Il Cioè, rivista cult anni ’80 e ’90, si adegua ai tempi e alle difficoltà della carta stampata. Ecco come cambia e la sua storia.
In questi giorni sta circolando insistente una notizia che ha suscitato un certo dispiacere in chi, da adolescente o anche da adulta, soprattutto tra gli anni ’80 e ’90, non si perdeva un numero. Parliamo della rivista settimanale prima e quindicinale Cioè, nata il 1980, di cui si sta sentenziando la chiusura.
Certo, la notizia sorprende fino a un certo punto, visto che la carta stampata è in profonda crisi da tempo. Forse già morta, uccisa da tempo dalla diffusione del web prima e dai Social poi.
Tuttavia, chi con nostalgia ricorda il giornale può tirare un sospiro di sollievo: Cioè non chiude, semplicemente, cambia formato. Vediamo di seguito come.
Come cambia Cioè
A spiegare come cambia Cioè è proprio il direttore Marco Iafrate in una intervista per Cultura Pop, nella quale spiega che
con il numero 2001 ( n° 24 del 2024) l’editore ha sospeso la pubblicazione del periodico in formato pocket
Cosa significa questo?
Cioè sarà ancora in edicola con cadenza bimestrale nel formato grande, quello negli ultimi anni utilizzato per la versione CioèMax
Inoltre, Cioè collaborerà con ASI ( Agenzia Spaziale Italiana) nel progetto di divulgazione scientifica più intrigante e divertente rivolta ai più giovani.
Dunque, ricapitolando, Cioè non chiude: semplicemente è stata soppressa la versione pocket che usciva ogni 15 giorni mentre resta quella maxi che esce ogni 2 mesi. Inoltre, la rivista intensificherà la propria presenza Social.
La storia di Cioè
Come riporta Wikipedia, Cioè nasce come rivista settimanale con prima uscita il 7 ottobre 1980, rivolta a un pubblico adolescenziale e preadolescenziale principalmente di sesso femminile. Tratta temi afferenti a moda, musica di tendenza, spettacolo, cronaca rosa, amore e alla sessualità. Prevedendo anche uno spazio per le lettrici, è infatti diventata nota per le domande piuttosto ingenue che pervenivano alla redazione.
Oggi diventate un autentico cult citato spesso dagli utenti sui Social, ma non meno differenti dalle ricerche di giovanissimi e meno giovani su Google o sui Forum (Yahoo Answers, per esempio, viene considerato un erede di Cioè).
L’anno di uscita fu quanto mai azzeccato: il periodico si apprestava a cavalcare l’onda, e in fondo fomentarli, di fenomeni appena giunti nel nostro paese come Divismo e Cronaca rosa.
La rivista vede come primo direttore il giornalista Paolo Cavallina e tra i primi collaboratori vanta firme come quelle di Anna Pettinelli, Dario Salvatori, lo stesso Marco Iafrate e Maurizio Costanzo. Fu anche la prima a prevedere gadget come gomme, matite, accessori di abbigliamento. Sebbene il carattere distintivo resteranno i mitici poster raffiguranti i divi del Cinema, della Tv, della Musica e dello spettacolo in generale. Che molte adolescenti di allora conservano ancora.
Gli anni d’oro di Cioè sono soprattutto gli anni ’80 e gli anni ’90, quando la rivista vendeva centinaia di migliaia di copie. Nacquero negli anni altri formati come Cioè Girl, Cioè Test, Cioè Max.
Poi dal Duemila fece sempre più fatica a restare in edicola, tanto da passare dalla versione settimanale a quella quindicinale dal 2009. Oggi una nuova resa, seppur non definitiva.
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