FRANCESCO RUTELLI, C’ERA UNA VOLTA UN RADICALE PROMETTENTE

Francesco Rutelli, a mio avviso, è uno di quei leader (accezione che non so quanto gli si addice) del centro-sinistra responsabile dello strapotere di cui da diversi anni gode Silvio Berlusconi. Se è vero che durante il primo Governo Prodi (reo di non aver risolto questioni delicate per la Democrazia, quali il conflitto di interessi che riguarda il Cavaliere, pagandone di fatto negli anni successivi un caro prezzo), egli era Sindaco di Roma (carica ricoperta discretamente dal ’93 al 2001), è anche vero che al termine della stessa, fu candidato Premier della coalizione di centro-sinistra anteposto appunto al Cavaliere, e non volle l’alleanza né con Rifondazione comunista, né con l’IDV di Di Pietro; il primo all’epoca viaggiava oltre il 7%, il secondo cominciava a prendere consistenza e simpatie. Un vero suicidio considerando che la sua coalizione perse di circa il 2%.
Di qui, un lungo processo che lo ha portato lentamente alla moderazione e al centrismo: cofondatore nel 2002 della Margherita prima (partito che si propose come il nipote della corrente di sinistra della DC, il quale simbolo era già esistente alle elezioni politiche del 2001), e cofondatore del Partito democratico poi, ponendosi nella corrente moderata e centrista del partito, oppositrice dell’alleanza di quest’ultimo con l’Italia dei valori di Di Pietro e le forze della sinistra massimalista, oltre che oppositore di molte riforme appannaggio dei diritti civili; fino all’occhiolino strizzato ultimamente a Fini e all’UDC di Casini, con tanto di critica alla socialdemocrazia (per lui ormai fallita) e promotore di un nuovo moderatismo.
Ma la trasformazione in chiave quasi clericale di un promettente “new lab” degli anni ’90, che molti paragonarono all’epoca a Clinton e Blair, può essere maggiormente compresa se si analizza brevemente la sua carriera politica (fonte Wikipedia):
-Negli anni ’70 si iscrive al Partito radicale, avvicinandosi di fatto alla politica attiva. Nel 1979, a 25 anni, è segretario regionale per il Lazio del partito, e un anno dopo viene eletto alla segreteria nazionale. Nel 1983 viene eletto alla Camera dei Deputati, diventando anche Presidente del Gruppo Parlamentare radicale. Manterrà la carica di deputato fino al 1990, quando poi la cedette ad Emma Bonino per il principio di rotazione dell’incarico. In quegli anni è stato capofila nelle battaglie per i diritti civili proposte dai radicali.
-Nel maggio ’89, Rutelli, insieme ad altri radicali ecologisti e progressisti, fondò i Verdi Arcobaleno, movimento che si batteva per tematiche soprattutto ambientaliste. Nelle file della Federazione dei Verdi, Rutelli venne eletto dapprima coordinatore nazionale, e nel 1992, dopo le elezioni politiche, capogruppo alla Camera. Poi come detto, arrivò l’elezione a Sindaco di Roma nel 1993 (contro Gianfranco Fini, all’epoca ancora orgogliosamente missino) e la sconfitta alle elezioni politiche del 2001nelle vesti di candidato Premier.
-Nel 2002 contribuisce a condurre i Democratici, il PPI e Rinnovamento Italiano a fondersi nel nuovo partito di centro-sinistra “Democrazia è libertà – La Margherita”, di cui viene eletto presidente federale. Verrà rieletto Presidente della Margherita con voto unanime nei Congressi del 2004 e 2007. Un partito come detto, che si propose quale erede della corrente di sinistra della DC. Nelle file della Margherita, fu promosso come Vicepresidente del Consiglio (insieme a Massimo D’Alema) e Ministro per i Beni e le attività Culturali nel Governo Prodi II, che però durò solo meno di due anni. Nel 2004 è tra i cofondatori del Partito democratico europeo, partito che si colloca tutt’ora a metà strada tra i popolari europei e i socialisti europei; ne è oggi il co-presidente insieme a François Bayrou.
-Dal 2007 è tra i fondatori e leader del PD, mentre nel 2008 perse l’elezione a Sindaco di Roma, riprovandoci dopo 6 anni. Attualmente ricopre l’incarico di senatore e presiede il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, oltre ad essere europarlamentare.
E’ vero che in politica la coerenza delle proprie idee è una virtù di pochi, e che il buon Francesco proviene da una famiglia di cattolici praticanti, però passare dall’essere un fervente radicale laico negli anni ’80 e ambientalista attivista negli anni ’90, ad un democristiano moderato, sinceramente ce ne vuole. Se si fa caso alla sua storia politica, si noterà come Rutelli (o “bellu guaglione” per usare un nomignolo coniato da Prodi) sia passato da un partito all’altro diventandone sempre poi un leader, anzi essendo sempre lui uno dei suoi co-fondatori; per la solita sete dei nostri politici di vedere la politica come una carriera da scalare, arrivando a rinnegare anche i propri ideali d’origine.
Un po’ come ha fatto Fini, in una conversione al centro che oggi li vede strizzarsi l’occhio e piacersi l’un l’altro; mascherando il loro opportunismo con una più buonista “collaborazione di buon senso con gli avversari”.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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