Elisabetta II, il Giubileo è forse l’addio di un regno in decadenza

Elisabetta II, il Giubileo è forse l’addio di un regno in decadenza

Giubileo Elisabetta II

Elisabetta II è stata celebrata con un Giubileo per i suoi 70 anni di regno. Giorni di festa, sebbene molti londinesi abbiano lasciato la città per il weekend. Ma nel corteo finale tenutosi ieri, fatto di sfilate e carri allegorici, il quarto giorno consecutivo di festeggiamenti, il bagno di folla non è mancato. Forse alimentato anche da molti turisti.

Il regno di Elisabetta II è iniziato nel lontano 1952, quando il Regno Unito uscito vincitore dalla II Guerra mondiale, seppur con le ossa rotte, era ancora una superpotenza coloniale che padroneggiava soprattutto in Asia e in Oceania.

Bloomberg ha fatto un impietoso confronto tra la Gran Bretagna di ora e allora: come Premier c’era ancora un certo Wiston Churchill e stava per nascere una prima forma di Unione europea con tanti buoni propositi (poi traditi nei fatti). Si trattava anche di una grande potenza industriale, misurabile nel fatto che fosse responsabile per l’8 per cento delle emissioni mondiali di CO2. Mentre oggi lo è per l’1 per cento. Imponente anche la forza militare, visto che contava 872mila militari, oggi 148 mila.

E cosa dire poi delle esportazioni: il Regno Unito contribuiva per il 9 per cento al livello mondiale, oggi appena al 2 per cento.

Giubileo Elisabetta II e la fotografia triste della famiglia reale

Il declino della famiglia reale britannica è iniziato negli anni ’90. Un pesante incendio del ‘ 92 al Castello di Windsor, residenza ufficiale della casa reale, sembra essere un funesto presagio di quanto accadrà di lì a poco ai reali britannici.

Il divorzio tra Carlo e Diana, la morte ancora oggi misteriosa della seconda, i grattacapi del terzo genio principe Andrea coinvolto nello scandalo sessuale Epstein (anche quest’ultimo, guarda caso, morto misteriosamente), il nipote Harry che ha deciso di rinnegare il sangue blu e di seguire la bella Meghan in America.

Ed ancora, a livello nazionale, la Brexit, che ha visto la Gran Bretagna uscire dall’Unione europea dopo averla co-fondata. Un regno che si è sempre più ridimensionato, perdendo quasi tutte le colonie, abbandonate a se stesse con destini ancora irrisolti (vedi, tra questi, il caso Hong Kong).

La Regina Elisabetta ha cercato di mantenere unito il paese sotto la sua corona. Ma ormai la Terza età (diremmo pure Quarta) sta presentando il conto pure a lei, e la forza non è più quella di un tempo. Anche perché la morte del gaffeur, il Principe Filippo, alla soglia del secolo di vita, è stata una mazzata psicologica pure per una donna d’acciaio come lei (la Lady di ferro era invece Margharet Thatcher, che con lei ebbe un rapporto di stima reciproca ma non sempre di comprensione).

Lascia ben sperare il Principe William e sua moglie Kate. Molto più conformisti ed austeri e pronti a subentrare in futuro. Ma i britannici cantano ancora “God save the Queen“. Perché dopo Elisabetta II non sanno cosa sarà di loro.

L’invidia di noi italiani

E noi italiani un po’ di invidia, diciamocela tutta, la proviamo. Nel vedere i britannici così legati ad una figura istituzionale. Noi, che i monarchi li abbiamo cacciati nel ’45 e che i governanti li riteniamo solo dei ladri e dei nemici alla nostra felicità.

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