David Sassoli nominato Presidente Parlamento europeo, chi è e perché è una beffa

David Sassoli, europarlamentare del partito democratico, è stato eletto nuovo Presidente del Parlamento europeo. Andrà a sostituire il fuoriuscente Tajani, di Forza Italia. Volto noto essendo stato conduttore dell’edizione delle 13.30 del Tg1 e successivamente di quella delle 20, la principale.

Con l’avvento della direzione di Gianni Riotta, Sassoli diventa vicedirettore del telegiornale, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1, in onda la domenica sera, e Tv7, in onda il venerdì sera. Che conduce in alternanza con il direttore Riotta stesso.

Europarlamentare del Pd dal 2009, ha fatto sempre registrare un boom di voti. Alla prima candidatura, ad esempio, è risultato perfino essere il primo eletto della circoscrizione Italia Centrale.

Tuttavia, ora la sua nomina a Presidente del Parlamento europeo è giunta a sorpresa. Anche perché ha registrato l’ostruzionismo dello stesso Partito socialista europeo, gruppo di cui fa parte E, ovviamente, ha anche suscitato non poche polemiche. Anche dall’Italia [sta_anchor id=”david”]stessa[/sta_anchor].

David Sassoli chi è

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Come riporta Wikipedia, laureatosi alla Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell’Università di Firenze, David Sassoli ha incominciato la sua carriera giornalistica collaborando con piccoli giornali e agenzie di stampa, per poi passare nella redazione romana del quotidiano Il Giorno, dove per sette anni si è distinto seguendo i principali avvenimenti politici e di cronaca. Si è iscritto all’albo dei giornalisti professionisti il 3 luglio 1986.

La sua carriera telegiornalistica ha inizio nel 1992, come inviato di cronaca nel Tg3. Nello stesso periodo collabora con Michele Santoro nei programmi Il rosso e il nero e Tempo reale.

Nel 1996 conduce la trasmissione pomeridiana Cronaca in diretta, contenitore d’informazione di Rai 2. A Sassoli viene poi affidata la conduzione di Prima, rotocalco quotidiano del Tg1.

Diviene poi conduttore dell’edizione delle 13.30 del Tg1 e successivamente di quella delle 20, la principale. Con l’avvento della direzione di Gianni Riotta, Sassoli diventa vicedirettore del telegiornale, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1, in onda la domenica sera, e Tv7, in onda il venerdì sera, che conduce in alternanza con il direttore Riotta stesso.

Per le elezioni del Parlamento Europeo del 6 e 7 giugno 2009 il Partito Democratico lo candida come capolista nella circoscrizione dell’Italia centrale; la candidatura ha suscitato alcune polemiche. Con 412 502 preferenze è il primo eletto della circoscrizione Italia Centrale. Diventa Capogruppo del Partito Democratico all’Europarlamento. In un’intervista ha fatto sapere che è sua intenzione “dedicare il resto della sua vita alla politica“.

Il 9 ottobre 2012 Sassoli ufficializza la sua candidatura alle primarie del Partito Democratico del 7 aprile 2013 per il nuovo sindaco di Roma, le cui elezioni comunali si terranno il 26 e 27 maggio successivi piazzandosi secondo con il 26% davanti all’ex Ministro delle Comunicazioni del Governo Prodi II, il renziano Paolo Gentiloni ma venendo sconfitto dal vincitore, il senatore ed ex candidato Segretario del PD nel 2009 Ignazio Marino con il 55%.

Nel 2014 si ricandida alle Elezioni europee con il PD nella circoscrizione del Centro e viene eletto con 206.170 preferenze (61.161 solo a Roma).

Il 1º luglio 2014 viene eletto Vicepresidente del Parlamento Europeo con 393 voti risultando il secondo più votato in quota PD-PSE.

Si ricandida alle Elezioni europee del 2019 con il PD nella circoscrizione del Centro venendo rieletto con 128.533 preferenze.

Il 3 luglio 2019 viene eletto Presidente del Parlamento europeo, con 345 voti, al secondo scrutinio.

David Sassoli voti presi come Presidente Parlamento europeo

david sassoli voti

Come riporta Agi, dicono fonti interne bene informate, che la scelta sarebbe caduta su di lui lo si poteva immaginare già da qualche tempo, almeno da quando si era capito che i 28 avevano deciso di silurare Timmermans come presidente della Commissione concedendo quindi il parlamento ai socialisti. Al voto, però, i socialdemocratici si sono divisi: Sassoli è stato votato da 71 dei 154 eletti S&D, mentre 39 hanno votato contro e gli altri si sono astenuti.

La scelta è ricaduta su di lui, considerato un veterano dopo 10 anni a Strasburgo e 5 da vicepresidente, in quanto esponente della delegazione italiana: per quanto in calo rispetto alla legislatura precedente, quando l’exploit del Pd di Renzi aveva portato in Europa ben 29 eletti, anche in questa gli italiani del gruppo sono 19, solo uno in meno rispetto alla delegazione spagnola.

