Gabriele Rubini, meglio noto come Chef Rubio, è stato aggredito mercoledì scorso sotto casa da una possibile matrice sionista.
Gabriele Rubini è un cuoco, personaggio televisivo ed ex rugbista a 15 italiano. Noto per programmi come “Unti e bisunti” o “Camionisti in trattoria” sotto lo pseudonimo di Chef Rubio, da anni si batte per la causa palestinese. Con tanti tweet giornalieri di contro-informazione al regime mediatico.
Mercoledì sera è stato pestato violentemente sotto casa a Frascati. Come egli stesso racconta:
Mi hanno aspettato fuori casa in sei e hanno tagliato i fili del cancello per massacrarmi (…) Mi hanno massacrato di botte, hanno bloccato il cancello elettrico
Grazie a tutte e tutti per il sostegno. Alla fine punti in testa dove mi hanno dato la martellata, tagli ed escoriazioni dove mi hanno preso a mattonate, frattura dell’orbita facciale dove sono finiti i 60 pugni mirati, e si ricomincia
Poi la chiosa ironica con accuse poco velate:
Un abbraccio alla comunità ebraica
Ha anche pubblicato le foto che mostrano i segni evidenti dell’aggressione sul volto e i danni all’auto.
Che Rubio, ultimo caso di una serie di aggressioni
Contropiano elenca altri precedenti. Ad ottobre dello scorso anno, mese che ha visto l’inizio del nuovo conflitto israelo-palestinese, era toccato all’attivista italo-palestinese Karem Rohana, aggredito al suo ritorno all’aeroporto di Fiumicino.
Poi c’era stata la “parata in piazza” a Porta San Paolo alla manifestazione del 25 aprile con lanci di petardi e oggetti contro i manifestanti, intimidazioni ai giornalisti, minacce verbali contro le donne che manifestavano per la Palestina.
Poi c’era stato il raid di un commando all’università La Sapienza, a volto coperto, che ha vandalizzato in pieno pomeriggio la targa dedicata al professore Tayeh alla facoltà di Fisica e imbrattato con scritte “Israel” e stelle di Davide il muro all’entrata.
Giovedì mattina ad uno studente di un liceo romano attivo sulla causa palestinese è stata fatta trovare una banconota israeliana davanti la porta dell’abitazione.
Del resto, il sito cita la creazione di squadre d’azione appositamente selezionate in base al tasso di fanatismo sionista, tra le comunità ebraiche della diaspora tanto auspicate dal ministro della Sicurezza israeliano, Itamar BenGvir, contro gli attivisti palestinesi e filopalestinesi nei paesi dove sono in corso le mobilitazioni.
Abbiamo poi parlato di quanto sta avvenendo nelle università americane.
Inquietanti sono state anche le parole di Riccardo Pacifici (cognome poco azzeccato), esponente di spicco della Comunità ebraica di Roma, e vice-presidente della European Jewish Association, alla manifestazione pro-Israele all’Arco di Tito del 10 ottobre 2023. Quel “vi veniamo a prendere“, facendo nomi e cognomi (lo stesso Chef Rubio – indicato come “cuochi che pubblicano post antisemiti” – e i professori D’Orsi e Orsini).
Il fenomeno non è però nato dopo i fatti di ottobre 2023. Già negli anni scorsi la Questura aveva ricevuto un ampio dossier sulle numerose e ripetute aggressioni dei gruppi sionisti a Roma contro palestinesi e attivisti solidali con la Palestina.
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