Fratelli d’Italia compie 10 anni: dal 2% alla guida del Governo

Fratelli d’Italia compie 10 anni: dal 2% alla guida del Governo

Con uno schieramento che si confà ad un grande partito – ben 10mila presenze con oltre 300 volontari – Fratelli d’Italia ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita.

Un partito nato dalla implosione del Popolo della Libertà, nato da una “fusione a freddo” tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, in risposta al, da poco nato, Partito democratico (a sua volta altra fusione a freddo tra Democratici di sinistra e Margherita).

I due partiti cercavano di emulare i due grandi partiti che si alternano al governo negli Stati Uniti. Ma mentre l’esperienza del Pd è andata avanti, a colpi di governi filo-europeisti e anti-italiani, l’esperienza del Pdl, che voleva essere quello che oltreoceano è il Partito repubblicano, fallì miseramente dopo pochi anni.

Fratelli d’Italia storia

Dunque, dalla fusione si passò alla fissione, che causò una fiamma tricolore: quella di Fratelli d’Italia. Partito nato per raccogliere l’eredità di Alleanza Nazionale, a sua volta ere del Movimento sociale italiano. E quindi, per riportare in auge nella politica italiana la destra sociale.

I tre padri fondatori furono Giorgia Meloni, attuale Premier; Ignazio La Russa, attuale Presidente del Senato; Maurizio Crosetto, Ministro della difesa. Tutti e tre visti insieme ricordavano il trio Drombo, nel cartone animato giapponese Yattaman.

Da allora, Fratelli d’Italia è stata sempre all’opposizione rispetto ai tanti governi che si sono susseguiti. Quasi tutti a guida Partito democratico, ora a sostegno di tecnici, ora esprimendo un Premier.

Il partito però ha viaggiato sempre su cifre ridotte, tra il 2 e il 4 percento. Mentre un’accelerata è arrivata negli ultimi anni, raccogliendo la rabbia e il malcontento che in precedenza avevano raccolto Salvini con la Lega prima e il Movimento cinque stelle di Grillo poi. Quell’elettorato che vota di pancia, che non conosce bandiere o forse non ci si rivede più in nessuna di esse, e dunque vota chi dice ciò che vuole sentirsi dire, soprattutto in televisione.

A Fratelli d’Italia va comunque riconosciuta la coerenza di essere sempre stata appunto all’opposizione, senza cadere mai nella tentazione di finire in calderoni vari ed eventuali. Anche quando a Palazzo Chigi ci è entrato Mario Draghi, visto largamente come un Papa da venerare e mai contestare. Pure da chi si diceva a favore del popolo, come Salvini e Grillo, appunto.

Un riconoscimento va poi a Giorgia Meloni, che fa politica da quando era adolescente. E si è fatta strada in un partito maschilista, in un paese maschilista. La sua costanza e caparbietà è stata premiata con la nomina a Presidente del consiglio.

Ora bisogna vedere se al governo Fratelli d’Italia non deluderà le attese. Perché un conto è sbraitare all’opposizione e un contro è entrare nella difficile e complicata stanza dei bottoni.

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