Vediamo come funziona la proposta dei due partiti che raddoppierebbe di fatto l’attuale finanziamento pubblico ai partiti.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha bloccato un nuovo tentativo di scippo ai cittadini italiani, da parte di quella Casta di cui si sta parlando meno, ma che è sempre pronta a trovare nuovi modi per fregarli. Si parla nuovamente di finanziamento pubblico ai partiti, drasticamente ridotto e più regolato rispetto a quanto accadeva nella Prima e in parte nella Seconda repubblica, ma che è ancora presente e ben oliato.
In pratica, come riporta IlSole24Ore, è stata presentata una coppia di emendamenti gemelli al decreto fiscale al Senato da parte di Pd e Alleanza Verdi Sinistra. Il correttivo che sembra avere buone probabilità di approvazione, che rientra nel faticoso tentativo di mediazione per far passare il provvedimento incagliatosi a Palazzo Madama, modifica due aspetti cruciali di finanziamento della politica:
- l’aliquota girata ai partiti si riduce dal 2 allo 0,2 per mille dell’Irpef;
- un automatismo che distribuirà alle forze politiche anche tutte le quote inoptate in proporzione alle scelte espresse.
Ma ecco perché ha suscitato le perplessità di Palazzo Madama.
Finanziamento pubblico ai partiti: come funziona la proposta di Pd e Verdi Sinistra
Il sistema proposto dai due partiti è nei fatti analogo a quello già in vigore all’8 per mille alle confessioni religiose, è destinato a raddoppiare le risorse a disposizione delle forze politiche.
Il tentativo è frutto del fatto che pochi contribuenti (5 su 100 secondo le ultime dichiarazioni dei redditi del 2023) hanno destinato il 2% ai partiti politici: 24,1 milioni di euro da 1,7 milioni di italiani.
Con il nuovo meccanismo, il finanziamento aumenta a 42,3 milioni annui, coperti in parte con i residui dei vecchi contributi elettorali. A beneficiarne maggiormente saranno Pd, Fratelli d’Italia, Lega e M5S. Proprio i partiti che attualmente sono i principali destinatari del finanziamento pubblico così previsto.
La parte del leone spetta al Partito democratico, che ha raccolto 8,1 milioni (cioè un terzo del totale), seguito da Fratelli d’Italia (4,8 milioni di euro), Lega (1,1 milioni a cui vanno aggiunti ) e Movimento cinque stelle (1,8 milioni).
Tutti questi introiti saranno raddoppiati se il nuovo meccanismo venisse confermato, appannaggio quindi anche di chi percepisce molto meno, proprio come Verdi-Sinistra co-firmatari della proposta.