Tutti conosciamo il Conte Dracula, la cui storia è stata trasposta in varie false artistiche, tra horror, animazione e comicità. In pochi però sanno che esistita anche una versione femminile, una Contessa Dracula, appunto, il cui nome era Erzsébet Báthory.
Quest’ultima, erede di un’importante famiglia ungherese, è vissuta tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600.
Vediamo di seguito la sua storia, della quale si è occupato il National Gegraphic.
🧛🏻♀️ La storia della Contessa Dracula
Il personaggio di Erzsébet Báthory è passato alla storia quando il 30 dicembre del 1610, per ordine di Mattia II, re d’Ungheria, il conte György Thurzó, giunto al castello di Cachtice in Slovacchia, ebbe davanti a sé una scena raccapricciante.
Una serva giaceva nel giardino, con evidenti segni di percosse, e il cadavere di una giovane dissanguata era abbandonato nel vestibolo. Ma il peggio doveva ancora vederlo: giunto nei sotterranei, si presentarono davanti a lui una dozzina di fanciulle in stato agonizzante, con una nauseabonda puzza di sangue in putrefazione. Come se le povere malcapitate fossero lì da diversi giorni.
Ma la cosa più inquietante di tutte è che nulla di ciò sembrava importare alla signora del castello, la contessa Erzsébet (Elisabetta secondo la lingua locale) Báthory di Ecsed, che ricevette il conte e il suo seguito senza alcun imbarazzo.
In effetti, il conte e il suo staff erano giunti presso la sua abitazione nelle vesti di ambasciatore per conto del sovrano ungherese, per verificare se le voci che accusavano la contessa di aver commesso dei crimini orrendi fossero vere. In effetti, era davvero così, tanto che la Bathory si guadagnerà il poco confortante appellativo di “contessa sanguinaria” o “contessa Dracula”.
Si scoprirà poi tramite processo e grazie alla testimonianza di molte persone, che la donna abbia ucciso decine se non centinaia di persone. Contando comunque anche su dei complici.
🧛🏻♀️ Chi era la Contessa Dracula
Erzsébet Bathory vantava il sangue blu, dato che discendeva da una delle famiglie più antiche e potenti della nobiltà protestante transilvana. Era nipote di Stefano I Báthory, principe di Transilvania ed effimero re di Polonia fra il 1575 e il 1586, e fra i suoi familiari più stretti si trovavano numerosi eroi di guerra e alcuni prelati. I suoi genitori, i conti Anna e George Báthory, vivevano nel loro castello di Cachtice, situato nell’attuale Slovacchia, circondati da una ristretta corte locale. Pare inoltre che la donna soffrisse di epilessia, malattia patita da numerosi membri della famiglia.
Come usanza dell’epoca, a 11 anni fu promessa in matrimonio a un lontano cugino, il conte Ferenc Nádasdy, di cinque anni più grande di lei. Appena raggiunta la pubertà, partì per l’Ungheria per andare a vivere con la sua futura famiglia. Dopo breve tempo però la futura Contessa Dracula fu coinvolta in un grosso scandalo rimanendo incinta di uno dei servi del castello. Ferenc ordinò che il giovane fosse castrato e giustiziato, mentre la sua promessa sposa partoriva in segreto. L’uomo accettò il maltolto per non rinunciare all’eredita che la donna portava in dote.
L’8 maggio del 1575 Ferenc e Erzsébet si sposarono a Varanno, nell’attuale Slovacchia. Dopo il matrimonio Ferenc acquisì il nome di sua moglie e unitamente a buona parte della sua famiglia si trasferì a Cachtice dove, anni più tardi, sarebbero nati i suoi quattro figli: Anna, Katharina, Ursula e Paul.
Ferenc si trovò però spesso a partire per partecipare a varie guerre. In una di queste, contro i turchi dell’allora glorioso Impero ottomano, si fece valere particolarmente, ottenendo così il titolo di Cavaliere Nero d’Ungheria. Tuttavia, il 4 gennaio del 1604, nel corso di un’ennesima campagna contro gli ottomani, morì inaspettatamente e per cause mai chiarite.
