Schlein, altro che novità: nel Pd vuole riportare Bersani e D’Alema

Schlein, altro che novità: nel Pd vuole riportare Bersani e D’Alema

Il 26 febbraio i sostenitori del Partito democratico saranno chiamati a decidere chi prenderà il posto del dimissionario Enrico Letta alla guida della segreteria nazionale. Si tratterebbe dunque del nono segretario in 15 anni di storia. Quattro i nomi in corsa: Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli.

I primi due restano i più favoriti, mentre Cuperlo ha davvero minime speranze di farcela. Già sconfitto 10 anni fa da Renzi. Difficile pure per la De Micheli, che non rappresenterebbe di certo una svolta rispetto ai disastri degli ultimi anni, visto che ha un ruolo attivo da tempo nel partito.

Ho già presentato lo scontro Bonaccini Vs Schlein in un precedente articolo. Il primo è lo stimato Governatore dell’Emilia Romagna, capace di farsi confermare contro la Lega del Salvini dei tempi d’oro (anche grazie all’aiuto delle Sardine). Mentre la seconda, il cui nome rievoca un romanzo inglese ottocentesco, incarna la visione liberal della sinistra americana. Moderna, orientata ai Social e alla Green generation. Non a caso, ha contribuito alla campagna elettorale per Barack Obama sia nel 2012 che nel 2008.

In realtà però, Elly Schlein è il solito volto giovane che maschera una visione vecchia. Basta solo dire che vuole riportare nel Pd gente come D’Alema e Bersani.

Elly Schlein rivuole D’Alema e Bersani nel Pd

Come riporta Libero, la Schlein è stata ancora più esplicita di Bonaccini, spiegando di “sperare che Bersani e D’Alematornino a casa. Non un dialogo, come il governatore emiliano aveva preannunciato in una intervista, ma un vero e proprio auspicio.

D’Alema e Bersani rappresentano quel centro-sinistra che ha governato nella seconda metà degli anni ’90 e tra il 2006 e il 2008. Quella “finta sinistra” che ha smembrato i diritti dei lavoratori, ha disastrato scuola e università e ci ha portato nella moneta unica senza chiederci il permesso. Il tutto, per perseguire le idee laburiste della sinistra anglosassone, incarnata da Clinton e Blair.

D’Alema, Bersani e co. sono quelli che non si sono mai opposti realmente al berlusconismo. Finendo pure per emularlo e co-abitarci. Soprattutto Massimo D’Alema, con l’idea della bicamerale su tutte.

Certo, ha inciso molto la paura di essere tacciati ancora come anacronistici e comunisti inside. E dunque hanno abbracciato il liberismo incalzante che ha infiammato il mondo negli anni ’90, dopo la caduta del muro di Berlino.

Con la nascita del Partito democratico, poi, i post-comunisti hanno avuto ancora minore voce in capitolo, finendo preda dei post-democratici. La rottamazione di Matteo Renzi, forte del 41% alle europee del 2014, li ha defenestrati dal partito.

Certo, si tratta di risorse che andavano tenute per la loro esperienza, ma anche di personaggi che non ci stanno a farsi da parte, non ammettendo di avere già avuto la loro occasione e di aver fatto il proprio tempo.

Un po’ quanto fatto dai “vecchi” della Lega, che si sono fatti da parte facendo spazio al rampante Matteo Salvini. Anche se ultimamente, ora che le cose vanno peggio, stanno tornando in auge. Vedi il redivivo Bossi.

Elly Schlein rivuole Speranza: torna l’incubo Green pass

Ora Elly Schlein vuole riportarli nel Partito democratico. E non solo loro: vuole imbarcare pure Roberto Speranza, il poco stimato ex Ministro della sanità. Il che fa anche temere per un ritorno al passato di Green pass e misure simili. Insomma, niente di nuovo sotto l’ormai marcito Ulivo.

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