CONTINUA LA STRAGE DI ANIMALI NEGLI ZOO, UCCISO UN CUCCIOLO DI ORSO A BERNA

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 25 Maggio 2021

DOPO L’UCCISIONE DI UNA GIRAFFA E DI QUATTRO CUCCIOLI DI LEONI A COPENAGHEN. L’UOMO SI SOSTITUISCE ALLA NATURA
Non solo l’uomo continua a rinchiudere animali negli Zoo, per un vecchio retaggio risalente al 1800, ma pretende anche di sostituirsi alla natura nelle dinamiche della loro sopravvivenza. Decide quando è giunto il momento di porre fine alle loro vite, in nome della difesa dell’ecosistema. E così, dopo aver ucciso una giraffa e quattro leoncini a Copenaghen, qualcuno ha ben pensato di uccidere un orsetto a Berna. Reo di essere nato in cattività.

L’ESECUZIONE DELL’ORSETTO – Uno zoo in Svizzera, il Dählhölzli di Berna, ha deciso di uccidere con un’iniezione mortale un piccolo orso bruno, vittima di bullismo da parte di suo padre, maschio dominante. La notiziaarriva dopo che lo Zoo di Copenhagen ha ucciso la giraffa Marius, sezionandola in pubblico e dandola in pasto ai leoni.

Il grande maschio si chiama Misha, pesa 360 kg e aveva già ucciso uno dei fratellini del piccolo, proprio davanti agli occhi dei visitatori. Probabilmente era geloso delle attenzioni che mamma orsa, Masha, stava dando ai suoi piccoli, almeno secondo quanto riferisce il personale dello zoo. Tutti e due gli adulti sono arrivati nel giardino zoologico nel 2009, dopo essere stati donati dall’allora presidente russo Dmitry Medvedev e da sua moglie.
Lo zoo spiega che dietro la terribile decisione c’era la volontà di risparmiare al cucciolo sopravvissuto ulteriori stress e sofferenze. Gli attivisti, ovviamente, sono da giorni sul piede di guerra. Hanno preso d’assalto la pagina Facebook della struttura e chiedono perché la mamma e i piccoli non siano stati separati dal maschio. Una domanda più che lecita, vista l’etologia degli orsi. In natura, infatti, di solito dopo il parto le mamme si allontanano dal maschio, proprio per proteggere i cuccioli, che possono essere percepiti come rivali, rischiando la morte. Gli orsi sono animali solitari. Nonostante questo, lo zoo ha continuato a tenere gli animali. E assicura che una separazione avrebbe causato “disturbi comportamentali ” a causa del loro “legame estremamente forte”.
Sempre secondo la struttura, l’orso maschio stava diventando sempre più dominante e la madre cominciava a respingere il cucciolo superstite. Da qui è nata l’assurda scelta di ucciderlo.

LA GIRAFFA MARIUS – Il caso rievoca quello della giraffa Marius dello zoo di Copenhagen. I guardiani della struttura danese, ignorando migliaia di richieste di clemenza giunte da ogni angola del mondo con petizioni online e proteste, hanno abbattuto con un colpo in testa il cucciolo maschio di un anno e mezzo, per poi smembrarlo e darlo in pasto ai leoni davanti a centinaia di visitatori, tra cui molti bambini.

Fatto a pezzi davanti alle telecamere dei media danesi, Marius era frutto di un rapporto endogamico, quindi tra parenti, principio vietato dalle regole degli zoo Ue. I suoi geni, infatti, erano troppo simili ad altri giraffe di un programma di allevamento gestito dalla Associazione Europea Zoo e Acquari, l’European Association of Zoos and Aquaria (EAZA).
Una fine terribile che il direttore scientifico dello zoo, Bengt Holst, continua a giustificare parlando di qualcosa di inevitabile. “Se tutte le specie si riproducono bene, poi si deve accettare che ci sia un surplus di animali che non possono essere inclusi nella catena genetica senza causare problemi di consanguineità”, ha spiegato in una dichiarazione. Eppure, almeno due parchi naturali volevano ricollocare l’animale, oltre alla proposta di acquisto di un ricco benefattore desideroso di evitare all’animale questa fine atroce.

IL CASO DEI QUATTRO LEONI – Un mese fa, sempre allo zoo di Copenhagen, sono stati uccisi anche quattro leoni. Di cui due molto giovani, due cuccioli. Non solo per pericolo d’incesto questa volta, bensì semplicemente per fare più posto alle nuove generazioni ed ai nuovi arrivi di esemplari.

e esecuzioni, se così si possono chiamare, si sono svolte lunedì. Un leone di sedici anni e la sua compagna quattordicenne, giudicati ormai troppo anziani, sono stati prima addormentati poi soppressi con un’iniezione letale. Ma la stessa sorte è toccata ai loro due cuccioli, due leoncini sui dieci mesi d’età. Perché si temeva che il padre, i due cuccioli maschi o altri leoni imparentati potessero accoppiarsi con le giovani leonesse consanguinee, e perché la direzione dello zoo ha ritenuto che da soli, senza i genitori, i cuccioli non ce l’avrebbero fatta a sopravvivere e crescere nel giardino zoologico.
Due animali anziani, due cuccioli. Tutte bestie sane. Ma bisogna far posto a pezzi d’esposizione più giovani, quando uno zoo ha i soldi per acquistarli, ecco la logica. “Le nostre decisioni hanno un fondamento scientifico”, dicono i responsabili dello zoo della capitale del regno difendendosi. “In questo caso, come nel caso di Marius”, continuano per spiegarsi. “Noi vogliamo sempre il meglio per i nostri animali, purtroppo nel caso dei leoni non a prenderli in consegna”.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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