Sui Social si sta affacciando un nuovo fenomeno, quello del deinfluencing. Vediamo di seguito cos’è e come funziona.
Chi sono gli influencer ormai lo sappiamo tutti, volenti o nolenti. Coloro che sono in grado, attraverso varie caratteristiche come l’aspetto fisico, la capacità persuasiva di comunicare, nonché quella di creare video graficamente ad effetto, di influenzare abitudini ed azioni delle persone. Fino a modificarne le scelte o a rafforzare le loro convinzioni. Il resto fanno poi gli algoritmi, che indirizzano gli utenti verso questo o quel contenuto, amplificando dunque gli effetti. Tuttavia, sui Social si sta affacciando un nuovo fenomeno, quello del deinfluencing. Di cosa si tratta?
Cos’è il deinfluencing
Come lascia intuire il termine, si tratta semplicemente del fenomeno opposto a quello descritto nell’incipit. Ovvero, come spiega Il Giornale, la capacità di dissuadere gli utenti dall’acquistare questo o quel prodotto o di praticare questa o quella determinata azione.
I dati confermano che i contenuti di deinfluencing su TikTok e Instagram sono in grande ascesa con oltre 700 milioni di visualizzazioni a livello globale. Il successo è presto detto: il deinfluencing è sinonimo di un consumo più consapevole e responsabile, il che è in linea col fatto che, tutto sommato anche positivamente, gli utenti siano alla ricerca di autenticità. Ma anche di onestà e trasparenza. Di recente, per esempio, ha fatto scalpore il caso Elvive.
Secondo alcuni esperti di Social, il deinfluencing ha visto un enorme crescita dopo il caso Ferragni. Che ha fatto aprire gli occhi a tanti sul fatto che non sempre un influencer dica la verità e pubblichi post per il bene dei propri followers.