Come funziona Erasmus in Italia e problemi
Per quanto concerne il nostro Paese, come ben spiega il Professore ordinario Belelli a Il fatto quotidiano, i problemi sono di 3 tipi: 1) gli studenti universitari in Italia sono pochi, meno della media europea; le università sono ancora di meno, e come risultato sono mediamente sovraffollate: poco attraenti per gli studenti stranieri in entrata, poco efficienti per quelli in uscita; 2) il costante definaziamento dell’università pubblica comporta che i docenti sono sovraccarichi di didattica e per questo motivo meno attivi nella ricerca (che peraltro è anh’essa sottofinanziata); 3) poiché è la ricerca che promuove le occasioni di incontro tra docenti necessarie per la stipula degli accordi Erasmus, le università italiane restano indietro nei programmi di scambio internazionali; 4) la borsa di studio è piccola e viene data a esperienza fatta come rimborso; pertanto devono essere i genitori a supplire, cosa che crea una disparità economica; 5) gli accordi Erasmus sono stipulati attraverso i docenti e gli atenei e lo studente ha accesso soltanto agli accordi stipulati dall’ateneo a cui è iscritto, che potrebbero non coprire i programmi di studio di suo interesse; etc.
Erasmus, i numeri
La meta preferita dai giovani europei che vivono un’avventura Erasmus vede in testa la Spagna, seguita da Germania, Francia, Regno Unito e Italia. Dunque siamo solo quinti. Leggermente diverso il podio delle preferenze degli studenti italiani: Francia, Gran Bretagna, Germania. I dati della Commissione UE raccontano anche quali sono i Paesi col più alto tasso di ragazzi che partecipano all’Erasmus: Lussemburgo, Liechtenstein, Finlandia, Lettonia e Spagna.