COSA SUCCEDE A GRECIA ED EURO SE VINCE TSIPRAS
IL SUO PARTITO ANTI-AUSTERITY SYRIZA E’ DATO IN VANTAGGIO, VEDIAMO LE CONSEGUENZE DI UNA SUA POSSIBILE VITTORIA ALLE ELEZIONI ANTICIPATE
Grecia di nuovo nel caos, dopo qualche mese di timida ripresa economica. Il Parlamento di Atene ha fallito per la terza volta a eleggere il candidato dell’esecutivo di salvezza nazionale, Stavros Dimas. Il burocrate gradito a Bruxelles si è fermato appena a 168 deputati, nonostante la soglia per eleggerlo per la terza votazione fosse scesa a 180. Uno schiaffo per il premier conservatore, Antonis Samaras, che non è riuscito a convincere il partito di sinistra Dimar e i Greci Indipendenti e la dimostrazione che la maggior parte delle forze politiche che compongono la Boule, ossia il Parlamento, di Atene, sono attirati dalla sfida delle urne. Elezioni che si terranno il prossimo 25 gennaio. Del resto il Paese ellenico è quello che ha dato i natali alla democrazia e non a caso tutte le scelte parlamentari e governative passano dalle urne, non come da noi dove i Premier vengono scelti “dal palazzo”. Con Renzi che pur non essendo stato eletto, dice di voler restare al Governo fino al 2018. Ma tornando alla Grecia, l’Unione europea segue con attenzione le prossime elezioni, col timore che a vincere sia una formazione politica euro-scettica. Crollati i consensi di Alba Dorata, a preoccupare le borse e la Merkel è ora il partito di Alexis Tsipras, Syriza. Che non sarà anti-europeista ma sicuramente meno avvezzo a subire le imposizioni della Troika. Vediamo quali sono i possibili scenari se vince.
SE TSIPRAS VINCE E FORMA IL GOVERNO– Se il partito di Syriza vincerà le elezioni il 25 gennaio, potrebbe ottenere secondo gli ultimi sondaggi 138 seggi sui 151 necessari per avere la maggioranza in Parlamento. A quel punto si aprono le trattative per la formazione di un nuovo governo, con probabili negoziati tra Syriza e le formazioni di To Potami, di sinistra, o con il Pasok di Evangelos Venizelos e forse con il nuovo partito dell’ex premier socialista George Papandreou, Change.
Se questa operazione va in porto si forma un governo di centro-sinistra che deve entro la fine di febbraio trovare un accordo con la troika per l’esborso finale dell’ultima (sesta) tranche di prestiti e per trovare una forma di accompagnamento sui mercati, una linea di credito precauzionale in cambio di tre misure di austerity che lo stesso Samaras ha rifiutato di firmare: innalzamanto dell’età pensionabile, aumento dell’Iva sul turismo, maggiore flessibilità nei licenziamenti collettivi. Un negoziato che si annuncia molto difficile.
L’esecutivo a guida Tsipras infatti intende muoversi in tutt’altra direzione, stando a quanto ha annunciato più volte il leader di Syzia: innalzamento di salari minimi e pensioni, blocco delle privatizzazioni e dei licenziamenti nel pubblico impiego. Tsipras ha però affermato che non intende rimettere in discussione l’appartenenza della Grecia all’euro, mentre l’ipotesi di una ristrutturazione del 70% del debito, più volte ventilata da Tsipras, difficilmente sarebbe praticabile. L’entourage di Syriza informalmente ha fatto capire che si accontenterebbe di una ristrutturazione «soft», con una moratoria sul pagamento degli interessi sul debito pari a 9 miliardi di euro all’anno.
Di fronte a questo scenario, è molto probabile che i rendimenti dei titoli di Stato greci risalgano ma il governo potrebbe comunque galleggiare, soccorso dalle misure espansive della Bce e da una politica pragmatica del premier.
SE TSIPRAS VINCE MA NON RIESCE A FORMARE IL GOVERNO – Il secondo scenario prevede sempre una vittoria di Syriza, che però non riesce a formare un governo anche a causa delle mancanza di esperienza della sua classe dirigente. Quindi non riesce a ottenere né la ristrutturazione del 70% del debito pubblico greco né la moratoria sul pagamento degli interessi sul debito. La situazione politica è congelata, il Parlamento deve comunque eleggere il capo dello Stato prima di sciogliersi per andare al voto anticipato entro un mese, come accadde nel 2012. L’euro si indebolisce e Atene torna nel caos in attesa dell’esito delle urne.
(Fonte: IlSole24Ore)
Che si dimostra ancora una volta che la dx non riesce in nulla di buono!