Perché Elon Musk indigna per licenziamenti e Zuckerberg no

Perché Elon Musk indigna per licenziamenti e Zuckerberg no

Tempi duri per le Big Tech, tra crolli in Borsa e bilanci in rosso. Tanto che qualcuno sta già paragonando la crisi attuale a quella dei dot-com del 2000. Quanto molti colossi informatici, dopo una crescita che sembrava inarrestabile, caddero nel mercato azionario come le mosche colpite dal DDT.

Del resto, il settore informatico è così. Vive di dinamicità ed è altamente volatile. Certo, ci sono aziende che reggono da decenni, come Microsoft e Google, forse per la capacità dei loro management di saper guardare al futuro con piedi ben saldi sul presente.

E così, dopo l’annuncio del nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, di voler licenziare in massa (allarme poi parzialmente rientrato), anche Mark Zuckerberg annuncia tagli apocalittici. E prima di loro, lo aveva fatto Amazon.

I licenziamenti di Meta

Peccato che il mondo radical-chic non si sia stracciato le vesti per l’annuncio di Zuckerberg, co-fondatore di Facebook, di voler licenziare il 10% dei dipendenti della sua azienda. Oggi ribattezzata Meta. Che quindi dovrebbero essere circa 8.700, visto che ne conta circa 87mila. Del resto, Zuckerberg è stato sempre politicamente molto vicino ai Dem, tanto da affossare, a colpi di algoritmi, le notizie che riguardavano i repubblicani. Oltre ad aver pesantemente colpito i piccoli editori indipendenti e/o anti-sistema in favore delle Major dell’editoria progressista.

Il padre di Facebook sta puntando molto sul Metaverso, tanto da aver cambiato nome al Social in Meta, aggiudicandosi anche WhatsApp e Instagram. Cosa che è anche dietro i continui down ai social (ne abbiamo parlato qui). Il progetto però non decolla e da anni ormai Facebook ha perso appeal, diventando soprattutto una piattaforma per i cosiddetti “boomer“, dalla quale gli Under 30 si tengono ormai lontani. Ammaliati in particolare da TikTok.

Elon Musk annuncia licenziamenti, ma lo fece anche Steve Jobs

In questi giorni Elon Musk aveva annunciato il licenziamento di circa 3.250 lavoratori di Twitter, suscitando rabbia ed indignazione. Ma, come ricorda il Digital strategist Domenico Brandi su Il Fatto Quotidiano, qualcosa di simile la fece anche Steve Jobs quando rientrò in Apple dopo esserne uscito anni prima.

Anzi, Jobs fece pure peggio, visto che Apple licenziò 4.100 dipendenti di Apple nel 1997. Del resto, quando un’azienda è in crisi, generalmente la prima cosa che fa il nuovo Ceo è licenziare in massa, al fine di alleggerire i conti. Per fortuna perl, Jobs andò oltre e rivoluzionò il modus operandi di Apple, mettendo il cliente al centro ancora prima che i fatturati, proponendo prodotti che creassero bisogni anziché soddisfare quelli già esistenti.

I licenziamenti di una Big Tech non sono poi equiparabili a quelli di una fabbrica che licenzia operai generici magari pure Over 50, che avranno molte difficoltà a trovare un nuovo lavoro. Si tratta invece di persone che possono scrivere sul curriculum di aver lavorato per questo o quel colosso, oltre che di aver acquisto determinate competenze tecniche.

Non manca poi chi ha deciso di creare una propria start-up coi soldi e le competenze accumulate, proprio come fece Steve Jobs momentaneamente, seppur spontaneamente, uscito da Apple.

In realtà, dietro l’indignazione dinanzi ai licenziamenti di Elon Musk ci sono anche ragioni politiche, le stesse che non suscitano troppe reazioni se a tagliare è il buon Mark. Musk aveva già annunciato di voler ripristinare l’account di Trump, anti-democraticamente chiuso da Twitter. E nelle occasioni del Mid-term ha suggerito di votare repubblicani perché così si riequilibrano i poteri.

Con lui alla guida di Twitter ne vederemo delle belle. E il social, da simpatico uccellino di colore blu, potrebbe trasformarsi in un’aquila che vola sopra l’ipocrisia di certi intellettuali.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

2 Risposte a “Perché Elon Musk indigna per licenziamenti e Zuckerberg no”

  1. Non conosco bene la faccenda (e i precedenti), quindi non ho un’opinione netta in merito, ma il tuo punto di vista è sicuramete interessante e originale.

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