Credit Suisse salvata da UBS: ma si crea un pericoloso precedente

Credit Suisse salvata da UBS: ma si crea un pericoloso precedente

Anche il mito delle banche svizzere è venuto a mancare. Soffrono e hanno bisogno di sovvenzioni o fusioni, come le altre. Come spiega Investopedia, UBS (UBS) assorbirà Credit Suisse (CS) in un accordo azionario da 3 miliardi di CHF ($ 3,24 miliardi) mediato dal governo per impedire il fallimento di quest’ultima banca.

Gli azionisti di Credit Suisse riceveranno 1 azione UBS ogni 22,48 azioni Credit Suisse

ha affermato UBS in una nota.

Tuttavia, questa transazione comporta una svalutazione completa di 16 miliardi di CHF (17,28 miliardi di dollari) di obbligazioni del Credit Suisse che non varranno più nulla. Inoltre, si crea un pericoloso precedente.

Conseguenze salvataggio Credit Suisse

Il Corriere della sera pone sotto i riflettori il fatto che Greg Becker, ormai ex amministratore delegato di Silicon Valley Bank, era stato fotografato in short, maglietta e ciabatte infradito alle Hawaii pochi giorni dopo il fallimento della banca che lui doveva dirigere.

Ma la cosa ancora più scandalosa è soprattutto che Becker abbia venduto azioni della sua banca per 3,5 milioni di dollari pochi giorni prima di annunciare l’aumento di capitale, per coprire le perdite che avrebbero innescato il crac. Su ciò comunque indagherà il Dipartimento di Giustizia americano.

La svendita di Credit Suisse a Ubs avrà ripercussioni pesanti anche negli Stati Uniti: se fallisce una banca come Svb, titani miliardari del venture capital come Marc Andreessen o Peter Thiel hanno i loro depositi da molti milioni garantiti con denaro pubblico fino all’ultimo centesimo. Tuttavia, se la corsa agli sportelli investe una piccola banca rurale del Midwest, allora un agricoltore locale rischia di vedersi spazzati via tutti i depositi propri e della propria azienda sopra i 250 mila dollari.

Quando si tratta di banche sistemiche, vengono protetti anche i piccoli risparmiatori, per il principio della «systemic exception». Invece migliaia di banche minori, dove si servono clienti minori, non sono «sistemiche» e per loro l’«eccezione» non è prevista.

Il che pone dei seri rischi sul fatto che decine di migliaia di depositanti nelle banche minori vorranno portare il loro denaro alle banche «sistemiche», innescando nuove corse agli sportelli e altri dissesti.

Venendo a Credit Suisse, l’operazione azzera il valore di bond subordinati (A1) per 16 miliardi di euro, ma sono stati tutelati i primi due azionisti della banca: la Banca nazionale saudita e il fondo sovrano del Qatar. Si crea così un pericoloso precedente: gli obbligazionisti subordinati potrebbero essere meno protetti degli azionisti.

Il che mette a rischio i bond di molte banche europee. Insomma, l’effetto domino e il rischio contagio sono tutt’altro che scongiurati.

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