D’ora in avanti, la storia di Erzsébet Bathory acquisisce sempre più i connotati di una leggenda.
Si sospettò in realtà che dietro la morte del Cavaliere nero vi fosse proprio il re Mattia II d’Ungheria, interessato sia a limitare l’ascesa di quella nobile famiglia, sia a mettere le proprie mani sul possedimento di Cachtice. La futura Contessa Dracula rimase così vedova a soli 44 anni ma seppe prendere magistralmente le redini del feudo e non esitò ad allearsi con il nipote Gábor I, principe di Transilvania, per combattere al fianco dei tedeschi contro Mattia II d’Ungheria.
A quanto pare, prima di quell’increscioso ritrovamento del 1604, la crudeltà di Erzsébet era ben nota già prima che essa diventasse vedova, come lo era peraltro quella del marito: ne dà prova scritta un epistolario in cui i coniugi si consigliano reciprocamente sui metodi di tortura più adeguati per mantenere l’ordine e sugli abusi a cui venivano sottoposti i loro servitori.
La misteriosa scomparsa di molte giovani del luogo spinse il re Mattia II a ordinare la spedizione del conte György Thurzó presso il domicilio della Bathory.
✝ Il processo e la morte
Durante la detenzione, Erzsébet rimase sotto la custodia di Thurzó, che si fece carico del feudo dei Báthory. Nel giro di due anni venne avviato il processo, tenuto a Bytca, nel nordovest della Slovacchia, e i cui atti (conservati negli Archivi Nazionali d’Ungheria) descrivono scene agghiaccianti.
Furono chiamati a deporre i suoi collaboratori più stretti, ovvero le dame di compagnia e l’amministratore del castello. I quali raccontarono di essere stati obbligati a collaborare alle sue torture. Infatti, la Contessa Dracula obbligava i suoi sottoposti a reclutare numerose fanciulle, per la maggior parte adolescenti, affinché lavorassero come cameriere o facessero parte del suo seguito, in base alla loro appartenenza sociale.
Si trattava però solo di un adescamento: le giovani venivano invece richiuse nel castello e torturate con percosse, frustate, tenaglie, paletti, ferri incandescenti. Il loro cadavere veniva sepolto nel parco che circondava la fortezza o nelle segrete del castello facendo perdere qualsiasi traccia di loro.
Non paga di ciò, la contessa Bathory si bagnava nel loro sangue, convinta di procurarsi così l’eterna giovinezza come consigliato da una fattucchiera che viveva in un edificio annesso al castello. Del resto, anche questa era una credenza molto diffusa nell’Europa orientale dell’epoca, come dimostra la stessa leggenda di Dracula.
Le cifre sulle vittime totali sono però molto ballerine: si va da 36 a oltre 80 fino a ben 640. La sentenza finale condannò tutti i collaboratori diretti di Erzsébet come colpevoli di stregoneria e di assassinio e vennero giustiziati. Dopo averne bruciato i cadaveri, le ceneri furono sparse affinché le loro anime non trovassero mai pace.
Erszébet riuscì a evitare di essere processata grazie alla sua condizione di nobile, ma il tribunale stabilì che fosse rinchiusa a vita in una stanza del suo castello senza ventilazione né spiragli da dove potesse entrare la luce del sole. Riceveva pane e acqua da una fessura, unico allaccio col mondo esterno.
Nel luglio del 1614, sentendo che le forze la abbandonavano, Erzsébet fece testamento di fronte ai suoi carcerieri. Morì qualche settimana dopo, il 21 agosto dello stesso anno.
Fu inumata nel cimitero di Ecsed, villaggio ancora dominio della famiglia nel nordest dell’Ungheria. Il re d’Ungheria non perse tempo ad accaparrarsi tutto il suo patrimonio. Riuscendo così nel suo scopo originario.
A proposito di Dracula, sapevi che è sepolto a Napoli? Ecco dove.
L’eterno problema con le persone, nessuno vuole invecchiare. Dai potere a un umano e vedrai il suo vero volto.