ETANOLO, ALTRO CHE FONTE ENERGETICA PULITA

IN REALTÀ STA CONTRIBUENDO AL SURRISCALDAMENTO DELLA TERRA E ALL’AUMENTO DELLA FAME NEL MONDO

Inizialmente era stato visto come l’antidoto al consumo di petrolio. Il biocarburante che ci avrebbe salvato dall’inquinamento atmosferico senza dover rinunciare alle nostre auto. E invece col tempo si è rivelato ugualmente inquinante, anzi, ha perfino accentuato la fame nel Mondo. Stiamo parlando dell’etanolo, biocarburante ricavato dal mais.
 


L’IMPATTO DELL’ETANOLO SULLA FAME NEL MONDO – Gli Stati Uniti spendono circa 6 miliardi di dollari all’anno per il sostegno federale alla produzione di etanolo, attraverso crediti d’imposta, tariffe agevolate, e altri programmi. Grazie a questo sostegno finanziario, un sesto dell’approvvigionamento di mais nel mondo viene bruciato in auto americane. Un quantitativo di grano sufficiente a sfamare 350 milioni di persone per un anno intero. Il sostegno del governo alla rapida crescita della produzione di biocarburanti, ha contribuito al disordine nella produzione alimentare. Infatti, a causa della politica ufficiale degli Stati Uniti e dell’Europa, la produzione del biocarburante ha consumato nel 2010 oltre il 6,5% della produzione di grano mondiale e l’8% di quella di olio vegetale; nel 2004 il consumo di grano mondiale era ancora al 2%. Lo spreco di grano – secondo le Nazioni Unite che ne monitorano la produzione e il consumo dal 1990 – per produrre etanolo, sta comportando gravi scompensi nella nutrizione di molti Paesi. Il dato negativo è cresciuto in modo allarmante, raggiungendo picchi spropositati a partire dal 2008, quando la produzione di etanolo è aumentata del 33%.

L’IMPATTO AMBIENTALE – A smontare il mito etanolo ci si mettono anche gli effetti che il biocarburante sta avendo sull’ambiente. Infatti, oltre a non ridurre sensibilmente l’emissione di gas serra come invece molti ambientalisti auspicavano, l’altissima richiesta di mais ha comportato la distruzione di vaste aree forestali, per lasciare spazio ai campi. Generando così più emissioni di anidride carbonica rispetto all’uso di fossili combustibili. Gli stessi ambientalisti, che fino a qualche anno fa sostenevano a gran voce l’uso dell’etanolo, e che oggi vorrebbero l’utilizzo di piante non alimentari per la sua produzione, hanno fatto marcia indietro.

GLI INTERESSI LATENTI DELL’AMBIENTALISTA AL GORE – Lo stesso Premio Nobel Al Gore, che si sta battendo da anni in favore dell’ambiente con tanto di video apocalittici, sosteneva con forza l’etanolo. Poi si è scoperto perché. Lo Stato dell’Iowa, uno dei principali produttori di grano negli Usa, è stato decisivo per la sua vittoria alle primarie democratiche del 2000. Un ottimo modo per ammiccarsi gli agricoltori di quelle terre. Ma ormai, come egli stesso pare ammettere, attorno all’etanolo si muove una macchina lobbistica difficile da fermare. Infatti, le stesse pressioni politiche le sta praticando l’attuale governatore repubblicano dell’Iowa, Newt Gingrich, il quale sta criticando aspramente il Governo Obama reo di voler ridurre le sovvenzioni all’etanolo appannaggio del gas.

IL CASO DEI PANNELLI SOLARI IN GERMANIA – Il fatto che attorno alle “energie verdi” ci siano gli stessi volumi d’affari che orbitano intorno al petrolio e al gas, non è solo una questione americana. In Germania ad esempio il Governo ha concesso ben 75 miliardi dollari in sussidi ai produttori di pannelli solari. Un paradosso, visto che la Germania è uno dei Paesi più nuvolosi al Mondo, e il sole di fatti sta offrendo un insignificante 0,1 per cento alla fornitura totale di energia. Intanto il mese scorso, tornando alla questione etanolo negli Usa, durante la Daytona500 la NASCAR ha annunciato che le auto da corsa utilizzeranno il 15% di etanolo. Il pubblico ha applaudito entusiasta.


(Fonte: Slate)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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