Per qualcuno è un annuncio “Choc”: Alessandro Di Battista, passionario, “sceta-popolo” e rivoluzionario del Movimento Cinque stelle ha annunciato di voler lasciare la politica. O meglio, di non volersi candidare per le prossime elezioni politiche 2018. Ma di voler comunque continuare a sostenere il Movimento cinque stelle. La ragione “ufficiale” risiede nella nascita del figlio, che gli avrebbe cambiato la gerarchia dei valori. E forse da lui, che ama molto viaggiare e pensare al di fuori degli schemi, c’era da aspettarselo che la vita da parlamentare in giacca e cravatta gli stesse stretta. Ma per me c’è anche altro.
Di Battista sogna un futuro alla Varoufakis e Obama
Tuttavia, non credo che la scelta di Alessandro Di Battista sia dettata solo da ragioni così puritane. Di Battista lo ha già fatto capire col libro appena pubblicato, edito indovinate da chi? Da Rizzoli, casa editrice che un tempo lui avrebbe definito Lobby. Appartiene infatti al gruppo Rizzoli-Corriere della sera, nel quale rientra il giornale accusato da sempre (anche molto prima che lo stesso “Ale” nascesse) di essere padronale e vicino ai poteri forti che governano l’Italia. Sebbene, ma questo è un parere personale, trovo Il Corriere della sera ricco di informazioni e anche di natura sindacale. Ma a parte questa parentesi personale che frega pochi, fa un certo effetto questa cosa. Ma come? Proprio lui che per 4 anni e passa anni ci ha parlato di poteri forti, finisce per pubblicare un libro per uno di loro?!
Di Battista sogna anche un futuro da opinion leader. Da oratore di quelli che contano. Sa aizzare le piazze e sa accendere i dibattiti televisivi. E così, molto probabilmente, si darà ad una futura carriera a mo’ di Varoufakis, l’ex Ministro dell’economia greco del primo governo Tsipras (di cui ho parlato qui), ma anche Barak Obama, Michail Gorbaciov, Bill Clinton o Al Gore (qui un elenco). Ex governanti di sinistra strapagati per sciorinare banalità sul clima o sulla povertà.
Di Battista contro investitura Di Maio?
Ma oltre a ragioni intellettual-economiche, la scelta di Di Battista potrebbe anche essere scaturita dall’investitura calata dall’alto da parte di Grillo di Luigi Di Maio come Premier. Se ci fate caso, dal giorno della sua vittoria alle primarie-farsa dei Cinquestelle, si sono silenziati vari personaggi di spicco del movimento: la Lombardi, Vito Crimi, Roberto Fico, Carlo Sibilia. Giusto per fare qualche nome. Forse volevano primarie vere? Dove misurarsi realmente con il diplomatico e composto Luigino? Vero alter ego di Grillo? Chissà.
Intanto Di Battista si defila e seguirà il Movimento cinque stelle dall’esterno. Almeno fino a quando avrà qualcosa su cui scrivere e conferenze a cui partecipare. E fino a quando il conto in banca lo consentirà. Sai com’è, caro Alessandro, la nascita di un figlio, oltre a ribaltarti i valori, ti ribalta pure il bilancio familiare. E comunque, per dirla come un tuo compaesano “non escludo il ritorno”. Men che meno in politica.