Covid-19: ultimo rapporto Iss conferma che a morire di Virus sono stati in pochi

Covid-19: ultimo rapporto Iss conferma che a morire di Virus sono stati in pochi

Introduzione

In questi giorni l’Istituto superiore della sanità ha pubblicato un rapporto aggiornato sul Covid-19. In particolare, sui morti provocati dal nuovo Coronavirus che funesta il mondo da quasi 2 anni. E sulle patologie più diffuse.

Orbene, i dati smentiscono ancora una volta l’atteggiamento del nostro Governo (e anche di quello di altre parti del Mondo), oltre che dei virologi onnipresenti in Tv e di diversi commentatori che trattano i non vaccinati come pericolosi criminali.

Il nuovo rapporto sui morti per Covid-19 conferma infatti che solo una piccola percentuale è morta di Covid-19. Persone molto anziane e con almeno 3 patologie pregresse.

Vediamo i numeri nel dettaglio.

Dati morti Covid-19

Come riporta La nuova bussola quotidiana, secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall’istituto, solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto esclusivamente al Covid-19. Quindi dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti al virus in sé.

Ancora, secondo i dati dell’ISS, il 67,7% delle persone decedute con Covid avrebbe presentato almeno altre tre patologie gravi, dalle malattie metaboliche ai tumori alle malattie cardiovascolari. Non è un caso che i tassi di mortalità e letalità più alti si siano registrati in Italia nelle regioni con il maggior numero di anziani.

Patologie più diffuse tra i morti per Covid-19

Per quanto concerne invece le patologie, secondo l’Iss:

  • il 65,8% soffriva di ipertensione arteriosa
  • il 24,8% di fibrillazione atriale
  • il 28% di cardiopatia ischemica
  • il 29,3% di diabete
  • il 23,5% soffriva di demenza senile
  • il 17,4% di pneumopatie croniche
  • il 16,3% aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni
  • il 15,7% soffriva di scompenso cardiaco
  • il 12% era obeso
  • l’11% aveva avuto un ictus pregresso
  • in misura minore: malattie epatiche, renali ed auto-immuni

Come si evince da questo triste elenco, si tratta per lo più di malattie dell’età senile. Queste erano le persone che avrebbero potuto e dovuto essere messe in sicurezza.

Le persone uccise direttamente dal virus sono state invece poco più di 3.000. Una cifra che non giustifica il pandemonio scatenato tra lockdown e green pass. Le 126.000 persone morte nel corso degli ultimi 18 mesi sono morte perché il Covid ha destabilizzato equilibri di salute fragili, troppo fragili.

Un altro dato interessante è il confronto tra l’aspettativa di vita degli italiani e l’età media dei morti di Covid-19. Orbene, se alla nascita la prima è 85,3 anni per le donne e 81,0 per gli uomini, l’età mediana dei morti per covid-19 è stata per le donne di 85 anni, e per gli uomini 80. Ciò significa che il covid-19 uccide prevalentemente soggetti vicini al limite della loro aspettativa di vita. Dunque, una sorta di “colpo di grazia” a queste persone fragili.

E’ anche vero che molti anziani sono morti per le scelte scellerate di certi ospizi e ospedali.

Conclusioni

Tutti questi dati confutano diverse scelte del Governo Conte II e dell’attuale Governo Draghi:

  1. il duro lockdown imposto tra marzo e maggio è stato eccessivo e dannoso per la salute psichica delle persone oltre che per l’economia. Si è detto fin dall’inizio che era sufficiente tutelare i fragili
  2. la vaccinazione di massa è ingiustificata. Andrebbe indirizzata solo ai fragili e su base prettamente volontaria
  3. il Green pass è una misura che non ha alcun valore scientifico ma serve solo per obbligare, seppur in modo latente, alla vaccinazione di massa

Il tutto, mentre la FDA ha dato negli Usa il parere positivo per la vaccinazione degli Under 11. Una scelta che non sorprende, considerando chi c’è nel CDA della multinazionale americana.

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