Vediamo cosa fa un copywriter, differenze con Ghostwriter e Social media manager, se occorre aprire la Partita Iva o la laurea, ecc.
La figura professionale del Copywriter è nata molto prima di quanto si pensi. Risale infatti al 1800, grazie a un pioniere come John Emory Powers (1837–1919). Il quale fece capire l’importanza della parola come mezzo di persuasione pubblicitaria e per un’ottima riuscita per il marketing di un’azienda.
Questa professione è cambiata nel corso degli anni, in base ai mutamenti della società e agli strumenti a disposizione. Un copywriter deve anche essere flessibile e in grado di relazionarsi ai più disparati settori merceologici e ai canali più diversi.
Tuttavia, è anche una figura lavorativa severamente minacciata dai software basati sull’intelligenza artificiale, capaci di produrre un testo in pochi secondi e ciò ovviamente alletta i committenti che così possono risparmiare molto sui costi societari. Fermo restando che ad oggi non siano di certo perfetti e che, almeno per quanti sono interessati all’indicizzazione, Google tenda a penalizzare i testi elaborati dall’IA. In fondo, egli stesso può ritrovarsi a utilizzare la tecnologia per trovare le soluzioni di editing migliori.
Resta dunque un mestiere ancora affascinante, ricco di potenziali sbocchi lavorativi, molto “artigianale” e creativo. Di seguito vediamo come si diventa copywriter, cosa fa nel concreto, quali e quanti tipi di copywriter esistono, i requisiti, quanto guadagna, dove e per chi lavora un copywriter, se per fare il copywriter serve la laurea.
Come si diventa copywriter
Non esiste un percorso formativo preciso e fisso per diventare copywriter. Questa professione si intraprende e si approfondisce in diversi modi. Ciò che serve è in primis, inutile dirlo, la passione per la scrittura. Mentre l’ingrediente principale è la creatività, la capacità di trasformare in testo un’idea, un’immagine, un prodotto di qualsiasi forma da descrivere e promuovere (oggetti, servizi, film, programmi televisivi, ecc.). Dando per scontata la padronanza della lingua italiana, dal punto di vista grammaticale e lessicale.
Molto utile per avere quante più opportunità lavorative possibili la flessibilità. La capacità di scrivere su temi e argomenti diversi.
Non è necessaria una laurea, né un Master. Si può diventare copywriter anche appena usciti dalla scuola dell’obbligo o dopo aver preso il Diploma. Del resto, il primo approccio con la scrittura avviene a scuola, scrivendo i temi e con il diario. Ovviamente, aver frequentato un liceo classico, un indirizzo universitario in materie letterarie o afferenti alla comunicazione, un Master o un corso di perfezionamento, aiuta tanto.
Il resto lo fa l’esperienza e gli anni di lavoro. Molto utile poi conoscere almeno la lingua inglese, soprattutto se si punta a lavorare con brand di importanza internazionale.
Può essere utile scrivere tanto, partendo da un blog personale, per esempio. Ma anche sul proprio account Social, così da esercitarsi e prendere dimestichezza con le parole, nonché confrontarsi con gli altri utenti.
Il Copywriter deve essere disposto ad aggiornarsi continuamente, poiché cambiano gli strumenti ma anche i modi di comunicare.
Tipi di Copywriter
Esistono vari tipi di Copywriter, in base al settore in cui opera e le proprie competenze.
Descrizione di prodotti e servizi
Questo è il settore per cui nasce il copywriter: descrivere prodotti e servizi ai fini della loro promozione e vendita finale. Deve saper cogliere l’anima e la natura del brand e incarnarla al meglio. Parliamo dunque di marketing e pubblicità.
Redazione di guide e tutorial
In questo caso, il copywriter deve rendere comprensibili e piacevoli argomenti tecnici. Deve essere coinvolgente, avere doti di presentatore e accompagnatore nei confronti del lettore, affinché segua in modo corretto tutti i passaggi indicati. Anche redigere testi che sappiano accompagnare le immagini, le cosiddette didascalie.
Redazione di testi tecnici
In questo caso, il copywriter dovrà redigere testi rivolti a professionisti, dunque avere una conoscenza approfondita del settore in questione, poiché si tratta di testi tecnici. Si pensi all’ambito legale, medico, scientifico, educativo, teatrale, finanziario, economico, fiscale, ecc.
Redazione di testi SEO
Il copywriter in questo caso deve scrivere testi volti alla SEO (Search Engine Optimization), che siano dunque ben posizionati su Google. Che si tratti di news, articoli di approfondimento, guide e tutorial, pubblicità, ecc., deve far sì che il suo testo appaia tra i primi risultati di ricerca quando un utente cerca qualcosa che possa c’entrare in qualche modo con esso sul motore di ricerca.
Contenuti per i Social network
Da diversi anni (diciamo pure dall’esplosione di Facebook avvenuta nel 2008) il Copywriter deve confrontarsi con i Social e il loro taglio. Dunque, produrre contenuti accattivanti che catturino l’attenzione degli utenti e che sappiano abbinarsi a immagini e video.
Correzione di bozze, stesura testo per conto terzi
Un copywriter può ritrovarsi anche a correggere testi scritti da altri: che si tratti di correggere la bozza di un libro, di una tesi di laurea, di un discorso, di una presentazione. O scriverli ex novo, attendendosi alle linee guida del committente.
