COSTA CONCORDIA, UN DISASTRO SU TUTTI I FRONTI
OLTRE AL TRUCE ASPETTO UMANO, L’INCIDENTE DELLA NAVE POTREBBE AVERE GRAVI RIPERCUSSIONI ECOLOGICHE E FINANZIARIE
L’incidente della nave Costa Concordia – appartenente alla Costa Crociere, a sua volta nell’orbita della Holding americana Carnival – mi fa rabbia per tre aspetti: il primo, legato al fatto che il comandante vigliacco e buffone, sul quale si è già detto di tutto e di più, è napoletano, e ho temuto dal primo istante una nuova pioggia di qualunquismo e luoghi comuni nei confronti dei miei concittadini. Il Tg5 ha scomodato perfino le teorie razziste di Lombroso, ma per fortuna le colpe napoletane sono state controbilanciate dal senso di responsabilità del Capitano della Guardia costiera (sul quale sono stati dedicati immancabili link sui social network).
Secondo, per il fatto che su quella nave c’erano molti che le crociere nei periodi di alta stagione non possono permettersele. Infatti stanno venendo fuori storie tristi e atroci, di persone che stavano vivendo il loro primo viaggio, anche molto anziane (il costo era di 300 euro e l’equipaggio di fatti lo valeva tutto).
Ultimo punto, l’aspetto ambientale, poiché si rischia di distruggere una zona stupenda del nostro Paese. Proprio su quest’ultimo punto e anche sulle conseguenze finanziarie che tale incidente potrebbe avere, mi voglio soffermare. Dando per scontata la rabbia e il dispiacere per le persone che hanno perso la vita o se la sono cavata con gravi danni psicologici.
I POSSIBILI DANNI ALL’AMBIENTE– Al momento non c’è ancora un piano per la rimozione della nave. In realtà già sono iniziati alcuni trafilamenti di materiale liquido, ma non è ancora chiaro se sia carburante. Fatto sta che attorno alla nave sono comparse alcune chiazze e per precauzione è già stata avviata la circoscrizione dello scafo per arginare questa perdita. Bisogna intervenire subito per scongiurare un disastro ambientale, visto che nei serbatoi della nave affondata giacciono 2400 tonnellate di carburante e bisogna evitare che finiscano in mare e compromettere non solo l’eco-sistema dell’isola del Giglio, ma dell’intero Arcipelago e delle coste circostanti.
A tal proposito è giusto ricordare in quale zona si è consumata la tragedia. L’isola del Giglio cade nella provincia toscana di Grosseto che come detto appartiene all’Arcipelago della Toscana, formato da un gruppo di sette isole maggiori, di cui la più grande è l’Isola d’Elba, più alcune minori, oltre che secche e scogli situati tra la terraferma Toscana e la Corsica. L’arcipelago ricade tra 2 mari e 2 grandi canali: il Mar Ligure, il Mar Tirreno, il Canale di Piombino e il Canale di Corsica. Il Canale di Corsica e il Canale di Piombino possono essere considerati come bracci di mare di collegamento tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno, rispettivamente a ovest e ad est dell’Isola d’Elba.
Pertanto, in virtù delle splendide zone interessate, bisogna evitare assolutamente che il petrolio finisca in mare; anche perché l’area in questione è abbastanza chiusa e dunque è facile che le chiazze raggiungano anche le altre regioni lungo la costa: Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. Già di per sé inquinate.
LA COSTA CROCIERE AFFONDERA’ ANCHE DAL PUNTO DI VISTA FINANZIARIO? – Un impatto di 2,2 miliardi di euro sul sistema economico italiano, con un gettito fiscale generato pari al 4,4% della finanziaria 2011: era la stima del Mip, la business school del Politecnico di Milano, sull’incidenza di Costa Crociere sulla ricchezza italiana, pubblicata nel giugno scorso sul Sole 24 Ore. La compagnia opera da oltre 60 anni nel campo del trasporto passeggeri. È stata fondata dalla famiglia di armatori genovesi Costa, che l’ha ceduta nel 1997 a Carnival. La società, però, è rimasta italiana. Oltre al brand Costa, i marchi controllati dal gruppo italiano (che fa parte di Carnival Corporation) sono due: Aida e Iberocruceros.
