DA AGNELLI A IACCHETTI: THOHIR STA SCOPRENDO QUANTO SIA PROVINCIALE IL CALCIO ITALIANO

TANTI GLI SFOTTO’ RIVOLTI AL PRESIDENTE DELL’INTER, SPECIE NELLE ULTIME SETTIMANE
Eirck Thohir è Presidente dell’Inter da appena un anno (15 ottobre 2013), e già ha potuto constatare la pochezza del campionato italiano. Certo, il marchio Inter è ancora spendibile all’estero, come quello degli altri grandi club italiani, ma il calcio italiano ha perso colpi e appetibilità rispetto ad altri Paesi, i quali attirano magnati e grandi campioni stranieri. Oggi la nostra massima serie può considerarsi dietro a Premier league, Liga spagnola, Bundesliga e manca poco che ci superi pure la francese League 1. Ma a parte la mera questione finanziaria, a rendere il nostro calcio “piccolo piccolo” rispetto alla platea internazionale, ci pensano pure certi provincialismi tutti italiani; che vanno dalla violenza dei tifosi agli sfottò che talvolta sfiorano o sfociano del tutto nel razzismo. Ad inaugurarli ci ha pensato il simpaticone monociglia Andrea Agnelli, presidente della Juventus; che però si è limitato a uno sfottò sportivo, che ci può stare. Negli ultimi giorni invece sono arrivate frasi molto meno felici da altri personaggi, più o meno importanti.