Proprio italiani e spagnoli hanno reagito in modo netto ai “diktat” di Bruxelles: il “pacchetto nomine” deciso dal Consiglio europeo è stato visto come un’ingerenza nell’attività parlamentare. Prevedeva che per il parlamento fosse eletto il socialista bulgaro Sergej Stanishev, un nome che il gruppo ha deciso di non considerare.

Oltre a decidere tutto il resto, pretendono anche di indicare il nostro candidato. Non possiamo accettarlo”

dicevano ieri i “frondisti” dei partito socialdemocratico, che hanno tirato fuori dal cilindro il nome di Sassoli. Lo hanno candidato ufficialmente all’ultimo minuto, pochi minuti prima della scadenza, martedì sera, e il giorno dopo è stato eletto al secondo turno con 345 voti, contro i 160 del conservatore ceco Jan Zahradil, i 119 della verde Ska Keller, i 43 della spagnola della Sinistra (Podemos) Sira Rego.

Fra gli eurodeputati italiani, lo hanno sicuramente votato i colleghi di partito, mentre gli 8 di Forza Italia nel gruppo Ppe si sono astenuti. I 28 deputati leghisti gli hanno dichiaratamente votato contro, scegliendo il candidato conservatore; i 14 del Movimento 5 Stelle non hanno ufficialmente espresso una preferenza, ma probabilmente hanno tutti votato per lui: anche in questo caso, gli alleati del governo italiano hanno fatto scelte opposte.

Sassoli resterà in carica per due anni e mezzo, e poi consegnerà il testimone al popolare Manfred Weber che guiderà il parlamento nella seconda metà della legislatura.

Elezione Sassoli una beffa

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Al di là della persona, magari pure preparata, l’elezione di David Sassoli a Presidente del parlamento europeo conferma quanto Ppe e Pse continuino a spartirsi le poltrone senza alcuna considerazione del responso delle urne.

Certo, non potevano piazzarci un membro sostenuto dagli euroscettici, ma, quanto meno, una figura minimamente condivisibile pure da loro. Il nuovo Presidente arriva perfino dal Pse, che ha subito una sonora mazzata alle ultime europee.

Come riporta Fanpage, per la prima volta dal 1979 i popolari (PPE) e i socialisti (S&D) hanno perso la maggioranza. Infatti, secondo i voti ottenuti, i popolari andranno ad occupare 179 seggi mentre i socialisti ne conquisteranno 150. Insieme, i due gruppi arriverebbero quindi a quota 329 scanni, mentre la maggioranza, su 751 seggi totali, è fissata a 376. Questa volta, per raggiungerla, le due famiglie politiche tradizionali dovrebbero allearsi con l’ALDE, il gruppo dei liberali guidati da Guy Verhofstadt che ha dimostrato un aumento importante di voti, per cui ha guadagnato 107 seggi.

Associandosi, i popolari, i socialisti e i liberali potrebbero avere la maggioranza nell’Europarlamento con 436 scanni. Se si aggiungessero anche i Verdi, con i loro 70 seggi, si salirebbe addirittura a 506. Le coalizioni devono ancora essere definite, ma è fin da ora è chiaro che spetterà ai liberali e agli ambientalisti costituire l’ago della bilancia.

Sebbene i popolari e i socialisti si siano confermati rispettivamente come primo e secondo partito in seno all’Unione, il calo importante di voti rappresenta un chiaro messaggio da parte degli elettori.

Si tratterebbe di una maggioranza artefatta e disperata, che vedrebbe insieme il Ppe delle multinazionali inquinanti con i Verdi ambientalisti. O i socialisti del Pse con i liberali dell’Alde. Tutti uniti appassionatamente contro il cambiamento, che a poco a poco sta erodendo seggi anche nel Parlamento europeo. Ma loro si chiudono a riccio.

Del resto, l’aumento dei Verdi è dovuto all’ondata gretina, mentre l’Alde ha trovato manforte dal partito di Macron.

I conservatori dell’Ecr, di cui fa parte anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ottengono 58 seggi, in calo rispetto ai risultati del 2014. I sovranisti dell’Enf, il gruppo politico in cui si inserisce la Lega, aumenta i propri consensi rispetto alle ultime votazioni, ma comunque non sfonda, fermandosi a 58 scanni.

Se questi gruppi sono aumentati in Italia, dove il Carroccio si è affermato il primo partito con oltre il 34%, in Francia, dove Marine Le Pen ha superato il presidente Emmanuel Macron, e nel Regno Unito, in cui si è affermato con un importante distacco Nigel Farage, restano comunque in minoranza nell’Europarlamento. Risulta quindi difficilmente attuabile l’alleanza fra il centrodestra dei popolari e i gruppi della destra sovranista.

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