Cuocere pasta a fuoco spento funziona davvero? Quanto si risparmia

Cuocere pasta a fuoco spento funziona davvero? Quanto si risparmia

Kiev val bene una pasta scotta! Parafrasando una nota affermazione di Enrico di Navarra risalente alla fine del ‘500, è questa l’ultima proposta per risparmiare sul gas. Il cui costo, come noto, è salito alle stelle per le note vicende internazionali. Ovvero, cuocere la pasta a fuoco spento. Ma funziona davvero? Quanto si risparmia?

La proposta è stata rilanciata dal Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. Questo il suo suggerimento, come riporta Askanews:

La cosa più importante è tenere il coperchio sempre, il calore si perde moltissimo per evaporazione. Dopo che bolle la pasta io metto il gas al minimo, minimo, in maniera che bolla bassissimo senza consumare gas (…) Si può anche provare a spegnere – aggiunge – ovviamente in questo modo si consuma ancora di meno e penso che la pasta si cuocia lo stesso. In fondo la pasta si cuoce bene anche in montagna con l’acqua che bolle a 90 gradi

Vediamo come cuocere la pasta a fuoco spento e quanto si risparmia davvero.

Come cuocere la pasta a fuoco spento

Come riporta il sito ufficiale di Fatto in casa per voi, curato da Benedetta Rossi, nota per il suo omonimo programma televisivo di cucina, si tratta di una tecnica già nota nel 1700, quando uno dei fondatori della termodinamica, Benjamin Thompson, si era accorto che il cibo si cuoceva non perché l’acqua bolliva, ma perché era calda e rimaneva calda a lungo.

In sostanza, il principio alla base di ciò riguarda il fatto che la pasta che noi utilizziamo è pasta secca, e quando viene cucinata, finisce per essere reidratata. Secondo questa teoria, basta che l’acqua calda che utilizziamo sia a una temperatura tra i 70-75°C.

Passando all’atto pratico, bisogna eseguire i seguenti passaggi:

  1. portare a bollore l’acqua
  2. calare la pasta
  3. aspettare un paio di minuti dalla ripresa del bollore
  4. spegnere il fornello
  5. coprire con il coperchio e attendere i tempi di cottura indicati sulla confezione

Come suggerisce la stessa Benedetta, come per tutte le ricette in cucina, occorre anche farci un po’ la mano. Poiché può restare ancora un po’ cruda e dunque necessita di essere lasciata nell’acqua un po’ di più.

Cuocere la pasta a fuoco spento funziona davvero?

Sempre la Rossi ammette che dipende dal tipo di pasta. Ci sono infatti formati che funzionano meglio di altri. Vale a dire quelli cavi, che permettono all’acqua di passare dentro e fuori. Dunque, si pensi ai rigatoni o ai tortiglioni, tutti i tipi di penne e le mezze maniche.

Difficile la riuscita per altre tipologie, come gli spaghetti o le linguine.

A giocare un ruolo decisivo sono anche i tempi di cottura, che non devono essere troppo lunghi. Ciò in quanto l’acqua non riuscirebbe a rimanere calda per i tempi necessari. Si raccomanda quindi un tempo di cottura non superiore ai 12 minuti.

Ci sono poi altri problemi. Come fa sapere Cibo360, che ha attinto ad un articolo di Flavio Bressanini su LaRepubblica, i tempi di cottura ovviamente si dilatano e per chi va di fretta non è una buona notizia: occorrono infatti dai 30 secondi a 2 minuti in più a seconda di quanto cala la temperatura e del tempo di cottura della pasta. Quindi, per esempio, per una pasta che cuoce in 9 minuti, e con l’acqua che alla fine della cottura arriva a 91 gradi, occorre circa un minuto in più per la cottura.

Ed ancora, bisogna assicurarsi che l’inerzia termica dell’insieme acqua + pentola sia sufficiente. Per inerzia termica si intende la capacità di un corpo di mantenere la propria temperatura (diversa da quella ambiente) nel tempo.

L’inerzia termica dipende da 3 fattori principali:

  1. quantità di acqua: più ne portiamo ad ebollizione meglio è
  2. materiale e peso della pentola: meglio in acciaio e con fondo spesso che in alluminio
  3. presenza o meno di coperchio: col coperchio ovviamente è meglio

Ci sono poi dubbi sul fatto che questo tipo di cottura altererebbe il potere nutritivo della pasta, giacché il rilascio di amido sarebbe inferiore e quindi la pasta rimarrebbe più ricca di sostanze nutritive. Ma su questo punto c’è maggiore dibattito.

Quanto si risparmia cuocendo pasta a fuoco spento?

Sul web ci sono diverse stime sul risparmio di cucinare la pasta a fuoco spento. Si va da 1 centesimo di euro ai 5-6 centesimi. Volendo essere ottimisti, quindi asserendo che si risparmi 5 centesimi, se si fa un calcolo su tutta la popolazione italiana (20 milioni di famiglie) che mangiano pasta una volta al giorno (ma molti neanche lo fanno), il risparmio è di 500 mila euro al giorno, 180 milioni di euro all’anno. Praticamente lo 0,01% del PIL.

Insomma, un risparmio davvero irrisorio a fronte del rischio di mangiare pasta scotta e di dover stare lì a giocare con la pentola.

Sempre il sito Cibo360 suggerisce invece questo modo per cucinare pasta risparmiando:

  1. usare la giusta quantità di acqua: non oltre 1 litro per 100 g di pasta, ma anche 1 litro per 150 g di pasta
  2. usare un bollitore elettrico
  3. coprire la pentola mentre scaldate l’acqua
  4. buttare la pasta appena accenna l’inizio dell’ebollizione, l’acqua bolle quando raggiunge i 90 gradi
  5. mettere la pentola sul fuoco piccolo, a potenza bassa, e coprire col coperchio. Quindi non spegnere subito
  6. dopo pochi minuti di cottura, spegnere la fiamma

Conclusioni

Insomma, i Soloni del risparmio si stanno già muovendo per farci cambiare le abitudini quotidiane nel modo più assurdo. Giusto non sprecare acqua, gas e corrente elettrica con tanti accorgimenti che in molti a dire il vero facciamo da anni. Ma attenzione ai suggerimenti che rasentano il ridicolo: vogliono responsabilizzarci e colpevolizzarci per qualcosa che riguarda soprattutto i loro interessi.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.