“Quis custodiet ipsos custodes?” è una locuzione latina tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?». Ce lo dovremmo chiedere anche per la EMA.
In questi mesi, stiamo sentendo spesso parlare della EMA – acronimo di agenzia europea per i medicinali – poiché è l’autorità preposta al controllo preventivo sui vaccini prima della loro immissione tra i paesi membri dell’Unione europea. Corrisponde in pratica alla nostra AIFA, per intenderci, solo che la sovrintende come per esempio fa la Banca centrale europea con la Banca d’Italia.
Orbene, sapete chi finanzia l’Ema? Non certo noi cittadini, per garantirne l’imparzialità e il perseguimento dei nostri diritti ed interessi. Bensì, proprio le multinazionali del farmaco. Cioè proprio le società che essa è preposta a controllare e giudicare.
Ecco le cifre e come funziona EMA.
EMA finanziata da Big Pharma
Il Giornale ha portato alla luce il fatto che nel 2021 il budget annuale dell’Ema sarà di 385,9 milioni di euro. Il 14 per cento dei fondi arriverà dall’Unione europea, quindi, dalle nostre tasse. Mentre la restante parte, l’86 per cento quindi, ovvero circa 330 milioni, da tasse e oneri pagati dalle stesse società private coinvolte nelle procedure di farmacovigilanza.
Ciò in quanto l’autorità richiede il pagamento di una tassa per esaminare le richieste di chi vuole immettere un farmaco nel mercato, per fornire pareri scientifici, effettuare ispezioni o definire il limite massimo di residui.
Come può restare imparziale dunque questa agenzia nel valutare farmaci e vaccini?
Lo ha chiesto tramite un’interrogazione alla Commissione Ue Vincenzo Sofo, europarlamentare del gruppo Conservatori e Riformisti. Tramite essa, Sofo ha chiesto informazioni circa un potenziale conflitto di interessi tra Ema e le Big Pharma. Il quale, secondo l’europarlamentare
rischierebbe di gettare ombra sulle valutazioni dell’agenzia europea del farmaco, ad esempio sui vaccini utilizzati per le campagne vaccinali in Europa
Interpellato da Il Giornale, Guido Rasi – professore di Microbiologia clinica all’Università di Tor Vergata, che per quasi dieci anni, dal 2011 al 2020 alla guida della stessa agenzia – ha spiegato che l’imparzialità è comunque garantita:
Ogni anno le case farmaceutiche versano all’Ema un contributo annuale fisso per tenere sul mercato i loro prodotti. La Commissione europea, a quel punto, stanzia i fondi che mancano per raggiungere il budget previsto. Il meccanismo è quello della ‘fisarmonica’, se ci sono meno entrate, ad esempio per la sospensione di alcuni farmaci per cui non viene più pagata la tassa annuale, o nel caso in cui il budget risultasse insufficiente – chiarisce Rasi – allora la Commissione è pronta ad intervenire con un versamento più cospicuo
Tutti i soldi finiscono in un unico fondo con cui vengono pagate le attività e gli stipendi dei dipendenti dell’agenzia. E l’imparzialità, secondo Rasi, è garantita dal fatto che tutti versano la stessa Fee.
Poi ricorda quale sia il vero ruolo dell’EMA:
non bisogna dimenticare che l’Ema ha soltanto un ruolo di coordinamento e che il potere decisionale spetta ai delegati delle varie agenzie nazionali (…) mentre l’ultima parola spetta sempre ai dati scientifici e non alla politica (e cita il caso dello Sputnik, demonizzato politicamente ma sottoposto a obiettiva verifica scientifica)
Poi Sofo conclude che sarebbe immorale il caso opposto, ovvero che l’Europa con i soldi dei cittadini pagasse pure la sperimentazione e il costo della valutazione.
Chi è direttrice EMA
Se la risposta del dottor Sofo vi ha convinti, aspettate a parlare. Sapete chi è alla guida dell’EMA? Una che ha lavorato per anni proprio per le multinazionali del farmaco: Emer Cooke.
Lo scorso aprile Gerald Hauser (FPÖ), deputato austriaco, ha denunciato chi sia la Cooke, nominata presidente dell’EMA il 16 Novembre 2020.
Nel suo intervento, la cui traduzione testuale è stata riportata da RadioRadio, l’onorevole austriaco ha affermato che la Dr. Emer Cooke: ha lavorato con varie mansioni nell’industria farmaceutica dal 1985. Ed è stata membro del consiglio di amministrazione di EFPIA dal 1991 al 1998.
L’EFPIA è l’organizzazione di lobbyng dei più grandi gruppi farmaceutici europei. Per 8 anni ha fatto pressioni per i Big 30 dell’industria farmaceutica europea. I suoi clienti sono proprio Pfizer, AstraZeneca, Novartis, Johnson&Johnson, e così via.
La Dr. Emer Cooke, che è stata nominata membro del consiglio di amministrazione dell’EMA a metà novembre 2020, ha lavorato per l’industria farmaceutica per tutta la vita, ha fatto pressioni per l’industria farmaceutica ed ora è responsabile dell’approvazione, il controllo e l’efficacia dei vaccini, incluso AstraZeneca.
Ecco il video con la traduzione
Tra l’altro, sto notando che ormai da tempo le battaglie principali su questi temi le stanno portando avanti partiti spostati più a destra. Con quelli di sinistra non pervenuti e ormai accondiscendenti con certi poteri.