratta.
La misteriosa Galassia del Triangolo
Situata a una distanza di “appena” 2,7 anni luce da noi nella costellazione del Triangolo, M33 è una galassia piuttosto grande: nel cosiddetto Gruppo Locale, cioè l’ammasso di galassie in cui ci troviamo, viene dopo solo Andromeda e la Via Lattea in quanto a dimensioni, potendo sfoggiare una massa totale pari a circa 60 miliardi di soli.
È composta principalmente di materia oscura, la misteriosa e invisibile sostanza che costituisce quasi il 27% del nostro universo, ma ha comunque un numero sufficiente di stelle da poter seguire il loro percorso nella zona centrale e misurare la loro velocità di rotazione, per rilevare la presenza di eventuali buchi neri.
E qui sorge il problema: dato il movimento osservato di tali stelle, si può calcolare la dimensione massima di un possibile buco nero nelle vicinanze e tale dimensione risulta mille volte inferiore rispetto a quanto ci si aspetterebbe in una galassia grande come quella del Triangolo.
Più precisamente, un eventuale buco nero al centro di M33 avrebbe una massa di circa 1500 soli, il che lo piazzerebbe nella fascia di dimensione media (la cui esistenza, tra l’altro, al momento è solo teorica), non certo in quella supermassiccia.
Bulge e buchi neri supermassicci
C’è anche un’altra cosa che caratterizza la Galassia del Triangolo: il suo bulge. Anche detto bulbo galattico, si tratta di una sorta di grumo di stelle, gas e polvere al centro di una galassia, che per M33 è quasi del tutto assente.
Paradossalmente, però, ciò potrebbe costituire un importante e forse l’unico indizio riguardo la sorte dell’elusivo buco nero supermassiccio, un po’ come in alcune lingue due negazioni affermano.
Difatti, nonostante i dettagli in merito siano ancora poco chiari, sembra esistere una stretta correlazione tra la dimensione del bulge e del buco nero supermassiccio al centro di una galassia: più grande è il primo, più grande è il secondo e viceversa.
Purtroppo, come detto sopra, i dati attualmente in nostro possesso sono troppo pochi per spiegare il processo o l’interazione che lega i due, confermando in tal modo la suddetta correlazione e risolvere in questo modo il mistero.
In attesa di avanzamenti tecnologici che ci consentano di misurare la velocità di rotazione delle stelle al centro di galassie al di fuori del nostro vicinato cosmico, in tal modo deducendo la presenza di buchi neri supermassicci, per avanzare le nostre conoscenze non ci resta che sperare di trovare antiche galassie con quasar, luminosissimi buchi neri visibili senza difficoltà, come fari lontani in un mare di stelle.
(Originariamente pubblicato su Storie Semplici. Il titolo dell’autore potrebbe essere modificato dalla redazione)