Sulla rivista storica Cell è stata pubblicata una innovativa ricerca dell’immunologo cinese Yunxiang Zhao su una cura anticancro.
La storica rivista scientifica Cell – quindi non un blog di pseudoscienze o mirante al clickbait – ha riportato una notizia molto importante relativa alla terapia anticancro.
L’immunologo cinese Yunxiang Zhao avrebbe infatti finalmente capito come sconfiggere il cancro in maniera non invasiva come le chemio. La tecnologia è già stata testata su pazienti affetti da forme di cancro difficili da curare poiché colpiscono organi piuttosto delicati: fegato, polmone, seno, ovaie, ecc.
Vediamo in cosa consiste e la curiosa scoperta della chemioterapia.
Come funziona la terapia anticancro della Cina
In cosa consiste questa terapia anti-cancro del dottor Zhao? L’essenza del suo metodo è quella di camuffare le cellule cancerose da cellule di organi di maiale. L’organismo inizia a percepire il tumore come un “nemico” e il sistema immunitario distrugge la neoplasia. Per mettere in pratica questa idea, gli specialisti hanno utilizzato il virus “della malattia di Newcastle“.
Un virus che colpisce mortalmente volatili selvatici e domestici, chiamata così perché individuata nella città inglese.
Gli scienziati hanno concluso che potrebbe rappresentare una buona opzione terapeutica per numerose categorie di pazienti. Nei primi 2 anni di esperimento le forme tumorali sono regredite sensibilmente oppure hanno terminato di crescere.
La storia curiosa della chemioterapia
Maurizio Blondet ricorda come è nata la chemioterapia. La terapia antitumorale è stata scoperta per caso, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel dicembre del 1943, una nave che trasportava bombe caricate di composti chimici (gas mostarda) venne bombardata e i gas tossici contaminarono migliaia di uomini e donne che morirono per aplasia (mancanza) delle cellule del midollo osseo.
Il drammatico incidente fu però utile per scoprire che le mostarde azotate (vale a dire i componenti chimici dei gas) interferivano con la replicazione del DNA e il danno era tanto maggiore quanto più veloce era il ciclo di crescita delle cellule, quale quello delle cellule del midollo osseo.
Si provò dunque a tradurre questa esperienza in una possibile terapia contro le cellule a rapida crescita dei tumori, facendo così sorgere la chemioterapia antineoplastica. La definizione “chemioterapia” fu data dal chimico tedesco Paul Ehrlich, che con questo termine definì l’uso medico di composti chimici di sintesi contro agenti infettivi.
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