BRUNO TABACCI – Laureato in Economia e Commercio, 66 anni, ha un lunghissimo curriculum vitae: con la Democrazia Cristiana dagli anni settanta al 1994, è stato dapprima consigliere comunale, poi consigliere regionale e Presidente della Regione Lombardia, inoltre è stato membro di diverse Commissioni e Comitati, alcuni dei quali sono stati da lui anche presieduti. In particolare è stato relatore della Legge finanziaria 1994 predisposta dal Governo Ciampi.
ECCO I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL PD
OLTRE AD ESPONENTI DEL PARTITO DEMOCRATICO CI SONO ANCHE NICHI VENDOLA E BRUNO TABACCI
Dopo il pressapochismo e la bagarre della passata edizione, il Partito democratico ci riprova con le Primarie. Lontana versione delle più famose e spettacolari che si tengono in America. Allora si scelse per Bersani come Segretario e si disse che in caso di elezioni sarebbe stato lui il candidato. Stiamo parlando del 2009, dunque abbastanza recenti. Ma si vede che i democratici ci hanno preso gusto.
Questa volta sono sei i candidati, tra cui un outsider non di poco conto: Nichi Vendola. Il Governatore pugliese si contrappone dunque ai due principali avversari, Bersani e Renzi.
Le Primarie sono aperte anche ai non tesserati al partito; una scelta scellerata che non fa altro che falsarle e consentire anche agli elettori di centro-destra di parteciparvi e avere un peso di non poco conto sul risultato finale (anche creando una minoranza forte che spacchi il partito ancor di più di quanto non sia già). Non a caso questa opportunità piace a Matteo Renzi, che nutre simpatie anche (e forse soprattutto) da destra.
Vediamo dunque i candidati e le regole.
PIERLUIGI BERSANI – E’ segretario del Pd dal 2009, anno in cui vinse le primarie contro Franceschini e Marino, presentandosi come il punto di congiunzione fra i valori cattolico-popolari e quelli del socialismo democratico.
Vanta una vasta esperienza politica, avendo ricoperto ruoli di grande responsabilità: Bersani è stato infatti Ministro dell’Industria, del Commercio, dell’Artigianato e del Turismo nel primo Governo Prodi e successivamente Ministro dei Trasporti e della Navigazione; dopo una breve parentesi da parlamentare europeo, dal 2006 al 2008 ha ricoperto la carica di Ministro dello Sviluppo Economico nel secondo Governo Prodi.
Con la “Carta d’intenti del Partito Democratico e dei progressisti”, presentata a luglio, Bersani ha precisato i punti fondamentali del programma del partito: lavoro, fisco e diritti civili. I primi due temi sono strettamente collegati, in quanto l’idea è quella di alleggerire il peso fiscale che grava sul lavoro e sulle imprese e caricarlo invece sui grandi patrimoni e le rendite. Quanto ai diritti civili, Bersani ha spiegato che quando il Pd sarà al governo intende provvedere a due norme in materia: una legge per i figli degli immigrati che vanno a scuola e il riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali.
NICHI VENDOLA – Il Governatore della Regione Puglia si era proposto per le primarie di coalizione, tuttavia, dopo la candidatura di Renzi e la visibilità mediatica che ha assunto il duello Renzi-Bersani, ha chiesto chiarimenti perché qualora si trattasse di elezioni interne al partito e non per la leadership del centrosinistra come si era detto, non sarebbe sua intenzione sostenere alcun candidato.
La storia politica di Nichi Vendola è strettamente legata all’evoluzione del comunismo in Italia. Giovane impegnato in ambito politico e sociale, si iscrive al PCI e inizia una brillante carriera nella FGCI, mettendosi in luce sin dal suo primo congresso per le sue doti oratorie, che gli son valse un applauso di ben due minuti in seguito al quale fu subito chiamato a far parte dell’esecutivo nazionale. Sciolto il PCI, entra nel Partito di Rifondazione Comunista e diventa deputato nel 1992, ruolo che abbandona in favore della presidenza della Regione Puglia. Nel 2009 fonda Sinistra Ecologia e Libertà.
La ricetta di Vendola per l’Italia: giustizia sociale ed equità, ripartire investendo nell’istruzione, nella ricerca e nella tutela del patrimonio culturale. Dal punto di vista economico, il leader di Sel ha sempre spinto per una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze, mentre abolirebbe l’Imu sulla prima casa.
MATTEO RENZI – Sindaco di Firenze dal 2009, Renzi ha mosso i primi passi in politica ai tempi del liceo, e da allora, con il sostegno del padre Tiziano, già consigliere comunale di Rignano sull’Arno in quota Dc, non si è mai fermato, arrivando alla notorietà nazionale grazie alla sua proposta provocatoria di “rottamare” il quadro dirigenziale del Pd, creando spazio per i giovani, che attualmente non riescono ad emergere.
Se il ricambio generazionale si può considerare il cavallo di battaglia di Renzi agli occhi di molti elettori, è pur vero che ha dimostrato di avere a cuore anche diverse altre tematiche, quali l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, l’elezione diretta dei politici da parte dei cittadini, la riduzione dei costi della politica e l’abolizione di molti dei privilegi dei parlamentari. Tuttavia, alcune sue posizioni vengono criticate dai colleghi di partito e da una parte dell’opinione pubblica perché considerate più vicine al centrodestra che al centrosinistra. Ne è un valido esempio l’opinione manifestata da Renzi a proposito del progetto industriale di Marchionne, che il sindaco di Firenze ha dichiarato di approvare “senza se e senza ma” e che non è stata affatto gradita invece dal mondo dei sindacati e degli operai.
