Édith Piaf, i due eventi che segnarono la sua vita

Ripercorriamo gli eventi tragici che segnarono la vita di una straordinaria chansonniere: Édith Piaf.

Chi era

Édith Piaf, pseudonimo di Édith Giovanna Gassion, nacque a Parigi il 19 dicembre 1915.

È stata una prolifica interprete del filone della chanson, tra gli anni ’30 e gli anni ’60. E viene largamente considerata come la più grande cantautrice francese di tutti i tempi. Veniva soprannominata anche “Passerotto” per la sua statura minuta. Era alta un metro e cinquantasette ed era molto gracilina. Infatti passerotto nel francese popolare si dice proprio piaf.

Ma il soprannome Piaf deriva anche dalla “ugola insanguinata“, che è appunto quella di un passerotto, poiché la sua voce era caratterizzata da numerose sfumature. In molti casi era lei stessa l’autrice dei testi delle canzoni che interpretava. Proprio come un passerotto ha un cinguettìo sorprendente malgrado le dimensioni ridotte, così lei aveva una voce potente nonostante il fisico.

Il suo stile lancerà un filone di straordinari cantautori, come Yves Montand, Charles Aznavour, Eddie Constantine, Norbert Glanzberg, Gilbert Bécaud, Félix Marten, Georges Moustaki e Théo Sarapo. Che ella definirà suoi eredi.

Oltre per la sua straordinaria voce, Piaf viene ricordata anche per la sua personalità solare, estroversa, dalle mille sfaccettature, estremamente acculturata e sensibile. Malgrado i tanti problemi che, come vedremo, costelleranno la sua esistenza.

Un altro soprannome è quello di “mecenate di Parigi“, per le frequentazioni di altissimo livello e le amicizie con i più alti esponenti artistici, letterari, musicali, filosofici e culturali del secolo.

In pochi poi sanno che porta il suo nome un asteroide della fascia principale, scoperto nel 1982: 3772 Piaf.

Le canzoni più famose

Nel 1936 Édith Piaf registrò il suo primo album :Les mômes de la cloche. Mentre la sua prima esecuzione come cantante professionista arrivò l’anno successivo, grazie al suo agente e amante: il compositore Raymond Asso.

La fama invece arrivò grazie al suo debutto al teatro ABC di Parigi. Divenne così una star del music-hall e raggiunse la fama.

Le sue apparizioni in radio, a teatro e nei film ebbero un successo clamoroso. Anche se la Francia all’epoca era occupata dai nazisti e le sue apparizioni nei club erano seguite con una certa “attenzione”, pare che riuscì comunque ad aiutare numerosi prigionieri francesi a fuggire dal campo di concentramento di Stalag III, situato nei pressi di Berlino, fornendo loro documenti falsi.

Nel 1945 Édith Piaf scrisse la sua canzone più famosa: La vie en rose.

Tra i suoi brani più celebri ricordiamo:

  • Mon légionnaire
  • Le Fanion de la Légion
  • L’Accordéoniste
  • Tu es partout
  • La Vie en rose
  • Les Trois Cloches
  • Hymne à l’amour
  • Padam… Padam…
  • Je t’ai dans la peau
  • Sous le ciel de Paris
  • Les Amants d’un jour
  • La Foule
  • Mon manège à moi
  • Milord
  • Non, je ne regrette rien
  • Mon Dieu
  • À quoi ça sert l’amour

La sua frase più celebre resta questa:

Non, rien de rien. Non, je ne regrette rien. Ni le bien qu’on m’a fait, ni le mal. Tout ça m’est bien égal

Tradotto:

No, niente di niente. No, non rimpiango niente. Né il bene che mi è stato fatto, né il male. Per me è lo stesso

L’infanzia difficile

La sua infanzia fu difficile fin dalla nascita. Si narra infatti che sia stata data alla luce perfino su un marciapiede su cui la madre, artista di strada berbera, era stata colta dalle doglie. Sebbene tale leggenda pare essere stata smentita dal certificato di nascita di un ospedale: il Tenon, sito nei pressi di Belleville.

Tuttavia, in quel luogo, il numero civico 72 di rue Belleville, c’è ancora oggi una lastra commemorativa inaugurata qualche anno dopo la sua morte dal cantante e attore Maurice Chevalier. Il che rende ufficiale la notizia.

