Paramecium bursaria e Chlorella si separano all’alzarsi delle temperature, potenzialmente compromettendo interi ecosistemi
La stragrande maggioranza dei climatologi (con la minoranza spesso “influenzata” da interessi poco scientifici) mette in guardia da anni contro il cambiamento climatico in corso e i suoi drammatici effetti sulla vita sulla Terra, se l’umanità non si impegna subito a cercare di porvi rimedio.
Uno degli scenari peggiori prevede un innalzamento delle temperature di circa cinque gradi entro la fine del secolo, il che ovviamente avrebbe conseguenze devastanti e ben visibili a occhio nudo.
Esistono, però, anche situazioni molto problematiche a livello microscopico, che non per questo vanno considerate meno gravi, in quanto hanno la capacità di scatenare un vero e proprio effetto domino che può impattare interi ecosistemi, compresi quelli macroscopici.
Un esempio è quello della fotosimbiosi, una relazione mutuamente benefica tra due organismi, alla quale si deve circa la metà della fotosintesi marina: ebbene, secondo un recente studio, un aumento delle temperature di cinque gradi determina la rottura della simbiosi, con perdita totale degli effetti fotosintetici.