Deutsche Bank salvata da amici Isis?
Come riporta Libero, a scendere in campo per salvare dal disastro la Deutsche Bank sono gli arabi. Per la precisione la casa reale del Qatar attraverso il fondo sovrano Qatar Investment Authority. L’emiro Tamim bin Hamad Al Thani ha fatto sapere di essere disponibile a incrementare la propria partecipazione al capitale dall’attuale 10 per cento fino al 25. A riferirlo è stata l’agenzia Bloomberg citando fonti vicine al dossier. Secondo le stesse fonti alcuni emissari della casa regnante hanno già avuto incontri decisivi. Si tratta di Sheikh Hamad Bin Jassim Bin Jabr Al Thani, ex primo ministro dello Stato del Golfo e dello sceicco Hamad Bin Khalifa Al Thani. Quest’ultimo ben noto agli investitori occidentali per le operazioni condotte sul capitale di importanti società quotate nelle Borse europee.
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Il peso del Qatar in Deutsche Bank
I fondi controllati dall’ex primo ministro del Qatar, hanno acquistato il 6,1% di Deutsche Bank a metà 2014 e hanno successivamente incrementato la quota poco sotto il 10%, opzioni incluse, a luglio di quest’anno. In questo modo sono riusciti finora ad evitare gli obblighi di trasparenza che scattano in Germania per gli azionisti che superino un decimo del capitale. Con lo scivolone seguito all’annuncio della maxi richiesta di risarcimento americana, gli azionisti qatarioti hanno accumulato una perdita teorica quantificata dal quotidiano Handelsblatt in oltre un miliardo di euro. Sul Qatar la business community tedesca e non solo, nutre più di una perplessità. A Doha si fanno risalire ingenti risorse fra quelle che gli Stati del Golfo pompano da anni nelle casse dell’Isis. Ma oltre all’imbarazzo per la contiguità con il califfato del terrore c’è una certa resistenza pure negli ambienti bancari a consegnare le chiavi del primo istituto tedesco agli arabi. Deutsche Bank è entrata in tutti i maggiori affari che hanno segnato la vita finanziaria negli ultimi decenni.