LA FIGLIA DELLA FORNERO IL POSTO FISSO CE L’HA, ANZI DUE – Il Ministro del lavoro Elsa Fornero dice che il posto fisso ormai deve essere dimenticato; ma a quanto pare la figlia ne ha due. Silvia Deaglio, figlia del ministro Elsa Fornero e di Mario Deaglio, economista e giornalista a soli 37 anni è professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino e responsabile della ricerca alla Hugef, una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente.
E ANCHE LA CANCELLIERI PERCULA I GIOVANI – Anche il Ministro degli interni si aggrega alla combriccola dei colleghi offensivi. Ha infatti detto: “Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà”. Una frase che si commeta da sola. Con quanto ti danno oggi le aziende, lontano da casa ci paghi al massimo il fitto e qualche alimento.
QUATTRO OFFESE IN MENO DI TRE MESI, E’ QUANTO FATTO DAL GOVERNO MONTI AI GIOVANI
DOPO LO SFIGATO DATO DAL VICEMINISTRO MARTONE A CHI SI LAUREA DOPO I 28 ANNI, ARRIVA L’IRONIA DEL PREMIER SUL POSTO FISSO
I giovani sono tornati al centro dei discorsi dei politici; non certo per la risoluzione dei loro problemi, bensì per subire battutine, sfottò, ironie e offese. Dopo il “bamboccioni” rifilato dall’ex Ministro dell’economia del Governo Prodi Tommaso Padoa Schioppa ai trentenni che vivevano ancora coi genitori, nuove insopportabili battute arrivano dal Governo tecnico in carica. Il quale lo è da meno di tre mesi, ma ne ha già sparate quattro. Non male.
PER MONTI IL POSTO FISSO E’ MONOTONO– Partendo dalla più recente, il Premier Monti, ospite a Matrix, parlando dell’annoso problema del lavoro ha detto: “I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ più bello – ha aggiunto – cambiare e avere delle sfide, purché siano in condizioni accettabili. E questo vuol dire tutelare un po meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo perché nel mercato del lavoro purtroppo non riesce a entrarci (…) nella riforma su cui il ministro Fornero e il governo sono impegnati la finalità principale è ridurre il terribile apartheid che esiste nel mercato del lavoro tra chi è già dentro e chi fa fatica a entrare e se entra, entra precario. Vogliamo tutelare un pò di più chi è quasi schiavo o non riesce a entrare nel mercato con la riforma di diversi istituti”.
Apprezzabile lo sforzo del Governo tecnico di ridurre il divario tra i super tutelati che già lavorano e che anche se sbagliano non perdono il lavoro, e chi non riesce ad entrarvi o se vi entra è vittima di contratti a breve termine e scarsamente tutelati; dunque è ricattabile e tormentato da un futuro incerto. Ma altra cosa è ritenere il posto fisso monotono, perché si sa che è ciò a cui aspirano la maggioranza dei giovani ed è la base per costruirsi un futuro indipendente dai propri genitori. Soprattutto, per riuscire a sopravvivere anche quando questi non ci saranno più. Del resto, se esistono tanti bamboccioni, è proprio per la precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro. Forse Monti ha voluto ironizzare; ma le battute proprio non gli si addicono, al contrario del suo predecessore che invece ci ha basato un’intera carriera politica.
IL PRECEDENTE DI MARTONE – Un paio di settimane fa il viceministro del Lavoro Michel Martone (che somiglia mostruosamente ad Antonio Gramsci, per gli occhialini e la capigliatura) affermò in una conferenza stampa: «Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perché vuol dire che almeno hai fatto qualcosa».
Forse Martone non sa che non tutti si laureano tardi perché svogliati e nullafacenti. Molti studiano poco perché devono lavorare sodo per pagarsi gli studi; o perché hanno subito drammi personali che li distraggono dallo studio; o hanno figli da accudire ma non vogliono rinunciare a laurearsi. E chissà quanti altri motivi ancora. Ma cosa vuole saperne Michel Martone. Figlio di Antonio, ex presidente dell’Authority scioperi finito sui giornali per aver partecipato a un pranzo a casa di Denis Verdini in odor di P3, Michel Martone, già consulente del ministro Brunetta, viene poi considerato politicamente vicino all’ex ministro del Lavoro Sacconi, ex socialista. Tanto che è finito per diventare perfino membro della Fondazione Craxi. Lui la vita dura proprio non l’ha conosciuta.
la cosa che mi fa più arrabbiare è che qst cose le dicano persone sulla carta competenti. Invece di usare frasi provocatorie con un linguaggio comune e banale, avrebbero comunque parlare di queste cose partendo da dati reali di sfondo con unlinguaggio scientico adeguato!alessandro
Ne parlo anche io da me. La cosa più criticabile di queste uscite infelici è che in realtà vogliono instillare il dubbio che è normale che le cose vadano così. Bisogna rassegnarcisi. E questo, detto da chi invece dovrebbe impegnarsi per migliorarle le cose, non si può tollerare.