Elezioni Umbria, quando la Democrazia sconfigge ancora la Casta

Prendendo in prestito un vecchio spot con Renato Pozzetto, possiamo dire che il voto è come il Natale: “quando arriva, arriva”. Perché la Democrazia è così. Prima o poi si va a votare e chi cerca di restare avvinghiato alle poltrone evitando il voto, finisce poi per fare harakiri.

Lo sa bene il Partito democratico, che di manovre di palazzo per restare al Governo se ne intende. Lo fece dal 1996 al 2001, cambiando ben 4 governi. E lo ha fatto dal 2013 al 2018, cambiandone 3. E’ pur sempre un miglioramento. Peccato però che alla fine di queste rocambolesche legislature, finisca sempre per prenderne di santa ragione.

Ebbe un avviso di sfratto alle regionali del 2000, pesantemente vinte dal centrodestra allora all’opposizione. Costringendo il Governo D’Alema II a dimettersi, con l’arrivo al governo di un tecnico: il poco amato, scusate il gioco di parole, Giuliano Amato. Perdendo poi le elezioni politiche di un anno dopo, che videro il ritorno di Berlusconi al governo.

Così come nel 2018, al termine della succitata legislatura dove si avvicendarono Letta, Renzi e Gentiloni. Il Pd ha preso il 18%, mentre tutta la coalizione il 23.

Stesso dicasi per i Cinquestelle, ormai in totale crisi d’identità. Partiti come anti-Casta, diventati loro stessi Casta. Alleatisi prima con la Lega, offesa e critica fino a quel momento e poi col Partito democratico. Più che vilipeso per 10 anni.

Se almeno con la Lega c’era un comune intento di cambiare i rapporti subordinati all’Ue, molto meno comprensibile è stata l’alleanza con il Pd. Apparsa semplicemente come un modo per restare comodamente seduti ai posti di comando.

E cosa dire di Giuseppe Conte, partito con eleganza e in punta di piedi, e finito per diventare un arrogante pagliaccio come tanti. Finendo pure per offendere gli umbri al voto, affermando che il peso di quella regione era meno di quello della provincia di Lecce. E quindi, pure i leccesi stessi. Peccato, mi aveva fatto una bella impressione nel suo discorso d’insediamento di un anno fa e tutto sommato fino a maggio scorso. Quando ha iniziato a flirtare con la Merkel e il Ppe.

Ed in Umbria, sempre restando in tema di citazioni, abbiamo la storia di una sconfitta annunciata. Il Centrodestra ha vinto per venti punti di distanza sull’alleanza Pd-M5S. Una sconfitta patita non solo per i motivi suddetti, ma anche perché in Umbria si sono alleati il partito uscente a colpi di manette per uno scandalo nella Sanità, e il partito che aveva denunciato quello scandalo.

L’Umbria è una regione governata da sempre dalla sinistra. Regione che ospita l’Umbria jazz e l’Eurochocolate, in quel di Perugia. Che ha tanti borghi tipici, come Spello e Gubbio (diventato famoso perché per anni ha ospitato la Fiction Don Matteo). Il Lago Trasimeno, dai colori argentati.

Che vanta una delle più importanti città sante, Assisi, dove nacque San Francesco. Da dove proviene Santa Rita, Cascia. Che ci regala tra i più buoni salumi al Mondo, a Norcia. E come non citare Foligno, Città di Castello, Umbertide, Spoleto, Gualdo Tadino, Bastia Umbra, Orvieto, Amelia, Narni, Marsciano, Todi. Ognuna un piccolo scrigno con un prezioso tesoro.

Una Regione che meriterebbe un Turismo meglio sfruttato, una maggiore valorizzazione. Forse paga le dimensioni ridotte e la vicinanza a Roma. Ma che rappresenta, per la propria posizione geografica, il cuore dell’Italia.

Vediamo nel dettaglio il risultato delle elezioni [sta_anchor id=”umbria”]umbre[/sta_anchor].

Elezioni Umbria risultati

Come riporta Il Post, la coalizione che sostiene Tesei ha ottenuto circa il 57,55 per cento dei voti, mentre la coalizione formata da PD, M5S e da due liste ambientaliste che sostiene Vincenzo Bianconi ha ottenuto il 37,49 per cento dei voti. Per il centrodestra è una vittoria storica, dopo che in Umbria per quasi cinquant’anni aveva governato il centrosinistra.

Per la coalizione di PD e M5S, che si presentavano per la prima volta insieme, la sconfitta – molto netta – è probabilmente il segno che qualcosa non ha funzionato.

Sui singoli partiti, il conteggio ufficiale dice che la Lega è il primo partito con 36,93 per cento dei voti, seguita dal Partito Democratico con il 22,36 per cento, da Fratelli d’Italia con il 10,40 per cento e dal Movimento 5 Stelle, che si è fermato al 7,41 per cento. Forza Italia ha ottenuto il 5,49 per cento dei voti, mentre le due liste civiche della coalizione di Bianconi non hanno ottenuto insieme più del 3 per cento dei voti.

Il centrodestra unito, dunque, conferma di essere vincente. Sebbene debba molto, se non tutto, a Matteo Salvini. In Umbria possiamo chiamarlo il “Patto del cioccolato”, versione perugina del Patto dell’arancino stretto per le regionali in Sicilia. Manco a dirlo vinte.

Matteo Renzi si è chiamato fuori dal voto umbro, non avendo Italia viva sue liste. Del resto, l’ex Sindaco di Firenze e Premier, quando sente puzza di sconfitta, sparisce a dovere.

Chi è nuovo Governatore Umbria

donatella tesei umbria chi è

La nuova presidente della regione Donatella Tesei ha 61 anni ed è una senatrice della Lega e un’avvocata. Nel 2009 fu eletta sindaca del suo paese, Montefalco in provincia di Perugia, incarico a cui fu rieletta nel 2014.

Nel 2018 fu infine candidata ed eletta senatrice con la Lega. La sua non lunghissima carriera politica è comunque notevolmente più consistente di quella di Bianconi, 47enne imprenditore turistico, presidente della Federalberghi umbra e in passato molto vicino al centrodestra locale.

Ora gli occhi sono puntati sulle elezioni regionali in Emilia Romagna, che si terranno il prossimo 26 gennaio. Il Pd rischia di perdere un’altra storica roccaforte, che per il peso demografico ed economico che ha, rappresenterebbe una sconfitta grave.

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