Il padre era un normanno contorsionista, mentre la nonna materna ogni tanto le riempiva il biberon di vino rosso convinta che prevenisse le malattie. Inoltre, la bambina viveva in condizioni di scarsa igiene, malattie esantematiche e denutrizione.

La piccola Édith crebbe per un periodo anche in una casa di tolleranza in cui la nonna paterna svolgeva la professione di cuoca, prima di cominciare a lavorare nel circo di strada del padre a 7 anni.

Qui però la bambina iniziò a ricevere adeguate attenzioni, conducendo finalmente una vita normale. Tuttavia, la sfortuna tornò a fargli visita: fu colpita da una malattia agli occhi, la cheratite. La nonna la portò a Lisieux, dove era sepolta santa Teresa del Bambin Gesù, in modo che potesse pregarla in cambio della guarigione. Che effettivamente avvenne dopo qualche tempo. Da quel momento in poi Édith fu devotissima a santa Teresa.

La morte della figlia

A 17 anni conobbe Louis Dupont a Romainville, nella banlieue di Parigi, suo primo uomo, con cui ebbe una bambina nel 1933: Marcelle Carolina Gassion, che diede alla luce l’11 febbraio 1933. Poi, dopo il riconoscimento del padre, assunse il nome di Marcelle Carolina Dupont.

La coppia però scoppiò presto con continui litigi ed Édith decise di riprendere a cantare per le strade portando la bambina con sé. Fino a trasferirsi con la figlia e l‘amica Momone a Pigalle. Quartiere famoso per Le moulin rouge. Tuttavia, Louis decise di portare la figlia a sua madre e di levarla a Édith che svolgeva una vita troppo itinerante.

Louis però era molto giovane e non fu in grado di badare adeguatamente alla neonata, che lasciava spesso a casa da sola: di fatti, la piccola morì di meningite a soli due anni, il 7 luglio 1935 in ospedale.

Questo tragico evento sarà il primo e forse più grande dolore di Édith, anche perché vivrà per sempre col rimorso di non aver accudito a dovere la figlia. Ma, come vedremo, non sarà l’unico.

La morte dell’impresario

Édith venne scoperta a 20 anni dall’impresario Louis Leplée grazie al quale come detto debuttò nel 1935 sotto lo pseudonimo, scelto dall’impresario, La Môme Piaf.

Tuttavia, Leplée verrà, poi, trovato assassinato presso la sua abitazione, per via di un importante furto. La prima pista seguita dagli inquirenti perseguiva anche il possibile coinvolgimento di amicizie della giovane Môme Piaf. La quale, dopo 48 ore di interrogatorio, venne giudicata innocente e il caso venne archiviato per mancanza di prove.

Quell’evento non fermò fortunatamente la carriera, ma perse l’appellativo tanto congeniale di Môme. Dovendo di fatto ripartire d’accapo.

La tragica fine della relazione con il pugile

Un altro evento che segnerà la sua vita sarà la morte dell’amatissimo pugile Marcel Cerdan.

I due si conobbero nel 1947, durante un pranzo organizzato dai coniugi Pills-Boyer fuori New York. Cerdan all’epoca era campione dei pesi medi, originario di Casablanca, già sposato e padre di 3 figli. Al suo rientro a Parigi, i due si rividero in occasione della serata organizzata in suo onore al Club des 5, sebbene il vero amore sbocciò in America, quando i due decisero di andare a cena assieme. Tra l’altro, era la prima volta che Édith si innamorava di qualcuno che non facesse parte del mondo della musica.

Data la professione molto impegnativa di entrambe, che li teneva spesso in trasferta, i due comunicavano molto attraverso corrispondenza. La presenza della Piaf ai vari incontri di Cerdan e la rispettiva presenza dello stesso ai concerti della cantante alimentò un’ipotesi di relazione tra i due nella stampa scandalistica, prontamente smentita da parte di Édith stessa nel corso di una conferenza stampa.

A confermare però la relazione tra i due fu una foto che li ritraeva insieme all’uscita di un aereo New York-Parigi, nel marzo del 1948. I pettegolezzi della stampa arrivarono sino in Marocco dove la moglie Marinette venne rassicurata dallo stesso marito che smentì categoricamente la relazione fedigrafa. E partì con Marcel e i figli alla volta di Parigi e poi New York.

