Cina, è crisi di cibo: cosa sta succedendo alla superpotenza mondiale

Introduzione

La notizia è di quelle che fa specie, poiché riguarda un gigante economico in costante ascesa. Dato forse come già nuovo leader economico mondiale, in luogo di quella America che a fine ‘900 aveva sconfitto il suo principale rivale sovietico. Parliamo infatti della Cina, un continente, più che un paese.

Infatti, è notizia di questi giorni, che il governo di Pechino sta invitanto le famiglie di fare scorta di cibo e altri beni di prima necessità quotidiani. Un provvedimento che ci si aspetta soprattutto da uno dei tanti paesi del cosiddetto Terzo Mondo, funestati da carestie in maniera atavica. Un pò meno da un gigante come la Cina. Grande assente, tra l’altro, della Cop21 ancora in corso.

Come riporta la CNN, il governo cinese è stato costretto a lanciare questo “invito” al suo popolo in quanto la combinazione di più fattori, ne metterebbe a serio rischio l’approvvigionamento di cibo per il prossimo inverno. Ovvero maltempo, carenza di energia e le restrizioni di Covid-19.

Vediamo meglio cosa sta accadendo in Cina.

Allarme Cina: rischio carenza di cibo ed energia

Dato che dalla Cina è difficile avere notizie per il pesante tappo che ne blocca la divulgazione da parte dei controllati media del gigante asiatico, a divulgare quanto sta accadendo nella terra del dragone è la  corrispondente della CNN della sezione Hong Kong/Corea del sud, Laurea He. Non a caso, da due paesi che non nutrono certo ottimi rapporti con essa. Il primo, uscito dal dominio britannico, finito nei suoi tentativi di sopraffazione. Il secondo, costretto ad una divisione assurda ed anacronistica del suo popolo in 2 stati diversi.

In pratica, il Ministero del Commercio del paese ha emesso un avviso (visionabile qui) che ordina ai governi locali di incoraggiare le persone a fare scorta di “necessità quotidiane“. Tra cui verdure, oli e pollame, al fine di “soddisfare i bisogni della vita quotidiana e le emergenze“.

In particolare, sempre la He, riporta che 

L’agenzia ha anche esortato le autorità locali ad assicurarsi che le persone abbiano un “approvvigionamento adeguato” di elementi essenziali questo inverno fino alla prossima primavera. E ha detto a quelle autorità di mantenere i prezzi stabili, fonte di ansia nelle ultime settimane, poiché il costo delle verdure è aumentato in tutta la Cina a causa delle piogge insolitamente abbondanti che hanno danneggiato i raccolti.

Non è la prima volta che la Cina ha sottolineato l’importanza di rifornirsi di cibo e altre forniture quotidiane in passato. Anche a settembre, in vista di un importante periodo di vacanza di una settimana. Ma questi avvisi sono di solito destinati alla lettura da parte delle autorità locali e raramente catturano l’attenzione dei cittadini comuni. L’inclusione del linguaggio in questa affermazione che menziona le famiglie, tuttavia, sembra mettere le persone sui nervi.

Cinesi indignati con proprio governo

L’avvertimento improvviso ha suscitato scosse sui social media cinesi. Non pochi, per esempio, si lamentano di questo preavviso. Un utente sul popolarissimo social network Weibo, per esempio, scrive:

Il governo non ci ha nemmeno detto di immagazzinare merci quando è scoppiata l’epidemia di Covid all’inizio del 2020″

Un altro utente ha ipotizzato che le autorità stessero ricordando alle persone che

potrebbero non essere in grado di permettersi le verdure questo inverno

La reazione è stata così forte che alcuni all’interno dei media statali cinesi hanno cercato di sedare le preoccupazioni. Hu Xijin, l’editore del Global Times, un tabloid gestito dallo stato, ha respinto i suggerimenti che l’avviso potrebbe essere collegato alle crescenti tensioni tra Pechino e Taipei.

La Cina considera Taiwan una “parte inseparabile” del suo territorio, anche se il Partito Comunista Cinese non ha mai governato l’isola autonoma.

L’Economic Daily di proprietà statale, nel frattempo, riporta che le autorità stavano tentando di ricordare alle famiglie di prepararsi in caso di blocchi temporanei causati dal Covid-19.

Sempre la CNN riporta che l’emittente statale CCTV ha affermato che la parte dell’annuncio che invitava le famiglie a fare scorta di beni di prima necessità era stata “sovraletta“. Ha anche rilasciato un’intervista con Zhu Xiaoliang, un funzionario del Ministero del Commercio, che ha affermato che le forniture giornaliere per le persone sono sufficienti e possono essere “pienamente garantite“. Zhu ha aggiunto che l’annuncio era destinato alle autorità locali.

Come la Cina sta affrontando Covid-19

La Cina ha mantenuto una rigorosa politica zero-Covid, anche se i paesi di tutto il mondo si aprono gradualmente e imparano a convivere con il coronavirus. La seconda economia più grande del mondo è risoluta a sradicare completamente il virus all’interno dei suoi confini e ha implementato severe restrizioni per fermare le epidemie, tra cui:

  • ‘arresto dei treni ad alta velocità
  • la messa in quarantena dei passeggeri
  • la modifica dei semafori in rosso per scoraggiare il traffico in una contea in cui un singolo caso è stato segnalato

Le rigide misure della Cina sono diventate virali anche durante il fine settimana dopo che un singolo caso confermato di coronavirus ha bloccato Shanghai Disneyland. Ha fatto scalpore la notizia in cui la folla in fila davanti a siti di test improvvisati mentre gli operatori sanitari muniti di dispositivi di protezione individuale (DPI) guardavano.

