Fin dai “preistorici” SMS utilizziamo le cosiddette emoji. Certo, all’epoca ci accontentavamo di due puntini con una parentesi per esprimere un sorriso o una faccina triste (aggiungevamo tra i due caratteri anche un accento quando volevamo farla piangente); oppure due puntini con una “d” maiuscola per indicare una risata. Ecc. Poi arrivò il web e le prime chat, nelle quali le emoji (le cui origini risalgono alla fine degli anni ’90 in Giappone) divennero veri e propri disegnini belli e pronti, sempre però anche digitabili tramite tastiera. MSN, le chat di incontri, la chat di Facebook, Snachat, le mail, WhatsApp.
Le utilizziamo ovunque per comunicare. Sebbene, soprattutto per quanto concerne quest’ultima popolarissima applicazione, anche in modo sbagliato. Attribuendo a tali emoji significati dissimili da quelli originari. Vediamo di seguito le 30 Emoji che utilizziamo in modo sbagliato.
Significato reale delle Emoji
A fornire questa carrellata è il Corriere della sera. In realtà, l’articolo ne propone 30, ma ne ho selezionate 20 perchè le altre 10 sono tutto sommato chiare. La loro mancata comprensione spesso è anche legata al fatto che si tratta di simboli appartenenti alla tradizione giapponese.
Non significa preoccupazione, ma sollevamento da un pericolo scampato
Non è una nocciola ma una patata dolce arrostita
Non sono palline da ping-pong ma un gruppo di appassionati riuniti per ammirare la luna.
Non è una ghianda, ma una castagna.
Non simboleggia un regalo ma un segnalibro
Non è lode ad un Dio ma festeggiare per qualcosa.
Non è disgusto, ma irritazione
Non è una scatola magica ma la Kaaba, una struttura che si trova all’interno di al-Masjid al-Haram, la moschea più sacra dell’Islam, al centro della Mecca.
Viene utilizzato soprattutto per indicare una ragazza bionda. In realtà indica uno sportello informativo.
Non è una posa teatrale, ma segnala che le nostre mani sono libere e siamo pronti a un abbraccio.
Non identifica fiamme, ma un cartellino identificativo.
Di difficile interpretazione, significa semplicemente rabbia.
Vi siete sempre chiesti cosa significa? E’ un semplice carillon di vetro.
A primo acchito può sembrare una sirena. In realtà è il trackball, tipo di periferica di puntamento per computer.
Usato erroneamente per indicare un micio sconvolto, in realtà è semplicemente stanco.
McDonald’s non c’entra nulla: il simbolo si usa negli spartiti della musica tradizionale giapponese per indicare l’inizio di una canzone.
Secondo i suoi ideatori questa è l’espressione di chi è appena stato zittito o non può parlare a voce alta, trovandosi in un luogo pubblico come una chiesa o una biblioteca.
Simboleggiano l’uso giapponese di esporre bandiere e festoni a forma di carpa per la festa dei Bambini, il 5 maggio.
Soffrire di vertigini, non di stanchezza come si crede.