Eugenio Scalfari: Uno, nessuno e centomila

Eugenio Scalfari ègi 14 luglio, all’età di 98 anni. Di seguito un personale necrologio, che invito a non leggere se siete un suo estimatore/estimatrice.

Eugenio Scalfari storia

Eugenio Scalfari ha vissuto tante vite, nel suo quasi secolo di esistenza. Convinto fascista da ragazzo, ha esordito nel giornalismo scrivendo per Roma ascista, la rivista del Guf (Gruppo Universitario Fascista). Nel 2008, ammise di essere stato un convinto fascista fino alla sua espulsione dal Partito. Per poi diventare un anti-fascista dopo la caduta del regime. Come accaduto a tanti.

Nel 1951 è co-fondatore del Partito radicale, poi negli anni ’60 entra nel Partito socialista e diventa prima consigliere comunale a Milano e poi parlamentare per 4 anni (1968-1972). In quegli anni incolpa tramite il settimanale L’Espresso (da lui co-fondato) il Commissario Calabresi per la morte dell’anarchico Pietro Pinelli. Per poi pentirsene negli anni 2000 (il figlio di Calabresi, Mario, poi diventerà direttore proprio de LaRepubblica).

Negli anni ’80 Fonda il giornale LaRepubblica, del quale sarà direttore per molti anni. Tra i primi articoli, la famosa intervista a Enrico Berlinguer nella quale il segretario del PCI parla per la prima volta di questione morale. Spesso revocata negli anni a venire. Ma in quegli anni entra anche in conflitto con Craxi e il Craxismo, e negli anni ’90 si avvicina al Pds prima e al Pd poi. Pur preferendo la frangia liberal di Veltroni prima e Renzi poi.

Dopo aver scritto vagonate di editoriali contro Berlusconi, nel 2018 ammette di preferirlo a Luigi Di Maio. Un atto conservatore contro il cambiamento.

Contro la Casta e i privilegi, percepirà il vitalizio a vita per soli 4 anni da parlamentare. Laico per tutta la vita, diventa Papista negli ultimi anni, con molti incontro con Papa Francesco, col quale instaura una sincera amicizia.
Scalfari, fine e colto intellettuale, ma camaleontico. Uno, nessuno e centomila.

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