Inoltre, può ritrovarsi a vestire i panni del Ghost writer, colui che scrive un testo per un committente senza firmarlo.
Cosa fa un copywriter?
Qual è la mansione di un copywriter? Come detto, deve saper trasformare in parole un messaggio. Che si tratti di descrivere un prodotto o un servizio, raccontare una notizia, spiegare come si fa una determinata cosa (un tutorial o una guida), scrivere un testo dal taglio tecnico, rivolgersi agli utenti iscritti a una pagina Social o tentare di catturarli. E via discorrendo.
Volendo schematizzare, le principali mansioni di un Copywriter possono essere:
- produzione di testi e contenuti;
- sviluppo dei piani di comunicazione aziendali;
- correzione bozze, revisione testi, editing e supervisione dei contenuti.
Quali sono i requisiti per diventare copywriter?
Ricapitolando, i requisiti principali per diventare un copywriter sono:
- passione per la scrittura
- creatività
- flessibilità
- empatia
- padronanza della lingua italiana
- conoscenza della lingua inglese
Quanto guadagna un copywriter? Lo stipendio
Secondo una stima riportata da Ranstad, lo stipendio medio in Italia percepito da un copywriter è di circa € 25.500 lordi annui. Con picchi per i più prestigiosi che possono arrivare a toccare i 45 mila euro l’anno
I guadagni di un copywriter non possono essere quantificabili facilmente, poiché dipende da vari fattori: il settore in cui lavora, la tipologia di committenti, la mole di lavoro, il tipo di scrittura che produce, il tipo di contratto, ecc.
Pertanto, un conto è produrre contenuti per un brand di livello internazionale e un conto è correggere le bozze di un tesista. Un conto è scrivere Brochure e Dépliant per un convegno medico di livello nazionale o internazionale, e un altro è lavorare al volantino di una pizzeria locale. Un conto è essere il copywriter di un Ministro della Repubblica e un conto è scrivere testi per un consigliere comunale.
Gli esempi potrebbero essere tanti, ma è chiaro dove si vuole andare a parare. Dipende poi anche dalla propria esperienza, dall’area geografica in cui si lavora.
Spesso il copywriter lavora come freelance, quindi ogni anno può avere guadagni diversi. Altre volte viene messo sotto contratto e ottenere anche ulteriori benefici come ferie, malattie, straordinari, ecc.
Dove lavora un copywriter? Gli sbocchi lavorativi
Vediamo quali sono i principali sbocchi lavorativi per un Copywriter:
- dipendente presso un’azienda o un ente;
- lavorare come libero professionista, che può avere più committenti;
- lavorare per conto di un’agenzia pubblicitaria o in uno studio di comunicazione.
Per fare il Copywriter serve la laurea?
Come detto, non serve necessariamente la laurea. Certo, aver frequentato un indirizzo universitario in materie letterarie o in comunicazione può aiutare molto.
Per fare il Copywriter occorre aprire la Partita Iva?
Dipende. Se è un lavoro che si svolge abitualmente e si supera un guadagno di 5 mila euro lordi all’anno, occorre aprire la Partita Iva con Codice Ateco 74.90.99. Altrimenti, se è un lavoro accessorio e che non supera tale soglia, possiamo scegliere come forma di pagamento la ritenuta d’acconto.
L’apertura può essere svolta autonomamente sfruttando i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, sebbene si consiglia sempre di farsi seguire da uno studio commercialista, anche per gli adempimenti fiscali successivi.
Differenze tra Copywriter e Ghostwriter
Qual è la differenza tra un Ghostwriter e un Copywriter? Il Ghostwriter è semplicemente un Copywriter che non firma i contenuti che produce. Scrive pertanto testi per conto terzi.
Si pensi a un Vip che vuole scrivere un libro autobiografico e firmarlo, a un tesista che affida a un professionista la redazione della sua tesi di laurea, a un politico o a un manager che delega un professionista affinché gli scriva un discorso, ecc.
Solitamente, questo genere di lavoro viene suggellato da un contratto, tramite il quale il Ghostwriter dichiara di accettare che il proprio nome non appaia e la conseguente cessione dei diritti d’autore.
Differenze tra Copywriter e Social media manager
Il Social media manager è colui che si occupa non solo della redazione di contenuti testuali come fa un copywriter, ma anche di gestire contenuti grafici e video. E’ un autentico stratega dei contenuti social, al fine di attrarre gli utenti verso una pagina o un profilo e creare fidelizzazione verso un prodotto o un servizio.
Dunque, il Social media manager veste anche i panni del Copywriter, ma vanta competenze e mansioni più allargate e improntate appunto ai Social network. Con l’ascesa di Social basati sui video brevi, come TikTok e Twich, è diventato di recente una sorta di regista di cortometraggi.
Conviene fare il Copywriter?
Se si ha i requisiti necessari, può essere la realizzazione di un sogno: trasformare la propria passione in un lavoro. Detto ciò, occorre anche mettere in conto che spesso si lavora sotto forma di precariato e non si viene contrattualizzati. Possono alternarsi periodi di intenso lavoro a periodi magri o senza commissioni.
La parola chiave resta flessibilità e adattamento. E’ dunque un lavoro che richiede creatività ma anche dinamismo. Occorre essere bravi a procacciarsi sempre nuovi clienti e ad accettare nuove sfide, senza fossilizzarsi solo su un tipo di argomento e settore.
Conclusioni
