Rita Dalla Chiesa parla delle possibili implicazioni di Giulio Andreotti sulla morte del padre Carlo Alberto.
Le recenti dichiarazioni – o meglio, i “detto e non detto” – di Rita Dalla Chiesa in un paio di trasmissioni televisive relative alla morte del padre, il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, hanno riacceso il dibattito sulla morte di quest’ultimo per opera di Giulio Andreotti. Personaggio di spicco della Prima Repubblica, più volte Presidente del consiglio, che sfiorò anche la nomina a Presidente della Repubblica, e ritenuto responsabile di molti fatti accaduti nel nostro paese ancora oggi del tutto o parzialmente irrisolti. Pur venendo sempre assolto (o archiviato) dai vari processi a suo carico.
La morte del generale Carlo Alberto dalla Chiesa
Carlo Alberto dalla Chiesa, ricorda Wikipedia, fu ucciso a Palermo dalla Mafia il 3 settembre 1982 a pochi mesi dal suo insediamento nel capoluogo siciliano in qualità di Prefetto, allo scopo di utilizzare la sua strategia nella lotta alla Mafia, già risultata vincente contro le Brigate rosse.
Nella strage di via Carini persero la vita anche la moglie, Emanuela Setti Carraro, e l’agente di scorta, Domenico Russo. Seguirono molte polemiche, visto che dalla Chiesa fu di fatto lasciato solo, senza una adeguata protezione. Perfino quando scese dalla nave, la prima volta, non ci fu nessuno ad accoglierlo.
Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso per volere di Giulio Andreotti?
Ora, la figlia Rita torna sull’argomento, parlando di un “favore fatto a un politico” e incalzata da Luisella Costamagna su Giulio Andreotti possibile mandante, ha risposto con un significativo silenzio.
Bruno Vespa, da buon democristiano inside, ha subito invitato nei suoi programmi (Cinque minuti prima e Porta a porta dopo) il figlio di Andreotti, Stefano, per un suo commento. Quest’ultimo ha ricordato come, fin dagli anni ’80, suo padre fosse stato tirato in ballo come mandante della morte del Generale. Soprattutto da parte dell’altro figlio, Nando, fratello di Rita.
Stefano Andreotti ha invece ricordato come suo padre Giulio avesse sempre sostenuto Carlo Alberto dalla Chiesa, promuovendone la carriera. E come si fosse sempre informato sui rappresentanti “della sua corrente” in terra siciliana. Spesso accusati di affiliazioni con la Mafia. Ma di aver sempre avuto fiducia in loro perché si erano sempre comportati correttamente.
Una possibile chiave di lettura
Non mettendo in dubbio il fatto che Giulio Andreotti non avrebbe voluto la morte di Carlo Alberto dalla Chiesa, non si può escludere ciò in quanti hanno fatto parte della sua corrente in quel di Palermo.
Il 4 aprile 2017 Il Fatto Quotidiano riporta la rivelazione del collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino secondo cui l’ex eurodeputato DC Francesco Cosentino, vicino all’onorevole Giulio Andreotti, sarebbe il mandante dell’omicidio del prefetto Dalla Chiesa. Tale notizia risale all’audizione in commissione antimafia del Procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato.
A ciò si aggiunge il fatto che pochi giorni prima di essere ucciso, confidò ai familiari la disponibilità «a fare qualche sconto» ai democristiani «legati alla mafia», purché gli fosse consentito di «togliere il marcio» accumulatosi nei rapporti fra Cosa Nostra e politica nel corso dei decenni.
Insomma, la volontà politica, soprattutto da parte della Democrazia cristiana molto potente anche in Sicilia, non può essere esclusa.
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