Tutto ciò presuppone una connessione internet veloce. Ed ecco che presto la connessione a velocità 5G sarà una realtà obbligatoria, anche nel nostro Paese. Del resto, anche le partite di calcio sono trasmesse in streaming tramite DAZN. E abbiamo letto e sentito le lamentele di molti tifosi in quanto si vedono a scatti e con ben 2 minuti di ritardo. Ma presto, quando la linea 5G sarà una realtà su tutto il territorio nazionale, ci accorgeremo della sua fluidità.
Già, ma a quale prezzo? I rischi per la salute sono molto alti. Del resto, già 2G, 3G e 4G hanno dimostrato gravi effetti sulla salute per l’uomo. E così, esiste un appello sottoscritto da 170 scienziati, medici e organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo chiede all’ONU, all’OMS, alle istituzioni dell’Unione Europea di bloccare lo sviluppo della tecnologia 5G, anche nello spazio, in attesa che si accertino i rischi per la salute dei cittadini.
Nell’appello si legge che le strutture elettricamente conduttive dell’organismo umano possono trasportare correnti indotte dalle radiazioni all’interno del corpo. Ma le stesse cariche in movimento possono diventare delle piccole antenne che rilanciano il campo elettro-magnetico verso gli strati più profondi dell’organismo.
Ma quali sono i rischi per la salute legati alla connessione in 5G? Quando arriverà in Italia? Vediamolo di seguito.
5G quando arriva in Italia
Quando arriva in Italia la linea 5G? Come riporta Sapere è un dovere, prossimamente ci saranno milioni di nuove stazioni base 5G sulla Terra, 20.000 satelliti in più nello spazio, 200 miliardi di oggetti trasmittenti. La costellazione satellitare globale è affidata ad una decina di società, 3 le più grandi (SpaceX, OneWeb, Telesat) per coprire anche le zone remote della Terra: gli oceani, le foreste pluviali e l’Antartico.
La fase sperimentale, iniziata in Italia nel 2017 nelle aree metropolitane di Milano, Prato-l’Aquila e Bari-Matera, terminerà nel 2022 con il 5G a pieno regime su scala nazionale. Per fare ciò, occorrono in media torri ogni 100 metri circa. Esentando, almeno si spera, le zone in prossimità di scuole e parchi pubblici. Dove sono presenti bambini, maggiormente a rischio se esposti alle onde elettromagnetiche.
La preoccupazione riguardo la salute è molta. Anche l’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) Italia, nel rispetto del Principio di Precauzione e del Principio OMS “Health in All Policies”, chiede una moratoria sulla sperimentazione del 5G fino a quando non vengano fatte le opportune valutazione dei rischi ambientali e sanitari con piani di monitoraggio e obbligo di informare i cittadini esposti dei rischi potenziali.
Anche cittadini e amministratori chiedono cautele nell’impianto di torri vicino a zone residenziali, scuole e posti di lavoro. Ma la 5G richiede torri ogni 100 metri circa. Negli USA oltre 300 sindaci hanno annunciato una maxi-denuncia contro la Commissione Federale delle Comunicazioni se proseguirà ad installare forzatamente il 5G nelle città che hanno scelto di non averla.
In Italia, comitati di cittadini, come quelli di Monteporzio Catone raccolgono documentazione scientifica per operare un controllo attivo sul territorio e chiedono di abbassare le soglie dei segnali elettromagnetici permesse dalla legge. Chiedono di fermare la sperimentazione 5G nelle città italiane finché non ci saranno prove scientifiche sull’innocuità di tale tecnologia.
Connessione 5G fa male alla salute?
Quest’anno è stato pubblicato anche lo studio più importante al mondo sugli effetti delle irradiazioni delle antenne per le radiofrequenze della telefonia mobile in uso fino ad oggi, da un gruppo di ricerca Italiano dell’Istituto Ramazzini Bologna condotto insieme al National Toxicology Program americano.
L’Istituto Ramazzini è un fiore all’occhiello della ricerca indipendente (rifiuta i finanziamenti dell’industria) ed è una cooperativa Sociale (ONLUS): Istituto Nazionale per lo Studio e il Controllo dei Tumori e delle Malattie Ambientali. Gli studiosi hanno riscontrato gravi tumori maligni su cervello, cuore e infarti sugli animali.
La dottoressa Belpoggio, direttrice della ricerca dell’Istituto Ramazzini, ha affermato:
“I nostri studi sono stati ben eseguiti e senza pregiudizi sui risultati. Contribuiranno certamente all’onere delle prove che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e le altre agenzie di sanità pubblica dovranno considerare per la rivalutazione della cancerogenicità elettromagnetica”.
Ma come viene misurato l’elettrosmog o inquinamento elettromagnatico? Con i valori SAR, Specific Absorption Rate, cioè attraverso l’indice di assorbimento elettromagnetico di un tessuto stimato in 2W/Kg in Europa, stabiliti dall’Unione Europea e condivisi in quasi 150 paesi al mondo (generalmente indicato nelle istruzioni allegate a un telefono cellulare al momento dell’acquisto).
I SAR furono calcolati in obsoleti e antiquati test fatti in laboratorio non in vivo ma su fantocci di gel e solo sugli effetti termici (cioè su quanto riscaldavano il tessuto) e non sugli effetti biologici. E non è stato mai aggiornato su organismi vivi e su parametri biologici.
Il Principio di Precauzione avallato da gran parte degli organi istituzionali sanitari è spesso stato difficile da applicare. Ad esempio per i danni dovuti all’uso del tabacco e per la tossicità da amianto ci sono voluti anni di ricerche pubblicate, per decretarne la pericolosità. L’industria arriva prima, e per il 5G è ancora più evidente: la variabile velocità dello sviluppo tecnologico rende il percorso di tutela della salute più difficile. Tanto più che non ne parla quasi nessuno e cittadini e professionisti sono poco informati.
Le lunghezze d’onda 5G ad alta frequenza sono nuove e quindi molto meno studiate per gli effetti umani o ambientali. I ricercatori denunciano la difficoltà di poter valutare i rischi con strumenti epidemiologici poiché non rimarrà un gruppo di controllo cioè non esposto alle radiazioni con cui fare il confronto. Ciò è particolarmente importante considerando che questi effetti sono probabilmente amplificati dalle esposizioni tossiche sinergiche e da altri comportamenti a rischio per la salute. Gli effetti possono anche essere non lineari. Ci vorranno anni o decenni prima che le vere conseguenze sulla salute siano note considerato che questa è la prima generazione che ha una durata di vita, dalla culla alla tomba, a questo livello di radiofrequenze a microonde (RF EMR) artificiali.
Difficile prevedere l’effetto multiplo e cumulativo, cioè il risultato biologico a medio e lungo termine prodotto da una vastità di invisibili microonde dentro cui saremo immersi. Gli appelli degli scienziati sono volti a far conoscere i rischi e le incertezze per contrastare il ritardo sistemico delle agenzie regolatorie nel prendere posizione.
Già stavamo combinati male per quanto riguarda…
Poi dici uno è pessimista, ma se non si fa altro che peggiorare le cose, come si fa ad essere ottimisti? Tra l altro il criticare situazioni negative dovrebbe servire proprio a reagire, cosa che non viene attuata con l ottimismo. Vabbe