Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito democratico da quasi una settimana. Di lei abbiamo già detto qui, mentre altri aspetti stanno emergendo a poco a poco. Come il fatto che anche lei rappresenti la solita finta svolta che dalle parti del Pd si registra ad ogni nuovo vincitore delle primarie. Ritorna insomma puntuale il gattopardiano “cambiare tutto affinché nulla cambi”.
Della Schlein abbiamo per esempio appreso della famiglia borghese, vicina a Romano Prodi. O di un ticket di George Soros in suo favore quando divenne parlamentare europea nel 2014. Anche lei godé dunque del renzismo imperante nel Pd di quel periodo (quello del famoso 41%).
O di come anche lei, commentando il caso di un aggressione subita a Firenze da alcuni studenti da parte di un movimento neofascista, abbia parlato di “pericolo fascista“. La solita litania dei suoi predecessori insomma.
Ma cosa pensa Elly Schlein sulla guerra in Ucraina? Difficile saperlo.
Elly Schlein cosa pensa sulla guerra in Ucraina
Pagella politica ha fatto un resoconto di dichiarazioni e voti della Schlein rispetto alla Guerra in Ucraina.
Il 24 febbraio 2022, il giorno in cui è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Elly Schlein – all’epoca vicepresidente della Regione Emilia-Romagna – ha scritto su Twitter:
L’attacco di Putin all’Ucraina è un atto criminale che costerà vite umane e sofferenza, specie fra i civili. L’Ue e l’Italia, che ripudia la guerra, rispondano uniti con fermezza e senza ambiguità. Serve ogni sforzo e una mobilitazione internazionale per fermare questa follia
Alcuni giorni dopo, il 18 marzo 2022, Schlein ha commentato in un’intervista su la Repubblica il dibattito sul primo invio di armi all’Ucraina.
Per chi, come me, viene dalla cultura del disarmo, è un vero dilemma etico. Penso che la pace non si faccia mai con le armi. Ma non mi sento nemmeno di demonizzare chi ha risposto a una precisa richiesta della resistenza ucraina
Ciò che invece trovo preoccupante è la corsa al riarmo dell’Europa. La difesa comune dovrebbe servire a ottimizzare, a razionalizzare la spesa militare complessiva dei singoli Paesi, non ad aumentarla
Dunque, appare lampante la sua difficoltà: pacifista e contro le armi, ritiene però dover appoggiare militarmente l’Ucraina. Giusto?
La sua ambiguità continua nei mesi successivi. Il 29 agosto, durante la campagna elettorale, ospite di La corsa al voto su La7.
Ho avuto una posizione molto dubbiosa sull’invio delle armi all’Ucraina perché ho compagne e compagni che hanno votato a favore nel Parlamento
Secondo me non è con le armi che risolveremo il conflitto con una potenza nucleare e da federalista europea convinta, quindi con nessun dubbio sulla mia collocazione europea e atlantica, vorrei vedere un ruolo più forte dell’Unione europea nel cercare una via per porre fine alla guerra
I voti di Elly Schlein in Parlamento sulla guerra in Ucraina
Se le dichiarazioni lasciano il tempo che trovano e possono cambiare nel tempo (e ciò nel caso dei politici capita anche troppo spesso), ciò che conta davvero sono i voti in Parlamento. Come ha votato la Schlein sulla Guerra in Ucraina? Sempre a favore dell’invio di armi.
Eletta deputata alle elezioni politiche del 25 settembre, il 13 dicembre alla Camera dei deputati ha dato il suo voto favorevole alle risoluzioni che consentivano al governo di prorogare l’invio delle armi fino alla fine del 2023. In quell’occasione Schlein ha votato contro le due risoluzioni del Movimento 5 stelle e di Alleanza Verdi-Sinistra che chiedevano al governo di sospendere la fornitura di armi all’Ucraina.
Il 24 gennaio 2023 Schlein ha votato a favore anche della conversione in legge del decreto-legge che ha prorogato per tutto il 2023 l’invio di aiuti militari agli ucraini.
La mozione con la quale si è presentata alle primarie del Pd hanno riproposto la solita ambiguità:
Sosteniamo e sosterremo il popolo ucraino con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi, per ristabilire il diritto internazionale e i principi su cui si fonda la convivenza pacifica fra i popoli. Senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvono i conflitti, e che non possiamo attendere che cada l’ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta
Insomma, la Schlein vota a favore dell’invio delle armi all’Ucraina ma poi dice di sperare in una risoluzione pacifista del conflitto. La storica doppia morale di sinistra insomma. Per una Under 40 in piena ascesa, presentata come il futuro e il nuovo che avanza del Partito democratico, non è proprio un bel biglietto da visita.