Francia lascia il Mali: perché è una brutta notizia per l’Italia

Introduzione

Aurevoir. La Francia lascia il Mali, uno dei tanti paesi dell’Africa centrale funestati da tempo immemore da guerre civili, carestia, malattie e colpi di stato.

I francesi nel Continente nero hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Forse la potenza coloniale più influente in Africa, oggi in ritirata come altre superpotenze del secolo scorso. Appannaggio della Cina che le sta sostituendo alla grande.

Il Mali viene considerato ciò che l’Afghanistan è stato per gli Usa. Le immagini della ritirata non sono proprio come quelle degli americani che abbiamo visto la scorsa estate, ma la sconfitta è pressoché la stessa.

Ma ciò che combina la Francia all’estero finisce sempre, soprattutto in modo negativo, per influenzare il nostro Paese. Ecco perché in questo caso.

Perché Francia va via da Mali

Come riporta Il Giornale, gli insuccessi militari e le tensioni con il governo di Bamako sono all’origine del ritiro dal Mali di 2600 soldati francesi annunciato mercoledì scorso. Un ritiro che coinvolge anche la Task Force Takuba, la missione militare europea avviata solo un anno fa per sopperire alle difficoltà francesi e costretta ora a seguire il ridispiegamento in Niger dei 2600 soldati di Parigi sfrattati dalle basi maliane di Gossi, Menaka e Gao.

Una Francia che nonostante un contingente di oltre 2600 uomini non ha saputo bloccare due colpi di stato successivi e la caduta di Bamako nelle mani dei militari. E, tantomeno, ad impedire l’arrivo di 800 mercenari russi del gruppo Wagner pronti a rimpiazzare i soldati francesi.

L’Italia, tra l’altro, aveva risposto all’appello francese mettendo a disposizione duecento incursori delle Forze Speciali e otto elicotteri per un costo stimato di quasi 50 milioni di euro l’anno. Una generosità non proprio obbligata visto che nel 2017 Macron aveva fatto il possibile per ostacolare una nostra missione in Niger.

Per non parlare della diffidenza con cui la Francia ha accolto le trattative con cui l’Ong italiana Ara Pacis ha formalizzato, ai primi di febbraio, un accordo di riconciliazione tra alcuni gruppi islamisti del nord del Mali e il governo di Bamako.

La Francia in Mali ha già perso 53 soldati. E questo flop potrebbe essere un pericoloso boomerang per Macron in vista delle prossime presidenziali. Dove tra l’altro è in ascesa un personaggio di destra che inneggia proprio alla Francia colonialista che fu: Erica Zemmour. Il quale sicuramente utilizzerà questo evento per le sue arringhe contro il già traballante Emmanuel.

Francia via da Mali: quali rischi per Italia

Prima parlavamo di possibili conseguenze negative per l’Italia. Infatti, il rischio è che ora le organizzazioni islamiste presenti nel paese non avranno più ostacoli e freni nell’avanzare verso l’Europa. Visto che il Mali confina con l’Algeria, paese oltre il quale arrivano le tante agognate coste del Mediterraneo.

Ma oltre al terrorismo islamico potremmo ritrovarci una nuova ondata di immigrati. Proprio quelli che la Francia rigetta. Ma che ha contribuito a generare, costringendo migliaia di persone a lasciare la propria terra per fuggire da rischi e problemi che proprio il paese transalpino fomenta per i propri affari.

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