Matteo Salvini, trionfatore con il 34%, batte cassa. Non chiedendo più Ministeri e Sottosegretariati, ma spingendo per i temi a lui più cari. Mentre il Movimento cinque stelle, che ha visto quasi dimezzare i suoi voti in un anno (da 32 a 17), ha messo in discussione la leadership di Luigi Di Maio tramite voto su Rousseau. Che però lo ha confermato con l’80% dei voti.
Ancora, ha visto polemizzare qualche big, che ha accusato il movimento di essersi snaturato (Paragone si è anche dimesso da senatore in rotta con Di Maio). E ha visto il ritorno di Alessandro Di Battista, il pasionario che forse ha capito che stare con un piede dentro e uno fuori non aiuta certo il movimento.
Riguardo il voto degli italiani all’estero, spesso accusato di presunti brogli e sospetti, emerge un dato assurdo. Con una ragione che sa di [sta_anchor id=”europee”]ingiustizia[/sta_anchor].
Italiani all’estero votano Pd
Come riporta Il Foglio, nella circoscrizione estero il Partito democratico ha ottenuto 36.528 voti, ossia il 32,41 per cento. Quasi il doppio di quelli portati a casa dalla Lega, che si è fermata al 18,05, il 4 per cento in più del Movimento 5 stelle, terzo con il 14 per cento delle preferenze.
Il Pd è stato votato a maggioranza in tutti i Paesi esteri, tranne in alcuni dell’Est Europa, dove ha prevalso la Lega. Il M5S, invece, non prevale da nessuna parte.
Il paradosso è che gli italiani all’estero hanno votato per chi li costringe a stare lì, visto che ha governato 7 degli ultimi 8 anni. Ossia il Partito democratico. Essendo persone che non hanno la residenza all’estero, probabilmente a maggioranza vivono di precariato o con la speranza di ritornare.
Malgrado ciò, non credono nei partiti del nuovo governo. Eccetto, appunto, gli italiani che vivono nell’Est Europa. Probabilmente a maggioranza settentrionali. I tanti meridionali sparsi per il vecchio continente, non credono invece nei Cinquestelle. Come invece hanno confermato i loro conterranei ancora in Italia.
Europee, a studenti fuori sede negato il diritto al voto
Ma il motivo alla base di questo successo del Pd è un altro. Come riporta La bussola news, ad ogni tornata elettorale per quasi circa 400.000 studenti fuori regione è, negato (o quasi) il voto. Agli studenti fuorisede, poi, si aggiungono i «pendolari di lungo raggio», persone, cioè, che per motivi di lavoro, studio e salute vivono lontani dalla regione di residenza (1,5 milioni secondo un report di Bankitalia).
Esistono sì, delle agevolazioni di viaggio (con riduzioni sui biglietti di treni, aerei e traghetti), ma i prezzi per tornare a casa restano spesso proibitivi. Inoltre, a tale difficoltà, si aggiunge la durata dei viaggi spesso incompatibile con gli impegni (didattici o di lavoro) degli aspiranti elettori.
Il paradosso è che per questi quasi 2 milioni di italiani votare alle elezioni è anche più difficile che per gli elettori temporaneamente all’estero. Quest’ultimi infatti hanno potuto votare per corrispondenza una volta presentato la domanda entro i termini previsti.
L’associazione UDU (Unione degli Universitari) ha denunciato il problema lanciando una fotopetizione. Gli studenti stanno condividendo sui social network foto in cui sotto l’hahstag #vogliamovotarefuorisede sono chiaramente espresse le spese (insostenibili) di viaggio.
“Si parla spesso della distanza dei giovani dalla politica, eppure non si garantisce loro neanche la reale garanzia di poter esercitare il diritto di voto. Questo governo deve assumersi le proprie responsabilità dell’ennesima promessa non mantenuta, e procedere immediatamente con una modifica della legge elettorale per risolvere questo annoso problema. Siamo stanchi di questa situazione, vogliamo votare fuorisede!”
si legge nel comunicato.
Probabilmente, se a questi giovani fosse stato data la possibilità di votare, avrebbero scelto a grande maggioranza i Cinquestelle. In linea con quanto fanno i loro coetanei in Italia. Ad essi vanno aggiunti un altro milione e mezzo che, probabilmente, avrebbero diviso il proprio voto tra questi ultimi e Lega. Data la loro situazione precaria e la possibile rabbia contro l’establishment.
Inoltre, il milione e mezzo di pendolari avrebbe votato sicuramente a maggioranza sempre per Cinquestelle e Lega. Tra rabbia e indignazione per la propria situazione lavorativa e la propria vita precaria. Il Pd lo ha votato chi vive stabilmente all’estero.
Quindi, ancora una volta, il voto degli italiani all’estero è bugiardo e adulterato.