Napoli o Bari? 5 motivi per cui De Laurentiis sceglierà il secondo

De Laurentiis dovrà scegliere tra Napoli e Bari

Niente da fare. La famiglia De Laurentiis non potrà essere presidente contemporaneamente di Napoli e Bari. Due società rilevate rispettivamente nel 2004 e nel 2018. Entrambe fallite.

Infatti, come riporta La Gazzetta dello sport, il pittoresco e vulcanico presidente, nipote del grande produttore cinematografico Dino, si è visto respingere dalla Corte d’Appello della Figc il ricorso contro la norma federale che impone alle società di risolvere i casi di multiproprietà entro l’inizio della stagione 2024-2025. Il verdetto conferma le decisioni del primo grado.

Ora i De Laurentiis – ricordiamo che Presidente del Bari è Luigi, 43 anni, primogenito del patron del Napoli – assistiti dall’avvocato Mattia Grassani, faranno ricorso al Collegio di garanzia presso il Coni per l’ultimo grado della giustizia sportiva. Poi ci sarà eventualmente la giustizia amministrativa con Tar e Consiglio di Stato.

Qualora anche questi altri gradi di giudizio dovessero dare esito negativo, la famiglia De Laurentiis dovrà cedere uno dei due club entro il 30 giugno 2024. Ricordiamo altresì che le norme in materia prevedono che la società non possa essere ceduta a moglie o figli, e nemmeno a parenti fino al quarto grado di parentela. Onde evitare magagne interne alle famiglie.

Cosa sceglierà De Laurentiis tra Napoli e Bari

Molto probabilmente, De Laurentiis alla fine sceglierà il Bari. I motivi sono tanti. Cerchiamo di elencarli.

A Napoli non ha più niente di nuovo da dare

In primis, il fatto che il presidente romano, proprietario della Filmauro, da tempo ha esaurito il suo ciclo a Napoli. Da diversi anni ha lasciato intendere che più di questo non può ma soprattutto, non vuole dare. Vuole cioè che la squadra partenopea campeggi tra i primi 4 posti della classifica, al fine di qualificarsi in Champions league e ottenere gli introiti adeguati per fare un ottimo campionato anche la stagione seguente. Se poi ci scappa qualche coppa nazionale, bene.

Inoltre, ricordiamo che il club pugliese è di proprietà del figlio di Aurelio, Luigi, 43 anni. Che potrebbe vedere in Bari un progetto fresco e di lungo raggio. Proprio come fu Napoli per il padre.

Troppi cicli spezzati sul nascere

Troppo spesso Aurelio De Laurentiis ha smantellato squadre che potevano aprire un ciclo. Lo ha fatto con Mazzarri, Benitez, Sarri. Bastava puntellare squadre già rodate, ma ogni volta finiva per litigare con il tecnico di turno e rimandare il tutto. Ha portato a Napoli pure il vincente Carlo Ancelotti, che a Madrid ha dimostrato nella stagione appena conclusa ancora di essere forse il miglior allenatore del Mondo.

Ma a parte lui, da tempo ormai non porta nella città partenopea giocatori di livello. Anzi, arrivò a definire pure Benzema “troppo vecchio“. Eppure, il centravanti francese, e sempre col Real Madrid, ha dimostrato di poter dare ancora molto.

Rapporto complicato con i tifosi

E poi c’è il rapporto complicato coi tifosi, stanchi del suo atteggiamento, a volte quasi di sfida. ADL non coccola i tifosi, ma sembra quasi volergli fare volutamente dei dispetti. Insigne è andato via per un rinnovo contrattuale mai offerto. Mertens rischia di fare la stessa fine, eppure è amatissimo. Così come Koulibaly e Osimhen, pronti ad andare altrove per l’atteggiamento dispotico del produttore romano.

Certo, per molti tifosi azzurri è meglio questa situazione di una incerta. Fatta di proprietà inaffidabili e momenti di gloria alternati ad anni di oblio.

Mancati investimenti infrastrutturali

Infine – lasciando perdere le accuse di utilizzare il Napoli per ripulire i conti della Filmauro, visto che non ci sono prove concrete – De Laurentiis a Napoli non ha mai investito a livello immobiliare. Creando le infrastrutture che servono per un lungo progetto: una sede ufficiale, un centro sportivo di proprietà, le giovanili, un nuovo stadio. Come se fosse a Napoli sempre con un piede fuori, pronto a lasciare tutto da un giorno all’altro.

Bari piazza meno pretenziosa

A Bari troverebbe invece un ambiente più omogeneo con il suo modo di ragionare. La tifoseria non ha pretese di scudetto, ma si accontenterebbe anche di salvezze tranquille e di tanto in tanto di fare capolino a ridosso della zona europea.

Certo, non è di certo meno calda di quella napoletana, forse anche più irruenta, ma è conscia della propria dimensione. O, almeno, è ciò che De Laurentiis spera.

Insomma, parafrasando un tormentone estivo di qualche anno fa: se i tifosi del Napoli vedono nero, lui vedere Bari…

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