Cinque terre a rischio per il turismo di massa

Cinque terre a rischio per il turismo di massa

Dopo la pausa forzata complice la Pandemia e i vari lockdown che hanno limitato di molto gli spostamenti a livello mondiale, è tornato, e diremmo anche per fortuna, il turismo di massa. Anche in Italia. Ma con esso, è tornato in auge anche il problema della salvaguardia dei nostri tanti paradisi naturalistici. Tra i quali le Cinque terre, come noto un collioure meraviglioso sito in Liguria. Messe anche esse a rischio dal turismo di massa.

Cosa sono le Cinque terre

Ricordiamo che le Cinque terre comprendono i piccoli paesi di Monterosso al Mare, Riomaggiore, Vernazza, Corniglia e Manarola. Solo i primi due superano i 1.300 abitanti, mentre Corniglia non arriva neanche a 200. Inoltre, Manarola e Corniglia non costituiscono dei comuni, ma sono frazioni rispettivamente di Riomaggiore e Vernazza.

Si tratta di borghi con panorami mozzafiato a picco sul mare, caratterizzati da una costa prevalentemente rocciosa. In virtù della propria conformazione naturale, portano in dote poche spiagge e offrono un numero limitato di strutture. Infine, solo il comune di Monterosso, come detto il più grande di tutti, ha un vero lungomare.

Alla luce di tutto ciò, si rende necessaria una politica di tutela delle Cinque terre, cercando di mantenere un compromesso tra la possibilità di aprirle al pubblico ma preservandone la straordinarietà.

Quali sono quindi i progetti in campo per salvaguardare le Cinque terre dal rischio derivato dal turismo di massa?

Perché le Cinque terre sono a rischio?

Come spiega Il Post, nel 2022 sono stati circa 3 milioni i turisti nazionali e internazionali che hanno visitato le Cinque Terre. E così, il numero di visitatori è tornato simile a quello del 2019 dopo la suddetta “pausa” dovuta alla Pandemia.

Nelle ultime settimane i sindaci delle Cinque Terre hanno chiesto al governo di intervenire con una legge sul turismo che preveda misure per gestire gli ingressi nella zona. Tra le proposte in campo, anche quella di limitare l’accesso nei periodi di maggiore affollamento, quindi prevedendo un numero chiuso di turisti nei periodi estivi più inflazionati.

La sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia, aveva esposto in una intervista a La Repubblica uno dei tanti problemi: lo spopolamento dei residenti, come sta accadendo in altre importanti mete turistiche italiane come Firenze o Venezia. Tra i motivi, la trasformazione delle abitazioni in alloggi per gli affitti brevi.

La ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha invece promesso di istituire una «cabina di regia» e tra le proposte concrete avanza la possibilità di defluire il flusso turistico anche verso l’interno, e non solo sulla costa.

Il sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini – che in quanto tale è anche Presidente della citta metropolitana che gestisce le Cinque terre, visto che ricadono appunto nella provincia spezzina – ha avanzato invece una proposta più drastica: quella di stabilire un numero chiuso di turisti. La quantificazione sarà basata anche sui risultati di uno studio sui flussi, sulla mobilità e sull’accessibilità del territorio commissionato di recente dal Parco nazionale delle Cinque Terre.

Cinque terre, c’è anche il rischio sicurezza nelle stazioni

Infine, le amministrazioni locali vorrebbero anche una maggiore presenza del personale di Trenitalia al fine di gestire meglio la folla che si viene a creare nelle piccole stazioni che servono le cinque località. Raggiunte da un treno regionale che passa ogni mezz’ora. Una cadenza temporale ideata proprio per evitare eccessivi sovraffollamenti. Ma, a quanto pare, neanche basta.

I sindaci hanno altresì chiesto che una parte dei ricavi di Trenitalia e RFI (Rete ferroviaria italiana, la società che gestisce le ferrovie) venga data loro per gestire la sicurezza nelle stazioni. Una entrata che sarebbe resa possibile grazie al surplus venutosi a creare dal recente aumento delle tariffe.

Se Trenitalia e RFI hanno glissato su quest’ultima richiesta, sono invece disponibili a dare un maggiore contributo riguardo la sicurezza delle stazioni.

Qualcosa di concreto si sta però muovendo: la prefetta di La Spezia, Maria Luisa Inversini, ha promesso agli amministratori locali delle Cinque terre 164 nuove telecamere di sorveglianza.

Speriamo dunque che qualcosa di concreto venga fatto per salvare le Cinque terre dal rischio derivante dal turismo di massa.

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