LA RIFORMA DELLA RETE PUBBLICA E’ TRA LE PRIORITA’ DI RENZI
Dopo il successo della
nomina del Presidente della Repubblica, la riforma del lavoro con
il discusso Job act e la riforma elettorale (che però non prevederà uno dei punti più fondamentali, ossia il voto di preferenza), Matteo Renzi ha un altro cavallo di battaglia: la riforma della Rai. Vorrebbe renderla più indipendente – e diciamolo pure, finalmente – dalla politica, più snella dal punto di vista dirigenziale e rendere il Canone, oggi largamente evaso, pagato da tutti. Vediamo allora quali sono i punti più importanti della probabile futura riforma.
ASSETTO DIRIGENZIALE – L’esecutivo sembra avere le idee piuttosto chiare sull’assetto futuro della Rai, a partire dalla riforma dei criteri di nomina, dossier da tempo sul tavolo del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. La futura struttura del vertice Rai è già disegnata: un amministratore delegato quasi plenipotenziario, un consiglio di amministrazione molto agile (cinque membri), un direttore generale operativo.
Si delinea la creazione di una Fondazione che faccia da filtro tra il Parlamento e viale Mazzini, per staccare definitivamente il legame tra il Palazzo e la Rai. Contestualmente avverrà una sostanziale riduzione del ruolo della commissione di Vigilanza, che ora detiene il potere di nomina del Consiglio (quindi in grado a pieno titolo di convocare Consiglio e dirigenti). Anche se una Fondazione è sempre legata alla politica e in genere diventa sempre un carrozzone per farci sedere quelli rimasti senza poltrona.
CAMBIANO I TG – Nelle intenzioni del direttore generale Luigi Gubitosi c’è la nascita di due grandi newsroom, una formata da Tg1, Tg2, Rai Parlamento e l’altra composta da Tg3, Rai News più Tgr. Di fatto un grande Tg generalista (prima newsroom ) e di una proposta all news più corposa e agile. Ma il piano ha incontrato una forte opposizione in Vigilanza (lo scontro è ancora aperto) e resistenze vistose all’interno dell’azienda.

IL CANONE – E veniamo al tema più sentito, perché riguarda le loro tasche, dai cittadini: Il 31 gennaio scade il termine per il pagamento del canone Rai tv. Potrebbe essere l’ultima volta, perchè dal 2016 il governo ha intenzione di andare a fondo nella riforma della tv pubblica e del relativo canone, rimaste fuori per opportinità e tempi stretti dalla legge di Stabilità 2015. L’obiettivo è quello di combattere l’evasione facendo pagare a tutti circa la metà di quello che è l’importo attuale. Lo strumento potrebbe essere quello dell’inserimento del canone nella bolletta energetica. Attualmente il canone Rai costa 113,50 euro all’anno per ogni nucleo famigliare. Con la nuova formula verrebbe a costare da 35 a 75/80 euro – in media circa 60 euro – visto che la cifra varierà in base agli indicatori Isee.

QUANDO – Se Renzi dovesse procedere con la stessa determinazione con cui ha condotto in porto il Jobs act , si potrebbe pensare a un’approvazione del disegno di legge entro la scadenza naturale del Consiglio di amministrazione ora presieduto da Anna Maria Tarantola. Più probabile una breve proroga del cda fino a settembre, il tempo necessario per un’approvazione più tranquilla. Ma niente decreti legge. Nessun governo è mai intervenuto sui vertici Rai con un atto politicamente così traumatico. In attesa di tutto questo, e senza vincoli politici, Sky continuerà a veleggiare sul digitale terrestre. A fine 2015 il vero bilancio, e allora chissà.
Vedremo se e come il cambiamento annunciato andrà in porto. Bisognerebbe anche liberarla dalle raccomandazioni, che sono tante.
Quitroverete un bel po’ di esempi.
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d'accordo con Renzi….