Funivia del Faito: la storia tormentata di un balcone sul Paradiso

Funivia del Faito: la storia tormentata di un balcone sul Paradiso

Ripercorriamo la storia della Funivia del Faito, fatta spesso di incidenti e continue chiusure. Offre una panoramica sul golfo di Napoli.

La funivia del Faito collega la città di Castellammare di Stabia con il monte Faito. Inaugurata nel 1952, è attualmente gestita dall’Ente Autonomo Volturno, società della Regione Campania. Offre un panorama mozzafiato: nella salita o nella discesa per e da il Monte Faito, offre una panoramica incredibile sul golfo di Napoli, con il Vesuvio di fronte. Oltre alla possibilità di apprezzare la costiera sottostante e ottenere una visuale privilegiata sulla ridente cittadina di Castellammare di Stabia.

Tuttavia, nel suo oltre mezzo secolo di storia, la Funivia del Faito è stata spesso interessata da incidenti e lunghe chiusure dovute a lavori di manutenzione. Ultimo incidente si è verificato il 17 aprile.

Come riporta RaiNews, una cabina è precipitata dopo la rottura di un cavo trainante, causando quattro vittime e un ferito grave. Le vittime sono un operatore della stessa Eav e tre turisti: una coppia inglese e una donna israeliana. Il tutto, a sola una settimana dalla riapertura dopo l’ennesima chiusura.

Ripercorriamo la tormentata storia della Funivia del Faito

La storia della Funivia del Faito

Come riporta Wikipedia, la funivia del Faito è stata inaugurata il 24 agosto 1952 come attrattore turistico dalle straordinarie capacità. Oltre a offrire una panoramica privilegiata sul Golfo di Napoli, sulla fitta vegetazione del monte Faito e sulla costiera sottostante, doveva anche essere utile come punto di interscambio con la stazione ferroviaria della Circumvesuviana. Più precisamente, sulla retta Napoli – Sorrento.

Nel 1960 si verifica però il primo incidente, proprio nella giornata di Ferragosto: al primo cavalletto, la cabina proveniente da Faito, forse per l’alta velocità, si sganciò dai fili di trazione e si schiantò sui binari della ferrovia sottostante, provocando la morte di quattro persone. I passeggeri in totale erano 33. Di qui la prima importante chiusura per lavori di manutenzione, che porteranno anche a un cambio di colori delle cabine.

Nel 1988 si avranno nuovi lavori di manutenzione, allo scopo di ammodernare la funivia. Dureranno due anni e anche in questo caso ci sarò anche un restyling delle cabine.

Una nuova chiusura importante si consumerà nel 2012, questa volta però per problemi di fondi. Cambia la gestione della Funivia, con l’impianto che passerà dalla Circumvesuviana all’attuale società Ente Autonomo Volturno. Passeranno ben 7 anni affinché l’impianto possa riaprire. Spicca alla riapertura il nuovo logo: una sorta di triangolo che simboleggia alla base il mare, un lato la montagna e un lato la funivia.

Di recente, una nuova chiusura per manutenzione dopo che nel 2021 la cabina era rimasta in sospeso, creando panico tra i viaggiatori. E la riapertura il 10 aprile 2025 e il nuovo incidente.

Probabilmente, andrà rivisto l’intero impianto, forse troppo inclinato arrivando a stressare eccessivamente i cavi. Così come la ditta che lo gestisce, che ricordiamo però essere un ente della stessa regione Campania…

La maledizione del Monte Faito

A parte le vicissitudini della funivia, il monte Faito sembra essere avvolto da una maledizione. Ricordiamo anche il caso di Angela Celentano, sparita nel nulla nel 1996 e mai più ritrovata. Un danno d’immagine enorme, dato che la montagna era sempre stata luogo di passeggiate, pic nic, escursioni.

Eppure già tra gli anni ’50-’60, si tentò di trasformare il Monte Faito in una sorta di Vancouver napoletana. Infatti, come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, era in progetto la realizzazione di una piccola pista di sci, con tanto di impianto di risalita di cui resta ancora visibile l’argano arrugginito. C’erano anche un centro ippico, sede di un importante gran premio, un cinema, la stazione dei carabinieri e tanto altro. L’ennesima occasione persa per una Campania non più capace da tempo di essere felix.

Foto di Bruno da Pixabay

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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