JACKARTONE –  Il 16 ottobre, giorno successivo all’investitura di Thohir a Presidente, Andrea Agnelli ha lasciato un messaggio su Facebook: “La capitale indonesiana ribattezzata oggi 15 ottobre… non più Jakarta ma Jakartone”. Un gioco di parole riferito a quello scudetto del 2006 ancora recriminato dagli juventini sottratto loro da Calciopoli e designato ai nerazzurri.
La battuta sul “Jakartone” – presente pure nella versione “Giacartone”, con la g e la c – non è però farina del sacco di Agnelli, il presidente della Juve l’ha riciclata. La spiritosaggine girava da mesi sui social network, Twitter e Facebook, ed è diventata “virale” nel momento in cui la cessione dell’Inter a Thohir è stata ufficializzata. Fatte delle ricerche, la Gazzetta dello sport ha scoperto che alle 13.28 del 23 maggio 2012 – un anno e mezzo prima – da @12Dodici_it, account Twitter di un blogger juventino, partì questo tweet: “L’Inter è arrivata in Indonesia. In onore dei nerassuRi la capitale Giakarta è stata ribattezzata Giacartone…”. Erano quelli i giorni della tournée indonesiana dell’Inter, in cui furono gettati i semi della cessione della società a Thohir. Se nessuno dimostra qualcosa di diverso, attribuiamo la paternità della battuta a @12Dodici_it, al quale andrebbero pagati i diritti d’autore.
Restando in tema di battute, potremmo dire che i dirigenti della Juve rubano pure le battute altrui…
FILIPPINO – Passa un anno e domenica scorsa ai microfoni di Stadio sprint l’ultimo clown arrivato nel calcio italiano, il romano Massimo Ferrero, una sorta di Beppe Grillo dimagrito in versione burina, Presidente della Samp da pochi mesi, dichiara: “E’ ingiusto che Moratti sia stato trattato così, sono molto dispiaciuto per lui. Io glielo avevo detto: caccia quel filippino…”. Lo ha detto il presidente della Samp, Massimo Ferrero, a Stadio Sprint, rincarando: “E’ venuto dall’Indonesia per insultare un emblema del calcio”. Poi: “A Thohir voglio bene, ma non mi deve toccare Moratti”.
Ferrero si è distinto in questi primi mesi da Presidente doriano per i suoi atteggiamenti burleschi sugli spalti, che in fondo regalano al calcio italiano moderno un po’ di folklore sempre più raro. Fomentato anche dagli ottimi risultati della sua squadra. A controbilanciarlo, fortuntamente, la serietà e l’abnegazione del tecnico serbo Sinisa Mihajolovic.
Thohir ha comunque intenzione di ricorrere alle vie legali. E fa bene.
CICCIOBELLO – Ma c’è anche una donna tra i tanti percolatori dell’indonesiano. E non poteva che essere juventina. Trattasi di Evelina Christillin, juventina doc, organizzatrice dei Giochi invernali di Torino 2006. Ha scritto sul blog che gestisce sull’Huffington post: «La notizia clou della settimana è senz’altro quella dell’addio all’Inter della famiglia Moratti-Addams. Come faremo senza tutti quei denti in tribuna, senza gli abbracci frenetici delle loro smilze braccine, senza l’esultanza della Bedy che salta per aria anche quando l’Inter segna in amichevole contro il Pertusa?».
Non contenta, dopo aver rimarcato che tra juventini e interisti da sempre non corre buon sangue, Christillin precisa: «questo non vuol dire che non si rispettino personaggi come Moratti che, comunque, ha vissuto con esborsi di passione e portafoglio senza eguali la dinasty interista della sua famiglia». E attacca il suo successore, l’indonesiano Thohir, appunto: «un piccoletto ciccione indonesiano che alla fine gli rileva (a Moratti ndr), e non si sa ancora bene se poi i soldi li ha davvero oppure no, la maggioranza delle azioni», colpevole di aver messo i suoi uomini («samurai») a «prendere a schiaffoni sui conti il povero Massimo, rimasto eroicamente in minoranza con prole Angelomario e fido Ghelfi», che aizza l’allenatore Walter Mazzarri a rispondere senza rispetto e che «usa come un pupazzo di nobili origini ma di zero importanza il mito Zanetti». E, aggiunge la juventina soprattutto «che, soprattutto, non vince più niente». Insomma, vista la «protervia orientale», Thohir «faccia pure il Cicciobello a mandorla come gli pare, ma lui (Moratti, ndr) non ci sta più».
Ma non stiamo parlando di una semplice tifosa che si è trovata a organizzare un evento sportivo internazionale. La Christillin è una collezionista di poltrone: Consigliere di amministrazione della multinazionale elettronica Saes Getters di Milano, del Gruppo Carige, presidente della Filarmonica ’900 del Teatro Regio di Torino, presidente della Fondazione Teatro Stabile e della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, docente di Storia dello sport all’Università di Torino, lavora nel gruppo Cultura della Juventus. Dal 2006 al 2010 ha fatto parte del Consiglio di amministrazione del Teatro Regio di Torino.
Secondo molti è una famelica cacciatrice di poltrone. Non a caso ha un curriculum straboccante. Si dice che dopo la presidenza del Teatro Stabile volesse quella della Juventus. Del resto i crismi ce li ha tutti…
NON PARLA ITALIANO – E chiudiamo questa triste carrellata con Enzo Iacchetti, popolare volto di Striscia la Notizia. Intervenuto telefonicamente al programma di Radiodue “Un giorno da pecora”, Iacchetti ha affermato: “Thohir non piace più a nessuno. Mi ha tolto la tessera per andare allo stadio, adesso manderà in tribuna qualche vip indonesiano”.
E ancora: “Thohir non spende? Avrà finito i soldi. A me non piace perchè non parla italiano: almeno impari a dire buongiorno e buonasera. Io ero affezionato a Moratti”.
Il livore di Iacchetti perché gli ha tolto la tessera è evidente. Ma Thohir sta ristrutturando radicalmente la gestione della società, e rispetto al predecessore Moratti, non ha alcuna intenzione di sperperare soldi. Men che meno elargendo abbonamenti gratis a destra e manca. Se Moratti è stato costretto a ricorrere a un indonesiano, un motivo ci sarà…

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Riepilogo dell'articolo

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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