La tragedia al largo dell’Isola del Giglio, accaduta proprio all’inizio della stagione delle prenotazioni delle crociere, rischia di tradursi in serie perdite per Carnival, proprietaria della Costa Concordia. Circa un terzo di tutti i viaggi di lusso in mare – fanno notare esperti del settore – e’ organizzato proprio ora, nel periodo gennaio-marzo. E’ in questi mesi che normalmente si prenotano le crociere che poi si faranno nel corso dell’estate. Tenendo conto che nell’anno fiscale 2010, l’ultimo di cui si hanno tutti i dati a disposizione, l’Europa rappresentava il 38% dei redditi di Carnival, e che nel vecchio continente Costa Crociere e’ l’unita’ piu’ importante, il danno e’ abbastanza facile da immaginare. Innanzitutto verranno persi tutti quei viaggi che erano gia’ stati prenotati proprio sulla Costa Concordia e, secondo gli analisti, le assicurazioni non coprono la perdita di reddito, come in questo caso.
La Costa Crociere portava quasi tre milioni di passeggeri l’anno in giro per il mondo. Il Costa Concordia rimasto distrutto venerdì notte era il fiore all’occhiello della flotta: quattro piscine, quasi quattromila passeggeri e più di un migliaio di membri di equipaggio. Economie di scala e prezzi contenuti ne fanno il leader europeo del settore, con una crescita di dieci volte in un decennio: più di trecentomila i trasportati nel 2000, due milioni e novecento nel 2010, e un fatturato quintuplicato. Per attirare un pubblico più ampio, l’offerta a bordo è stata modernizzata: compaiono minipalestre, centri termali, e persino casinò. I percorsi sono stati diversificati: oltre al Mediterraneo, Caraibi, Nord Europa, e recentemente Medio Oriente e Asia. A partire dalla fine del 2012 la Costa aveva in programma di lanciare 11 nuove navi, investendo quasi dieci miliardi di euro in tredici anni. Alla Fincantieri di Marghera lavorano a navi che costano più di mezzo miliardo di euro, ma che riescono ad ospitare quasi cinquemila turisti e un migliaio di membri dell’equipaggio, con data di consegna 2014. Sarà la più grande nave da crociera battente bandiera italiana e la decima ordinata da Costa Crociere a Fincantieri, negli ultimi 10 anni. L’unità sarà costruita nello stabilimento di Fincantieri a Marghera. La consegna avverrà nell’ottobre 2014 e rappresenterà un’evoluzione del progetto della “classe Concordia”.
Scrive il Sole 24 Ore che l’ordine è conseguente anche all’accordo tra Cassa depositi e prestiti, che ha varato un finanziamento da 830 milioni per la Carnival, indirizzato all’acquisto di due navi da crociera presso Fincantieri, e Sace, deputata ad assicurare il credito all’export. Ed ecco che l’affare diventa davvero grosso, troppo grosso. Specialmente nel momento in cui nel segmento cruise i giapponesi ritornano con grande aggressività sul mercato, dove si aspetta anche l’arrivo dei coreani. E il comportamento codardo di Schettino gli ha spianato non poco la strada…
Quandomai siamo in crisi se continuimo a fare crociere.
sono davvero schifato su tutta la linea da questa vicenda.
come sempre, ottima analisi ;)paolo
correggo…già il fatto stesso che NON si sappia come fare per evitare il disastro ambientale dice tutto.
non è ancora possibile fare una stima dei danni, ma ci sono perdite per tutti…la Costa dovrà inventarsi qualcosa per recuperare credibilità, dopo che il suo comandante ha abbandonato la nave..oltre al costo del relitto…ci saranno perdite colossali…purtroppo