Gli sforzi a livello nazionale per frenare i casi di coronavirus potrebbero contribuire in parte all’aumento del costo del cibosecondo Wang Hongcun, un funzionario dell’Ufficio del commercio municipale di Pechino. Ha ammesso che il costo del transito tra le regioni potrebbe aumentare a causa di rigide misure di contenimento.

Wang ha aggiunto che i prezzi di alcune verdure nella capitale della nazione sono aumentati del 50% o più a ottobre.

Cina alle prese con carenza energetica

Ma ci sono altri fattori che contribuiscono all’aumento. Una diffusa carenza di carbone ha reso più costosa l’agricoltura in serra, facendo aumentare il costo del riscaldamento e dell’energia elettrica. E il clima estremo ha danneggiato i raccolti nelle principali province agricole.

Il ministero del Commercio ha già esortato le autorità locali a prepararsi per l’inverno firmando contratti a lungo termine con i fornitori di prodotti agricoli e acquistando verdure che possono essere conservate.

Pechino ha adottato altre misure recenti che sembrano mirare alla sicurezza alimentare.

Il governo ha presentato un “piano d’azione” che incoraggia le persone a non ordinare cibo più del necessario e a segnalare i ristoranti che sprecano cibo, una misura simile a una campagna guidata dal presidente Xi Jinping l’anno scorso, quando la pandemia di coronavirus e l’estremo le inondazioni hanno minacciato le catene di approvvigionamento alimentare.

Cina, vietato sprecare

In realtà, già lo scorso aprile la Cina ha approvato una legge che consente ai ristoranti di addebitare ai commensali un supplemento per aver lasciato avanzi “eccessivi” nei loro piatti. La legge penalizza anche le persone che realizzano o condividono video sul binge eating, con multe fino a 100.000 yuan (circa $ 15.000). Il provvedimento è visionabile qui.

Cina grande assente alla Cop21 malgrado problemi energetici

Come detto, la Cina risulta essere la grande assente della conferenza sul clima in corso a Glasgow, dove i potenti della Terra stanno cercando di mettere nero su bianco le politiche climatiche finalizzate a mitigare i cambiamenti climatici in corso. Lavori che hanno seguito il meeting sul clima tenutosi a Roma due weekend orsono. Il quale però, come ha tuonato pure la leader della Green Generation Greta Thunberg, rischia di essere solo l’ennesima passerella politica che rinvia i problemi.

Questo uno dei tweet pià significativi della seguitissima Greta sull’argomento: 

Tornando alla Cina e ai suoi problemi energetici, se da un lato il colosso asiatico promette le emissioni zero entro il 2070, dall’altro aumenta il consumo di carbone perché non ne può fare a meno.

Come ricorda RaiNews, infatti, il presindete Xi Jinping ha più volte ripetuto che la Cina diventerà un paese a emissioni nette pari a zero nel 2070. Un obiettivo quindi ben più lontano del fatidico traguardo del 2050, il quale però, a detta degli ambientalisti è destinato a sparire anche dai buoni propositi della altre superpotenze.

Tuttavia, per ora, non può fare a meno di aumentare l’uso del carbone. La mega-utility cinese che fornisce l’energia a quasi tutta la popolazione del Paese ha annunciato che la situazione delle forniture si sta stabilizzando, ma che ci potranno essere ancora difficoltà nei prossimi mesi.

Sempre secondo RaiNews, la State Grid Corporation of China ha rivelato che le carenze nella distribuzione di elettricità e riscaldamento si stanno risolvendo grazie all’aumento della produzione con carbone di oltre un milione di tonnellate al giorno.

Oltre un mese fa a decine di miniere di carbone è stata chiesta una produzione aggiuntiva di 100 milioni di tonnellate, un incremento del 10%.

La più grande società energetica al mondo rifornisce 1,1 miliardi di persone coprendo l’88% del territorio cinese. Il gigante asiatico dipende per il 60% dal carbone per alimentare le sue centrali elettriche.

Per riuscire a fornire il riscaldamento con carbone e gas, la società ha ridotto la fornitura di energia ad alcune industrie ad elevato consumo e per mantere l’equilibrio ci potranno essere altre decisioni analoghe durante il periodo invernale e la prossima primavera. 

Conclusioni

Vedremo se è solo un modo per screditare la Cina da parte di paesi che sono in conflitto sociale e politico con essa.

Intanto, aumenta nel mondo la tentazione del nucleare. Come ho riportato qui, la Francia sta pensando seriamente di incrementare le sue centrali con 14 nuovi reattori. Che sarebbero aggiunti ai 58 già esistenti. 

Così come il Giappone, che asciugate le lacrime per quanto accaduto a Fukushima 10 anni fa dall’attuale 8% di approvvigionamento nazionale di energia dal nucleare al 20-22% del 2030. 

Il tutto, con buona pace di chi ha ancora davanti agli occhi quanto successo a Cernobyl non troppi anni fa.

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