All’inizio del 1949 i due presero anche casa insieme: una villa al numero 5 di rue Gambetta 70 a Boulogne-Billancourt. La pagarono diciannove milioni di franchi, un buon prezzo, da un miliardario in bancarotta di nome Gilbert des Crances. In quella casa, insieme alla migliore amica e compositrice Simone Berteaut, Édith scrisse per lui una delle sue canzone più belle e celebri: Hymne à l’amour. Che propongo di seguito:

Il 28 ottobre 1949 l’aereo che trasportava Marcel Cerdan da Parigi a New York (si trattava del nuovo modello “Constellation” di Air France) precipitò sulle Azzorre. Nello stesso momento in cui l’aereo precipitava, Édith stava cantando al Versailles. La Piaf, anche se in preda al dolore, decise di cantare lo stesso quella sera, dedicandogli il suo repertorio, soprattutto il meraviglioso brano Hymne à l’amour. Aprì lo spettacolo dicendo:

Questa sera canto per Marcel, solo per lui…

Resse per cinque canzoni, ma, mentre cantava Escale, crollò sul palco priva di sensi. Da lì in poi la sua salute non sarà più la stessa.

La dipendenza dai farmaci

Édith fu successivamente colpita dall’artrite reumatoide, che le portò grandi dolori, ai quali poi si aggiunsero quelli causati da ben due incidenti d’auto, che gli procurarono diverse fratture costali che le impedivano di respirare senza provare dolore.

Da quel momento in poi cominciò a fare un leggero uso di morfina, dapprima sotto prescrizione. Questo tuttavia non le impedì di continuare a cantare. L’uso però iniziò ad essere maggiore sempre più, al punto da causargli dipendenza.

Tra una storia d’amore e l’altra, e ancora con persone già sposate, e tra una tournée di successo e l’altra, il suo stato di salute andava peggiorando. Era vittima di sempre maggiori vuoti di memoria dovuti alla mancanza di sonno e di una progressiva debolezza. Non riuscì a completare la tournée, in quanto a Dreux, il 13 dicembre, venne colpita da malore e violenti giramenti di testa.

Ciò ebbe anche ripercussioni sulla sua vita mondana, dovendo rinunciare spesso ad eventi. Veniva poi anche sovente pungolata dalla stampa scandalistica.

La morte

L’ultima esibizione di Édith avvenne a marzo del 1963 all’Opéra de Lille.

L’ultima tappa fu Grasse, presso la villa denominata “L’Enclos de la Rourée“, dove rimase per il mese di settembre sino al 10 ottobre 1963, data in cui si spense. La segretaria e confidente Danielle Bonel, assieme all’infermiera Simone Margantin, organizzò clandestinamente il trasporto del corpo presso Parigi, ove venne dichiarata la morte dal medico Bernay de Laval il giorno successivo, alle 7 del mattino.

Le cause del decesso furono poi attribuite alla rottura della vena porta, causata da problemi epatici, sviluppatisi a causa del massiccio uso di medicine. Che ella ormai adoperava come fosse droga.

Al suo funerale, tenutosi il 14 ottobre, presero parte migliaia di persone, parigine e venute da ogni parte del mondo. Il prefetto Amand affermò che non si era mai vista una tale mobilitazione popolare dalla Liberazione nel 1945.

Il suo corpo riposa nel cimitero parigino delle celebrità, il Père-Lachaise, vicino a Henri Salvador; l’elogio funebre venne scritto da Jean Cocteau, che però morì d’infarto poche ore dopo aver appreso la notizia della morte della cantante.

Disse di lei l’attrice tedesca Marlene Dietrich, con la quale strinse un grande rapporto d’amicizia:

Molti anni dopo, quando prese a drogarsi, cessai di esserle fedele. Era più di quanto potessi sopportare. Conoscevo i miei limiti, pur comprendendo il suo bisogno di drogarsi. Ma comprendere non significa sempre approvare. Che potevo fare? Nonostante tutti i miei sforzi per aiutarla, incappavo contro quel muro inamovibile che è la droga.

Ero disperata. Le droghe non erano pericolose come quelle di oggi – non esisteva l’eroina né altre sostanze altrettanto dannose – ma erano pur sempre droghe e io rinunciai ad aiutarla. Il mio amore per lei persisteva ma era diventato inutile. Edith non era sola. Come ci si poteva aspettare, aveva accanto un giovane a lei devoto.

Abbandonai Edith Piaf come una bambina perduta, che si rimpiangerà sempre, che porterò sempre nel profondo del cuore.

Ascolta l’articolo

Fonti utilizzate:

Wikipedia

Caffebook

MarieClaire

Vocidivine

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.