Introduzione
I nodi vengono al pettine, prima o poi. Certo, in Italia spesso non accade o avviene con ritardi mostruosi. Ma qualcosa sulla gestione del Covid-19 comincia a venire fuori.
Come quando vennero fuori le vere direttive del CTS sul primo lockdown, diverse da come le aveva imposte il Governo Conte (ne ho parlato qui). O come la terapia a base di “tachipirina e vigile attesa” fosse, oltre che pericolosa, anche deontologicamente errata (anticipai il tema qui).
Ed ora, perfino una delle principali organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani – Amnesty International – si sta muovendo contro la gestione del Covid-19 da parte del Governo Draghi.
Vediamo la nota che critica e apre dubbi su come l’esecutivo in carica sta gestendo la Pandemia.
Amnesty International boccia l’idea di un obbligo vaccinale in Italia
L’Indipendente riassume bene la nota di Amnesty International (sezione Italia) che potete leggere qui.
Partendo dallo stato di emergenza, recentemente prolungato fino al 31 marzo 2022, Amnesty International Italia
sollecita il governo a riconsiderare attentamente se prorogare la misura oltre tale data, in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità
Per quanto concerne l’obbligo vaccinale, ormai sempre meno mascherato, Amnesty International da un lato continua a ribadire la necessità che gli stati promuovano una «distribuzione equa e globale dei vaccini» e «riconosce la legittima preoccupazione degli stati di aumentare i tassi di vaccinazione come parte di un’efficace risposta di salute pubblica al Covid-19», ma dall’altro non crede nella vaccinazione generalizzata e obbligatoria:
non sostiene i mandati di vaccinazione obbligatoria generalizzati ed esorta gli stati a considerare qualsiasi requisito di vaccinazione obbligatoria solo come ultima risorsa e se questi sono strettamente in linea con gli standard internazionali sui diritti umani
credendo invece maggiormente che «gli stati debbano concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino».
Amnesty International critica anche sul Super green pass
Netta anche la posizione dell’organizzazione riguardo il Green pass rafforzato, meglio noto come Super green pass. Ribadendo non solo che debba trattarsi di «un dispositivo limitato nel tempo» ma anche appunto che il governo debba
continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati
Amnesty International Italia chiede inoltre che
siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni
Insomma, ha parlato sostanzialmente di una misura discriminatoria.
Il diritto di manifestare
Sebbene l’Organizzazione non parli di soppressione al diritto di manifestare nel nostro paese, resta comunque vigile sul tema. Come del resto fa in tutto il Mondo. Ribadendo il concetto che
continuerà a rivendicare il diritto a manifestare pacificamente forme di dissenso e a garantire il diritto di cronaca degli operatori e delle operatrici dell’informazione, denunciando ogni atto di aggressione o violenza ingiustificata nei loro confronti
Conclusioni
Insomma, per l’Italia non proprio una bella figura, se si considera che una delle principali Organizzazioni in difesa dei diritti umani ha criticato più punti della gestione Covid-19 in Italia. La più severa in Europa e tra le più severe al mondo insieme a Israele, Australia e Canada.
Il tutto, posizionandoci pure ottavi per morti totali, dietro paesi come Usa, India o Russia, che sono di fatto dei continenti a sé. O più popolosi come Gran Bretagna, Francia e Turchia. Come diciamo a Napoli…curnut e mazziat.