Sensibile ai temi ambientali, in materia di diritti si dice favorevole alle unioni civili, ma non al matrimonio per gli omosessuali. Diverse volte si è espresso contro l’eutanasia.
Un particolare che non tutti conoscono di Matteo Renzi è il fatto che nel 2011 è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana per danno erariale e obbligato al pagamento di 14000 euro. Il reato contestato riguarda l’epoca in cui Renzi era presidente della Provincia di Firenze, per l’assunzione a tempo determinato in categoria D anziché C di quattro persone nello staff. In seguito alla condanna Renzi è ricorso in appello.
Dal 1994 al 2001 si è invece occupato della propria carriera da funzionario statale come consigliere d’amministrazione di ENI, SNAM ed Efibanca, in seguito come presidente dell’Autostrada A15 Cisa e dal 2000 copresidente della Fondazione del premio letterario Bancarella.
Nel 2001 ha aderito all’UDC di Pier Ferdinando Casini, che ha lasciato nel 2009 per confluire nel gruppo misto assieme a Francesco Rutelli e Gianni Vernetti ex Pd.
Attualmente è assessore al bilancio del Comune di Milano, carica che intende sospendere per la durata della propria candidatura alle primarie: spetterà poi al sindaco Pisapia decidere se, terminato l’impegno riaffidargli le deleghe o meno.
LAURA PUPPATO – Partecipando alle primarie per la designazione del premier per le elezioni del 2013, Laura Puppato sarebbe la prima donna a correre per la carica di primo ministro in Italia. Ha 55 anni, è un’imprenditrice nel campo assicurativo-finanaziario e proviene dal mondo dell’attivismo ambientale e non da quello politico, cui si avvicina per la prima volta nel 2002 con una lista civica appoggiata dall’Ulivo per la carica di sindaco del comune di Montebelluna, vincendo le elezioni. Successivamente rieletta, ha all’attivo diversi premi, fra i quali il Leone dell’Innovazione da parte dell’ANCI e il Premio Qualità delle Amministrazioni Pubbliche.
Candidata col Pd alle elezioni europee nel 2009, ottiene quasi 60.000 voti. Nel 2010 diventa consigliere regionale del Veneto, risultando la seconda consigliera più votata dell’intera Regione. A dicembre dello stesso anno il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano l’ha nominata Cavaliere al Merito della Repubblica.
Attualmente ricopre il ruolo di capogruppo del Partito Democratico in Veneto.
E’ estremamente attenta alle tematiche ambientali e sociali, che vede anche come risorse occupazionali per il futuro; per quanto riguarda l’economia, ritiene che ci troviamo di fronte alla crisi di un sistema economico ormai da superare. Altre riforme urgenti da affrontare, quella della giustizia e dell’amministrazione, per creare uno Stato a misura di cittadino.
REGOLE – Le primarie si terranno il 25 novembre. Un documento contiene le norme di massima delle primarie di coalizione. Nel caso al primo turno nessun candidato ottenga il 50% +1 dei voti, “e’ previsto un turno di ballottaggio per i primi due candidati da svolgersi a una settimana di distanza dal primo”. E ancora: “la partecipazione alle primarie e’ aperta a tutte le elettrici e gli elettori che dichiarano di riconoscersi nel manifesto politico dell’alleanza e si impegnano a sostenere l’alleanza alle elezioni politiche del 2013, sottoscrivendo un impegno pubblico per il successo dell’alleanza stessa e iscrivendosi all’albo delle sue elettrici ed elettori”. L’iscrizione all’albo si legge ancora nel documento “potra’ avvenire nel 21mo giorno precedente la data delle primarie fino al giorno del voto. Questo albo deve essere costruito con modalita’ tali da renderlo un concreto ed effettivo strumento di partecipazione delle elettrici e degli elettori alla campagna elettorale, al fine del successo dell’alleanza alle elezioni politiche”.
“Possono sottoscrivere la candidatura tutti gli iscritti del 2011 che abbiano rinnovato l’iscrizione al momento della candidatura e tutti i nuovi iscritti per l’anno 2012, di cui non piu’ di 3000 in ogni regione”, dice ancora il documento e sempre secondo l’Agi. I moduli saranno disponibili al Pd a partire dalle 18 di domani. La presidenza dell’assemblea, cui dovranno pervenire le candidature verificherà le sottoscrizioni entro 24 ore ed eventuali ricorsi saranno esaminati dalla commissione nazionale di garanzia entro 24 ore.
Volendo tirare le somme, il favorito è ovviamente l’attuale Segretario Pierluigi Bersani. Curiosa è comunque la corsa agli altri due posti del podio, tra Renzi e Vendola, due “disturbatori” del Pd. Oltre a Vendola, altro outsider è Bruno Tabacci (Api), che potrebbe essere la sorpresa di queste Primarie, potendo raccogliere le simpatie dei tanti elettori cattolici del Pd, ma anche dei moderati dell’Udc e del Pdl. Specie il primo avrebbe tutto l’interesse, in prospettiva di una possibile alleanza, che diventasse proprio lui il candidato di coalizione.
(Fonte: Attualissimo, Wikipedia)
ma accatt na zeppola co zucchero è meglio
di Civati non sapevo, Gozzi credo sia stimato abbastanza, ma alla fine penso anch'io vicerà Bersani e Renzi dovrebbe imparare ad abbassare un po' la cresta, (questa è la mia idea ovviamente). Comunque la questione del PD e dei suoi alleati onestamente non mi appassiona più, credo dai tempi di Prodi. ciao
vincerà Bersani, perchè a parole sono tutti per il cambiamento..a parole.