Un libro elettronico (o e-book o eBook) è una pubblicazione di libri resa disponibile in forma digitale, costituita da testo, immagini o entrambi, leggibili sul display a schermo piatto di computer o altri dispositivi elettronici. Anche se a volte definito come “una versione elettronica di un libro stampato”, alcuni e-book esistono senza un equivalente stampato.
Gli e-book possono essere letti su dispositivi e-reader dedicati, ma anche su qualsiasi dispositivo per computer dotato di uno schermo di visualizzazione controllabile, inclusi computer desktop, laptop, tablet e smartphone.
Dagli anni 2000 è iniziata la tendenza che vuole le vendite spostarsi su Internet, dove i lettori acquistano libri cartacei tradizionali e libri elettronici su siti Web che utilizzano sistemi di e-commerce.
Con gli e-book, gli utenti possono sfogliare i titoli online, quindi quando selezionano e ordinano i titoli, l’e-book può essere inviato online oppure l’utente può scaricare l’e-book.
Visto però cosa siano gli e-book, veniamo ai numeri poco lusinghieri che stanno facendo [sta_anchor id=”e-book”]registrare[/sta_anchor].
E-book, la rivoluzione mancata
Come riporta Marinella Zetti, giornalista esperta di editoria digitale, gli e-book sono stati un flop perché rappresentano solo il 10% del fatturato delle case editrici. Secondo l’Istat, infatti, nel 2017 il mercato digitale continua a crescere ma resta una nicchia che non è in grado di far compiere un balzo al comparto.
Eppure circa 27mila titoli, vale a dire oltre il 38% dei libri pubblicati nel 2017, sono disponibili anche in formato e-book e tale quota supera il 70% per i libri scolastici. Forse è troppo poco: gli editori dovrebbero fornire immediatamente la versione digitale e dare la possibilità di scelta al lettore.
Che nel nostro Paese i lettori digitali siano in costante crescita lo sostiene anche la ricerca annuale Rakuten Kobo sull’eReading: nel 2018 gli italiani sono quarti nella classifica mondiale e terzi per ore di lettura, dietro solo a Canada, Olanda e Francia.
Questi dati confermano una tendenza già emersa: i libri in formato elettronico sembrano aver contribuito notevolmente all’aumento del tempo che gli italiani dedicano alla lettura.
Flop e-book dovuta anche ai pochi lettori italiani
Però complessivamente in Italia si legge ancora poco: nel 2017 solo il 41%, circa 23 milioni e mezzo di persone con più di 6 anni, ha letto almeno un libro per motivi non professionali. Per gli editori, sono due i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura: il basso livello culturale della popolazione (42,6% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (38,4%).
Tutti concordano su un dato: l’abitudine alla lettura si acquisisce in famiglia. Tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori.
L’Istat certifica anche l’ampio divario territoriale: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (28,3%), quasi una su due in quelle del Nord-est (49,0%).
Fondamentalmente gli e-book sono stati un grandissimo successo internazionale che si sono evoluti in multimedia connessi all’tutt’uno ovunque contemporaneamente, evolvendosi gradualmente a delle gigantesche enciclopedie multi universali, dato che nel e-book si possono integrare immagini, video, link, blog, website, vocabolari online ecc.! Effettivamente gli e-book, per chi è capace di scriverli in versione multimedia, sono moduli di controllo che possono connettersi contemporaneamente a miliardi di altri mondi e grazie agli e-book è nata l’industria 4.0 che ha connesso tutte le menti del pianeta. Menti sia naturali che artificiale nel 2007. Ovvio che per chi è un’analfabeta informatico, e non ha la patente di navigazione per navigare online da cibernauta, non capirà mai il valore di un modulo di controllo internet, o cioè il valore ETICO del e-book che è un’entità superiore dotata di potenza straordinaria variamente denominata e significata nelle diverse culture scientifiche quantistiche.
Non ci credo