Conte il camaleonte ha rigenerato i Cinquestelle

Conte il camaleonte ha rigenerato i Cinquestelle

Il Movimento cinque stelle è riuscito a risalire la china grazie all’acume tattico di Giuseppe Conte, che ha preso in mano quello che da tempo è a tutti gli effetti un partito addentrato nelle istituzioni, personalizzandolo e, ancora una volta, ripudiando quanto fatto fino al giorno prima.

Già quando cadde il Governo Conte I, l’ex Premier rinnegò tutte le scelte prese insieme a Salvini da Ministro degli interni. Dipingendolo come un mostro. Forse anche per il rancore accumulato contro il leader del Carroccio che aveva staccato la spina al suo esecutivo.

Poi nei tre anni successivi ha portato i Cinquestelle ad allearsi con tutti, contro la loro natura di movimento anti-sistema. A luglio poi ha sfiduciato il governo Draghi, seguito da Lega e Forza Italia. Una mossa per azzerare il malcontento interno e della base.

Conte e l’efficacia campagna elettorale

Infine, durante la campagna elettorale ha difeso a spada tratta il Reddito di cittadinanza, ottenendo bagni di folla ovunque al Sud. Inoltre, nei suoi discorsi ha parlato di un programma rispettato all’80 percento. Sebbene a noi risulti solo il reddito, appunto, quota 100 poi modificata e il taglio dei parlamentari. Almeno che i punti non fossero 5.

I Cinquestelle sono così arrivati al 15 percento, un ottimo risultato considerando i sondaggi che li davano ben al di sotto del 10. Ma a quale prezzo tutto questo? Di un Movimento diventato partito a sua immagine e somiglianza, dunque fortemente personalistico e leaderistico. Che ha aperto il parlamento come una scatoletta di tonno per poi chiudersi dentro.

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